‘True beauty’ non è nulla di nuovo, infatti è una commedia romantica composto al 90% di cliché e al 10% di follia, ma nonostante tutto riesce a essere divertente anche se sciocco, prevedibilissimo anche se coinvolgente, piacevole anche se molto old style. Sicuramente se siete alle prime esperienze con i drama, lo apprezzerete molto, forse per i veterani risulterà troppo banale e prevedibile.
È un cliché al 90%, appunto, ma allo stesso tempo riporta degli spunti interessanti sulle questioni della pressione affrontata dagli adolescenti a causa degli standard di “bellezza” nella società. È dolce, romantico, fa ridere molto e, in generale, risulta divertente.
Al pubblico generale il drama è piaciuto, noto opinioni molto polarizzate in merito, o lo adori o arriva a malapena alla sufficienza. Purtroppo io rientro in quest’ultima fascia. Sicuramente sono fuori target, sicuramente aver visto moltissimi drama ha reso questo fin troppo prevedibile, sicuramente la faccia da schiaffi del personaggio Sooho non ha aiutato affatto, ma in generale non sono entusiasta del prodotto. ‘True beauty’ non è orribile, non è uno schifo, non è uno spreco di tempo, non è inguardabile, ma non è nemmeno qualcosa che consiglierei al 100%. Ha i suoi pregi, ha momenti molto divertenti ma ha in mente anche un pubblico molto adolescente che lo rende un prodotto un po’ troppo specifico. Il forte termine ‘odiato’ usato nel titolo è provocatorio: ‘True beauty’ aveva del potenziale che è crollato davanti a dei personaggi scritti col culo. Fare un live action non vuol dire riportare tutto uguale, un Sooho me lo puoi fare anche un poco più sopportabile e per questo che per noi è un 6 stentato, perché rendere inutilmente odioso il protagonista è davvero una pessima scelta.
Poi non parlerò nemmeno di quanto siano totalmente inutili, stupidi, superflui, dannosi e orribili gli ultimi due episodi. No. Gli ultimi due episodi NON ESISTONO.
Di cosa parla questo drama?
Im Ju-Kyung è una studentessa delle superiori che fin da quando era piccola, ha avuto un complesso sul suo aspetto, giudicata da tutti brutta, tanto da essere anche vittima di bullismo. Disperata, per nascondere il suo viso, Im Ju-Kyung inizia a truccarsi pesantemente e le sue eccellenti capacità la rendono carina. La sua vita con il suo nuovo viso si scontra con quello di altri due ragazzi, Lee Soo-Ho e Han Seo-Joon.
Piccole cose bellissime:
‘True beauty’ va preso alla leggera con il suo stile live action dove l’esasperazione di situazioni, recitazione, movimenti sono al massimo e la sospensione dell’incredulità è necessaria.
In generale il drama mette alla luce l’importanza della bellezza interiore, le pressioni sociali sull’aspetto esteriore, il bullismo, il suicidio giovanile, anche se tutto è trattato in modo molto superficiale, che è volutamente una scelta. Il drama è una commedia dai tratti comici esasperati, lo ripetiamo, e pipponi seriosi su temi pesanti starebbero bene come confetti alle mandole su un piatto di spaghetti al sugo. Una vera e propria delizia (Le metafore e immagini mentali più squisite solo qui, su Ciao Kpop!)
La trama di True Beauty riprende un normale dramma romantico coreano con i mille cliché di un triangolo amoroso, la storia di Cenerentola e l’essere amici d’infanzia predestinati all’amore eterno. Per questo la storia è facile da seguire e non c’è il rischio di confondersi. Di sicuro viene spinto l’acceleratore sull’aspetto comico e umoristico con uno stile esagerato che, però, rende bene data l’ambientazione, i vestiti, i colori e le scenografie scelte.
La regia è giusta per questo drama e accompagna delle scenografie molto belle, una fotografia brillante, colorata, molto rosa, che esalta il tono magico della narrazione, con degli abiti davvero di buon gusto (le divise scolasticheAAAAAAKJVSVNKKDSVJNSDF) e Sooho è davvero divino (o meglio il principe Eunwoo è semplicemente divino).
Cosa affronta il drama?
Il viaggio di Ju Kyung verso l’accettazione di sé, l’amore per se stessi e la fiducia in se stessi costituisce la spina dorsale principale della nostra narrativa ed è bello che il drama si prenda il tempo per permetterle di lavorarci sopra, invece di agitare una bacchetta magica facendo sparire tutti i suoi problemi appena impara a truccarsi.
‘True Beauty’ pone l’accento sulle lotte nascoste degli adolescenti e fornisce una solida ragione per cui Jugyeong vuole usare il trucco per proteggere il suo vero volto: non vuole essere bella o divina, vuole essere accettata. Eppure questa accettazione basata sull’aspetto, per quanto renda tutto apparentemente migliore, la fa stare male e la fa vivere nel terrore di essere smascherata come un’impostore. Il modo in cui il drama tratta questo, anche se ha toni leggeri, è giusto, chiaro e molto vero. I protagonisti si muovono in una società contorta dove essere carini è socialmente accettabile, mentre essere “brutti” non lo è, e purtroppo non è molto lontano da quello che possiamo effettivamente vedere anche nella nostra realtà.
Il modo in cui il drama risolve le sue questioni è, prevedibilmente, semplicistico, sia per il bullismo che per il suicidio e il superamento della morte di un amico, sia per il concetto di bellezza, ma, ripetiamo come dei pappagalli: ‘True Beauty’ non vuole essere un trattato di filosofia né un dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, vuole far interessare al problema e dare speranza a tanti ragazzi che provano le stesse emozioni negative. Nella sua semplicità il drama ha senso, è credibile e funziona, questo dobbiamo dargliene atto.
Punti su… qualcosa:
Qui voglio parlare dei personaggi che sono sia la forza che la debolezza di questo drama: lo so, non ha senso, ma ora mi spiego e vediamo se condividete la mia idea o state già preparando i forconi. Il drama non mi ha fatto impazzire e il mio problema non è stata né la trama prevedibile o il tono da live action, quanto alcuni dei personaggi che ho quasi odiato alla follia.
Cha Eun Woo sembra che reciti la versione pessima del suo ruolo Kyung‑seok in ‘My ID is Gangnam Beauty’: i due personaggi sono simili, ma Sooho qui è 100 volte peggio. Sooho è molto rigido, molto pesante, è il tipico protagonista maschile tsundere che, però, spesso ha delle uscite a limite del molesto, che risultano, per di più, superflue e davvero brutte da guardare. Sooho è inutilmente cattivo, sceglie parole odiose e si comporta in modo davvero opinabile, di sicuro ha i suoi problemi ma non riesco a giustificare il suo comportamento, mi spiace. Il principe Eunwoo è bellissimo e incredibile, come sempre sia lodato il suo nome, ma il personaggio che interpreta in ‘True Beauty’ è ai limiti del sopportabile. Soprattutto nella prima metà, Sooho resta spinoso, opaco e stro**o, a volte inutilmente ostile, per poi diventare molto più sopportabile e comprensibile nella seconda metà.
Quando il miglioramento accade però, è troppo tardi e già ti sei innamorata perdutamente di quel personaggio incredibile di Hwang In Yeop, che è semplicemente da spupazzare. Anche qui il drama lavora di sottrazione e toglie, episodio dopo episodio, gli strati da cattivo ragazzo di Seo Joon per rivelare un tenero idiota, un idiota molto dolce, romantico e sensibile. Tiferete e soffrirete con lui. Garantito.
Soo Jin è, invece, un personaggio usato in modo strano, non voglio fare spoiler ma davvero la sua evoluzione è un WTF completo. A una certa è usato come un espediente, quando cambia drasticamente solo ai fini della narrazione. Brutta scelta, brutta trasposizione, brutte motivazioni, il tutto risulta forzato, falsato e molto imbarazzante anche solo da vedere.
Im Se Mi, nei panni della sorella maggiore burbera e allegra di Ju Kyung, è bellissima: Hee Kyung ha moltissimi dei tratti maschili alfa e li usa contro il professore Han, che, al contrario, è la donzella da salvare. Le dinamiche tra i due sono fantastiche, perché ironiche, assurde e divertenti, un semplice caso di inversione dei ruoli di genere che, però, funziona benissimo e risulta fresco e coinvolgente. Le scene dei due sono tra le mie parti preferite.
Altra nota positiva: Soo Ho e Seo Joon insieme danno origine ad alcuni delle scene che mi hanno fatto molto ridere, così come Soo Ho con i genitori della protagonista. Inutile dire che la gara tra e di gnocchi, insieme al momento “romance” tra Soonho e il padre di Ju Kyung, sono epici, sorrido al solo pensarci.
I genitori di Ju Kyung, invece, sono un’altra nota molto dolente: le dinamiche tra di loro sono molto difficili e poco confortevoli da guardare perché la madre è molto aggressiva con il marito e, purtroppo, anche con la figlia. Soprattutto col papà, oltre alla violenza verbale, spesso non si trattiene dal picchiarlo direttamente, sicuramente un messaggio non positivo da vedere. Con Ju Kyung la madre è inutilmente dura per qualsiasi cosa, reagendo con violenza e rabbia. Vero che la ragazza tiene tutto dentro, ma la madre non ci prova proprio a osservarla e a capirla la figlia, non rendendosi conto né del bullismo subito, né degli istinti suicidi, né del complesso psicologico che ha sviluppato, inutile dire che è gravissimo.
Non voglio proprio parlare del finale, anche perché cos’altro potrei dire se non che è evidente che agli sceneggiatori era stato detto di fare 16 episodi, si sono confusi e ne hanno fatto 14 e poi hanno utilizzato cliché degli anni ’80, problemi che non esistono, situazioni da idiote per allungare il brodo? Ultimi due episodi scritti malissimo, insensati, inutili, superflui e davvero che hai voglia di entrare nello schermo e strangolare tutti. No. Gli ultimi due episodi NON ESISTONO.
Conclusione:
Se amate le ambientazioni scolastiche e i protagonisti un po’ str***i, allora adorerete ‘True beauty’. Se preferite personaggi più profondi e trame poco prevedibili, allora potreste non apprezzare il prodotto.
Per goderselo ‘True beauty’ va preso per quello che è: un live action assurdo, folle e svampito su dei ragazzi che imparano ad amarsi parlando con il loro linguaggio. E’ divertente, spensierato e leggero, Moon Ga‑young è bellissima (anche quando dovrebbe essere inguardabile), Eunwoo è strafigo e uno gnocco incredibile ma Sooho lo strangolerei. Per fortuna che c’è Hwang In Yeop… e come al solito le motivazioni si riducono a un elogio ai protagonisti.
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