Park Jin Young (J.Y. Park) parla della sua esperienza da musicista e produttore musicale in un'intervista
igghypop | On 18, Mag 2015
In una particolare intervista “da ubriachi” con Ilgan Sports, in cui il CEO della JYP e l’intervistatore buttavano giù qualche goccia di alcool in segno di informalità ed amicizia, J.Y.Park si è pronunciato circa il suo recente successo con il brano “Who’s Your Mama?”, i progetti per la sua casa discografica e della sua personale esperienza come artista.
Nella sua ventennale carriera da musicista ha vissuto certamente alti e bassi nonostante molte delle sue produzioni si siano rivelate hit! Ha infatti ricordato che il brano prodotto nel 2013 “Halftime” fu in qualche modo un fallimento dal momento che non riuscì a soddisfare le aspettative dei fan. Questo ha infatti indotto a credere all’artista stesso che non è più un compositore al top.
J.Y.P è convenuto nel decretare un insuccesso il suo lavoro del 2013 perchè non era riuscito ad andare in contro alle richieste dei suoi seguaci, ma tuttavia questa non era stata una sorpresa per lui.
L’intervistare ha poi detto: “Credo che con il tuo recente successo tutto andrà per il meglio” e l’artista ha risposto: “Dal momento che la canzone proposta quest’anno è stata una hit ci sarà nuovamente un trend per me. Credo che questa sia la giusta prospettiva. Proprio per questo ringrazio il cielo pensando che questa hit sarà la mia ultima.”
Ha poi continuato: “Il 1994 è stato l’unico anno in cui non ho avuto una canzone da hit mentre 21 anni prima di quella data ‘Don’t Leave Me‘ è stata una canzone hit. Così ho creduto per un po’ di aver avuto un crollo.”; l’intervistatore ha poi spiegato che: “”Don’t Leave me” era la sensazionale traccia composta da Park Jin Young stesso, nel suo album di deutto “Blue City”.”
Con il responso negativo e la poca partecipazione al comeback del 2013 è risultato difficile per l’artista prepararsi ad un nuovo ritorno con “Who’s Your Mama?” , ha spiegato infatti di come molti cercavano di opporsi al rilascio del suo nuovo album. I progetti volevano che solo le canzoni future hit venissero prodotte e quindi il lavoro di J.Y.Park sarebbe dovuto slittare all’anno prossimo. Il suo album del 2013 aveva segnato un guadagno minimo per il compositore per cui si era attenuto ai piani stabiliti per lui. Comunque il CEO, desideroso di promuovere, ha pensato di sottoporre il brano al sistema di valutazione dei brani musicali della casa discografica. Il sistema prevede infatti che, se una canzone fa un punteggio superiore agli 80, è considerata idonea per il lancio, e la sua canzone ha ottenuto infatti ben 94 punti. Il totale conteneva anche l’assegnazione del budget quindi, dal momento che il brano aveva raggiunto dei risultati ottimi, lo staff si era subito infervorato. Dopo la valutazione infatti 22 membri dello staff hanno previsto insieme quanto si sarebbe potuta piazzare la canzone nelle classifiche. L’artista ha raccontato orgogliosamente : “Io avevo previsto per “Who’s Your Mama?” il secondo posto ma ha in realtà raggiunto per ben due settimane la prima posizione.”
Il sistema di valutazione musicale deve certamente essere soggettivo ed è davvero difficile stabilire come la JYP si possa basare su un tale metodo. Ma il CEO ha chiarito la cosa dicendo: “Sono sicuro fermamente che una serie di opinioni soggettive possano portare ad un quadro oggettivo della questione. Ecco perchè il sistema è stato creato.”
Nell’ultima parte dell’intervista il CEO ha poi parlato riguardo i progetti futuri della label che riguardano il raggiungimento del valore di mercato dell’impresa a un trilione di won (circa 920 milioni di dollari). Jin Young ha infatti detto: “Se non avessimo usato il sistema della valutazione musicale e quindi se le canzoni prodotte non fossero state lanciate senza seguire le mie opinioni, un valore di mercato di circa un trilione di won sarebbe solo un sogno. Le più potenti compagnie sono la SM e la YG ma nessuna delle due è stata capace di raggiungere una simile cifra. Ecco perchè parlo di un trilione per la JYP. Pensate a questo come un esperimento per provare che la creatività è possibile attraverso una massiccia produzione.”
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