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‘Snowdrop’ con Jisoo delle Blackpink e Jung Haein vale davvero il tuo tempo? Spoiler: NO

Fin dall’inizio, ‘Snowdrop’ è stato oggetto di polemiche: il drama è stato accusato di aver modificato la storia delle lotte in lotta della Corea del Sud per la democrazia, un movimento che ha causato numerose vittime, dagli studenti agli innocenti che sono stati incastrati come spie dell’Agenzia per la sicurezza nazionale (ANSP). Queste accuse, nate con la pubblicazione della trama, sono continuate con i primi episodi in onda. A metà drama ci si rende conto che la storia è inventata e prende una via totalmente diversa, ma i punti di partenza sono delicati e molto controversi. Ovviamente la controversia non è importante per capire il drama, però è interessante saperlo anche per conoscere una parentesi della storia coreana a noi sconosciuta.

A parte questa controversia iniziale e visto che da poco è disponibile anche su Disney+ Italia: vale la pena guardare ‘Snowdrop’ con Jisoo delle Blackpink e Jung Haein? La risposta è, purtroppo, molto controversa. Spoiler: NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.

‘Snowdrop’, dopo un inizio interessante, crolla più e più volte su se stesso, sepolto sotto mille sottotrame e una complessa struttura di gerarchie e relazioni.

Un’ansia a una certa indescrivibile.

Di cosa parla questo drama?
Il drama è ambientato nel 1987 e la storia inizia quando un giovane coperto di sangue ‘Lim’ (Jung Hae In) irrompe in un dormitorio di un’università femminile. Una studentessa di infermeria ‘Young Cho’ (Jisoo delle BLACKPINK) incontra l’uomo ferito e lo nasconde dalle autorità, credendo che lui sia uno studente manifestante studente, parte delle protese che nel periodo chiedevano elezioni democratiche eque. I due si innamorano, ma man mano che la storia procede, la donna scopre che l’uomo è una spia della National Intelligence Service.

ANALISI ALLA POLEMICA – Parte 1 e 2
Tutti gli articoli su ‘Snowdrop’ e la polemica degli ultimi mesi

Piccole cose (forse non) bellissime:
Irrazionale, forse, è la parola giusta per descrivere la trama che, a prescindere dal contesto storico, svanisce e si perde nel vortice di scontri prolungati, sottotrame inutili e una versione estremamente banale di Casalinghe Disperate (le tre mogli che si battono affinché i propri mariti siano i primi nelle prossime elezioni).

Nel drama, a un certo punto, i colpi di scena, le svolte e i piani perdono non sono più appetibili, scioccanti, sembrano un continuo ripetersi, una pallida copia carbone di quanto accaduto qualche episodio prima. Nell’arco di due episodi, un personaggio tenta di scappare senza riuscirci almeno 50 volte, il tutto con piani logici quanto quelli che saprebbe ideare un bimbo di 5 anni (attenzione eh, il personaggio è descritto come una persona forte, furba e molto intelligente, quindi immaginate quanto siano credibili quei tentativi di fuga da fesso).

Quella che era già una storia traballante diventa meno profonda a causa di finti intrighi e storie parallele che l’hanno consumata senza alcuna conclusione soddisfacente. Quando arriviamo ai colpi di scena finali che contano davvero, siamo solo stanchi. E poi il finale fa cagare, detto con diretta schiettezza. Che fine fanno i personaggi? Che succede a quello e quell’altro? Come si risolve la frattura politica? Domande che capirete se volete immolare la vostra anima a questo vortice di giramenti di palle.

Non vogliamo spoilerare nulla, ma a una certa escono fuori una quantità esagerata di spie, che risulta davvero improbabile e incoerente che così tante spie siano collegate a una università femminile o che finiscano tutte insieme in uno spazio così piccolo. Queste spie nord-coreane in realtà erano pervertiti che spiavano le studentesse? Perché questa ossessione per le studentesse universitarie? Non lo saprete mai, mettetevi l’anima in pace.

‘Snowdrop’ si sforza di raggiungere un finale grandioso e tragico, ma alla fine risulta tutto banale e un po’ senza senso. Un bel po’ senza senso.

Cosa affronta il drama?
Si percepisce una condanna al mondo politico e al modo di gestire, violento e crudele, di quegli anni, con la ANSP che si è macchiata di molti crimini. Si percepisce la repulsione per i giochi di potere e come questi, alla fine, danneggiano solo i cittadini e le persone normali, vere vittime di queste azioni. Si percepiscono molto cose, ma non c’è molta profondità nella narrazione perché questa vuole essere soprattutto una storia d’amore.

L’amore condannato e impossibile tra Yeong-ro e Soo-ho vuole essere una versione moderna di Romeo e Giulietta, eppure è totalmente irrealistica e incoerente. Si innamorano tantissimo all’improvviso, dopo essersi visti un paio di volte, poi la relazione diventa inquietante nella metà del drama, creando una dinamica malsana che somiglia alla sindrome di Stoccolma e che diventa dannosa per tutti. Peccato perché erano carini insieme, anche se molto spesso inquietanti. Carini e molto inquietanti. Del tutto casuali ma con alcune scene belle. Sensazioni così strane.

Punti su… qualcosa:
Gli attori sono ostacolati da caratterizzazioni deboli, dialoghi noiosi e motivazioni incomprensibili.

L’anello più debole in questo cast è Jung Hae-in che interpreta un ufficiale sudcoreano che cattura disertori nell’esercito. Il Soo-ho di Jung non riesce a portare in vita il presunto tumulto interiore di un soldato combattuto tra l’essere fedele al suo paese e scegliere la propria felicità, dato che tutto ciò che fa è rimuginare e guardare nel vuoto. Dato che altro ha dimostrato di essere bravino, qui è proprio un no, ma in fondo ha un personaggio che manco lui sa cosa vuole fare, oltre che un tipo un po’ anche fastidioso.

Jisoo delle BLACKPINK si impegna e si vede e fa quello che può a salvare un personaggio disastroso e piatto come Yeong-ro. Povera Jisoo al suo debutto con un personaggio di merda come Yeongro, davvero bravissima perché aveva il nulla in mano e ha cercato di fare il possibile. L’incoerenza tra amare e odiare Soo-ho è aggravata dal complesso della vittima che la porta a incolparsi di tutto, anche se non è mai colpa sua.

Non funziona meglio Jang Han-na (Jung Yoo-jin), la cui lealtà e amore per Lee Kang-moo la fa agire e muovere come suo satellite. Nonostante sia definita un agente eccezionale e capace, Han-na esiste solo per Kang-moo e non ha nessuna scena che non sia a lui collegata. Una donna descritta solo come appendice di un personaggio maschile: CHE BELLO.

Il Kang-moo di Jang Seung-jo emerge come il personaggio più sfumato della serie, oltre che ottima perfomance: passa dall’essere un uomo accecato dalla sua lealtà all’ANSP e dai suoi ideali, per poi capovolgere i suoi criteri quando si trova faccia a faccia con la crudele realtà di ciò che l’ANSP fa a persone innocenti. Contrariamente all’indecisione di numerosi altri personaggi, è facile per lui abbandonare le vecchie scuole di pensiero e dedicare la propria vita a salvare gli innocenti ostaggi.

Eppure Snowdrop ha dei momenti belli: gli episodi iniziale, sebbene molto lunghi, sono piacevoli mentre si entra nel vivo della questione; ci sono momenti molto commuoventi ma anche di perfida e agghiacciante cattiveria, che vi faranno venire la pelle d’oca. Eppure questi momenti sono pochi e lontani e non salvano una storia che è fatta da più bassi che alti.

Conclusione:
‘Snowdrop’ è solo per chi ama Jisoo delle Blackpink e Jung Haein e per chi ha una pazienza infinita, perché da metà in poi, diventa una sfida arrivare alla fine. Spoiler: anche se vincete la sfida e arrivate alla fine, non ci sarà nessun premio ma solo un finale di merda.

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PR

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