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Vale la pena vedere ‘Run On’, un drama bizzarro, profondo e a volte ubriaco?

‘Run On’ è un pastello, dolce e particolare drama di fine 2020 e inizio 2021, disponibile con i suoi 16 episodi su Netflix. Può essere definito un avanzare senza fretta di storie d’amore e racconti sull’autostima, lezioni sulla crescita ed esaltazione dell’accettazione.

‘Run On’, un drama di per sé semplice nella struttura e nella narrazione, ha una sorta di imprevedibilità e atipicità nella sua essenza, a partire dai due protagonisti, così strani e così all’apparenza incompatibili, fino alla trama stessa, che avanza in modo curioso e difficile da prevedere al 100%.

Infatti è bene renderlo chiaro: questo drama è un prodotto particolare. A volte ha senso, a volte sembra ubriaco, a volte è davvero assurdo e divertente, ma non riesci a staccargli gli occhi di dosso con i suoi dialoghi intelligenti e profondi alternati a umorismo leggero e a dei personaggi davvero interessanti e con un’ottima chimica.

Vale la pena vederlo o meglio saltarlo? Se il dolcissimo sorriso di Siwan non vi convince a dargli una possibilità, forse ci riusciremo noi con questa recensione!

Di cosa parla?
Ki Sun Gyeom (Im Si-Wan) è un velocista della squadra nazionale che viene da una famiglia ricca ma con i suoi problemi. Oh Mi Joo (Shin Se-Kyung) scrive i sottotitoli tradotti per i film e adora vedere il suo nome elencato tra i crediti. Il loro incontro casuale è l’inizio di qualcosa davvero particolare.
Seo Dan Ah (Choi Soo Young) è l’amministratore delegato di un’agenzia sportiva e legittimo successore del gruppo Seomyung, anche se ha delle difficoltà a vedere riconosciuti i suoi meriti essendo una donna, la sua vita si intreccia a quella di Lee Young Hwa (Kang Tae Oh), studente universitaria d’arte che ama il cinema e il disegno.

Piccole cose bellissime:
Fin dall’inizio ‘Run On’ vuole mostrare la vita reale, tracciando due storie principali d’amore mentre presenta anche storie di amicizia e rivalità o volti amichevoli della caffetteria del quartiere, con l’idea che ognuno ha i propri momenti per agire da protagonista nella propria vita. Eppure, nonostante questa semplicità e realismo, i colori e lo scorre del tempo sembrano quasi ‘magici’ e imprevedibili con una dilatazione temporale particolare e spesso molto differente tra puntate e scene. La gestione del tempo così unica crea un prodotto dinamico e spesso stupefacente.

Scegliendo di non usare colpi di scena o plot-twist, ‘Run On’ valorizza una trama semplice che prosegue senza forzatura ma, per chi ama emozioni improvvise potrebbe non essere soddisfacente. Eppure questo drama ne vale la pena dato che, nella sua semplicità espone e presenta idee sull’amore e sulla vita che sono difficili poi da dimenticare. La trama semplice, non fantasiosa o straordinaria, grazie a insegnamenti belli e diretti e, soprattutto, personaggi affascinanti diventa comunque qualcosa di piacevole e bello da guardare.

Cosa affronta il drama?
L’importanza di amare se stessi, di supportarsi, coccolarsi sono al centro della narrazione e un po’ la battaglia dei due protagonisti, entrambi sempre molto severi con se stessi. Ogni personaggio ci mette il proprio tempo, ma trovare il proprio scopo ed amarsi sono i punti salienti di ‘Run On’.

Il drama porta lo spettatore a chiedersi se si sta vivendo la vita in modo giusto, ma non nello standard della società o del mondo, ma in base alla propria definizione di felicità e soddisfazione. Oltre al messaggio di creare sogni, inseguirli e combattere, c’è un bel messaggio di perdonarsi, accettarsi e trovare le proprie soddisfazioni. E’ bello vedere la protagonista combattere, puntata contro puntata, le sue insicurezze, che per prima lei odia, per comprendere la bella donna indipendente e autosufficiente che è diventata, accettando l’amore come benedizione che si è meritata. Così come anche il protagonista, mai amato e supportato davvero dalla famiglia, ha iniziato inconsciamente a incolparsi sempre di tutto e a chiudersi in se stesso, costruendosi una gabbia per evitare di soffrire, ma che gli rende impossibile comunicare con l’esterno. Allo stesso modo il percorso dell’altra coppia è altrettanto interessante perché per loro l’accettazione di sé e dell’amore, passa per il raggiungimento delle soddisfazioni lavorative, poste inizialmente in prima posizione. L’amore non è sempre l’obiettivo e amare non vuol dire mettere da parte la propria carriera, un discorso semplice ma è bello averlo visto sullo schermo.

Il drama è anche una celebrazione delle iterazioni umane, anche tra le persone più improbabili. Tutti i personaggi del drama hanno imparato ad apprezzare la loro famiglia ‘trovata’, hanno trovato figure materne e figure paterne, sorelle e amici che scelgono di essere lì non per obbligo, ma perché si vogliono prendere cura l’uno degli altri.

In quest’ambito il rapporto tra Sun-kyum e Mi-joo è bellissimo e anche molto interessante: a primo impatto sembrano molto incompatibili, eppure funzionano perfettamente. Ci sono scene in cui parlano ma non si capiscono (ad esempio quando Mijoo cita film che Sunkyun non ha visto) eppure alla fine riescono a trovare il loro equilibrio, o meglio il loro linguaggio. Per citare il lavoro di Mijoo, alcune cose rimangono perse nella traduzione ma va bene così, alcune cose continuano a suscitare in loro emozioni diverse (Sun-kyum continua a sentirsi annoiato da gran parte dei film) ma capisce perché sono così significativi per Mijoo. Una relazione non è essere identici o avere le stesse passioni, né è il discorso degli opposti che si attraggono, ma è completarsi e accettarsi a vicenda, un passaggio importante che il drama mette bene in evidenza.

Anche il rapporto Dan-ah e Young-hwa, per quanto più particolare, insegna molto su quanto sia importante incontrarsi nel momento giusto: essere compatibili non basta, bisogna incontrare l’altro nel momento giusto della vita, quando sei disposto ad accettare e iniziare una relazione.

Sempre nell’ambito iterazioni, il rapporto di Seon Gyeom con suo padre è particolare ed è fortissima una delle loro discussioni in cui il ragazzo, in risposta a suo padre, gli dice che l’amore non voluto è uguale alla violenza. Il loro rapporto va proprio così, con il padre che afferma di amarlo, di volere il meglio, ma che gli impone la sua volontà, le sue idee (con l’obiettivo ultimo di avere un ritorno utile nella propria carriera politica), e quando Seon Gyeom non accetta queste impostazioni, inizia a minacciarlo o avere attacchi di violenza.

Ci sono anche tanti altri piccoli approfondimenti, come il fatto che non si sa mai contro cosa stanno lottando le persone: Seon Gyeom sembra avere una vita fantastica, con genitori famosi e benestanti e una carriera sportiva di successo, eppure non si ama e non si rispetta; l’atleta Woo Sik è sempre allegro e sorridente ma in realtà viene regolarmente picchiato ed è vittima di bullismo da anni ormai.

Davvero interessante:
Il drama, come il suo titolo, è un costante divenire e andare avanti. Inizialmente il titolo ‘RUN ON’ non convinceva, perché sembrava legato all’attività di Sun-kyum come atleta e che, di conseguenza, lasciasse fuori quelli di Mi-joo come traduttrice. Successivamente è diventato chiaro quanto il titolo fosse adatto a questa serie reale e veritiera in cui le situazioni si risolvono con le scuse, con il duro lavoro, con la fatica: a nessuno dei personaggi è mai regalato nulla, non ricevono aiuti Deus Ex Machina per uscire da qualche situazione critica, i loro successi sono il risultato del loro andare avanti e migliorarsi. Anche il finale è qualcosa di vago perché, appunto, in pieno divenire: continuano a vivere e a correre avanti, a volte insieme, a volte da soli, ma comunque ognuno continua ad andare.

Con la sua tavolozza primaverile audace e brillante, ‘Run On’ è un piacere anche per gli occhi. Una particolarità di regia e sceneggiatura sono un gran numero di riferimenti cinematografici, a volte citano battute di film, a volte ripropongono scene di film, credo citazioni molto divertenti.

Il modo di andare avanti di questo drama è strano, eccentrico e molto particolare, continueremo a ripertelo fino alla fine, ma questo ‘marchio di stranezza’, che passa soprattutto per i dialoghi a volte innaturali, bizzarri e assurdi, è quello che lo rende anche unico e bello da vedere.

Punti di forza:
Forte di dialoghi ma con conflitti relativamente deboli, il punto di forza di ‘Run On’ sono le storie individuali dei suoi personaggi principali, resi credibili e interessanti anche da un ottimo lavoro svolto dagli attori che hanno saputo tirare fuori i tratti distintivi di ognuno, rendendoli memorabili.

Deviando dallo standard del drama romantico coreano in cui la storia d’amore è composta da situazioni (a volte assurde) che spinge i due ad avvicinarsi e l’amore a manifestarsi, ‘Run On’ costruisce un’immagine pragmatica, soprattutto grazie a un altissimo livello di comunicazione, dialoghi bizzarri ma interessantissimi e coppie non banali. Non c’erano i soliti problemi inutili di comunicazione o fraintendimenti perché, come persone normali, Seon-gyeom, Mi-do, Dan-ah e Yeong-hwa hanno sempre scelto di esprimere ciò che sentono e di risolvere i conflitti e questo ha reso la narrazione genuina. Il drama non ha mai fatto ricorso a frasi sdolcinate e prevedibili momenti dolci, eppure ha portato una certa quantità di romanticismo che colpisce nel profondo.

Anche se è il solito incontro tra ricco e povera, il modo in cui Seon-gyeom e Mi-do si frequentano è completamente diverso dai soliti cliché. Li abbiamo visti crescere insieme aiutandosi a vicenda a diventare una versione migliore di se stessi, affrontando i problemi di petto, discutendo, anche arrabbiandosi con il proprio partner, in un momento potentissimo e giusto. Seon-gyeom e Mi-do hanno fatto i tipici appuntamenti di coppia e conversazioni imbarazzanti senza tenere in considerazione il pubblico, e questo è in qualche modo affascinante e vero.

In ‘Run On’, Choi Sooyoung ha gestito alla perfezione il suo personaggio, un personaggio difficile che poteva facilmente cadere nel trash, ma che ha portato sulla schermo con una spavalderia convincente. L’accoppiamento con Kang Tae Oh ha portato a una coppia altrettanto coinvolgente. Una storia inizialmente banale, è cresciuta lentamente e con intelligenza.

Punti di debolezza:
Difficile scegliere se può essere considerata una vera e propria debolezza, ma questo drama è adattabile a qualsiasi momento, proprio perché nella sua leggerezza può essere visto quando vuoi una cosa divertente, quando vuoi riposare la mente, quando vuoi avere qualcosa come sottofondo. Nella sua linearità e semplicità non crea astinenza o attaccamento, non ha conflitti evidenti e molti colpi di scena, quindi l’atmosfera di ‘Run On’ potrebbe non piacere ma, secondo noi, vale comunque dargli una possibilità e attendere i primi 2/3 episodi. Le cose ci mettono un po’ a carburare, dategli il tempo.

A una certa, comunque, ‘RUN ON’ si trasforma e diventa una puntata di Giorgio Mastrota in colori pastello: pollo su pollo, latte o caffé su vitamine, mentre i protagonisti sentono la necessità impellente di usare l’aspiratore Dyson anche 5 volte a puntata. La confusione regna sovrana in quelle scene e sarà facile pensare che sì, l’aspirapolvere Dyson pulisce proprio bene e ha davvero un ottimo design ma no, non è quello il motivo per cui stai guardando questo drama. Ora riempitivi e sponsorizzazioni a parte, il drama prosegue bene e resta piacevole da guardare, però questa eccessiva presenza di pubblicità nella seconda metà del drama è così eccessiva che te ne accorgi proprio tanto e quindi risulta un po’ fastidiosa.

Conclusione:
Se volete qualcosa di leggero ma particolare, lineare ma bizzarro, semplice ma profondo, ‘Run On’ è lo spettacolo che fa per voi. Lo abbiamo iniziato con le aspettative più basse di sempre e lo abbiamo concluso con una dolce sensazione di guarigione nel cuore che tutt’ora pervade i nostri animi al sul ricordo. ‘Run On’ ne vale la pena.

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