Come descritto nell’articolo di ieri, l’autorità che si occupa dei media in Cina ha apportato diversi cambiamenti negli ultimi mesi nel mondo dell’intrattenimento che possiamo riassumere in:
– lotta spietata fanbase, fandom per la loro cultura ossessiva nei confronti dei loro idoli, con relative nuove restrizioni e controlli serrati sulle attività, raccolta fondi e commenti scritti che ricadono sulle agenzie degli idol;
– nuove normative anche per idol e influencer che guadagnano fama attraverso l’ostentazione di ricchezza, volgarità, pettegolezzi e “comportamenti da femminuccia”, chiedendo quindi agli artisti di seguire i valori del partito, sia da un punto di vista estetico che morale.
Questo nuovo assetto è molto complicato perché, come già detto, vieta di fatto fanbase non ufficiali, che potrebbero avere delle ripercussioni penali molto gravi nel caso venissero accusate di aver infranto la legge, e fa ricadere questo controllo sulle agenzie d’intrattenimento che quindi potrebbero essere costrette a pagare multe salatissime anche se una fan pubblica online una menzogna su un determinato artista e non viene fermata in tempo.
L’Ambasciata della Cina in Corea ha annunciato che questa nuova politica non è specificamente mirata a sanzionare i cantanti K-Pop, ma è per il loro progetto “淸朗” per ripulire le irrazionali attività dei fan nell’industria dell’intrattenimento in generale.
E’ ovvio che queste novità colpiscono direttamente l’industria dell’intrattenimento cinese sarà colpita, ma ci sarà una ripercussione anche nell’industria dell’intrattenimento coreana, anche perché tutt’oggi gran parte dei più grandi fanbase di gruppi e artisti coreani sono proprio in Cina.
Anche aziende come l’SM Entertainment, che con i WayV stava tentando di ritornare attivo sul territorio cinese (le promozioni di Lucas e dei WayV sono state sospese per i prossimi mesi, non è chiaro se per queste nuove norme o per lo scandalo di Lucas), o la Pledis Ent, dove The8 e Jun avevano già annunciato mesi di attività in territorio cinese, saranno costretti a rivedere i propri metodi nel paese.
Quale sarà il futuro degli idol in Cina è ancora un mistero, ma è probabile che vedremo sempre meno artisti K-pop di origine cinese promuovere in Cina, magari preferendo il territorio coreano ad ora più sicuro.
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