'Not Yet Thirty' è la versione poraccia di Sex and the City con guest star Giorgio Mastrota
PR | On 21, Gen 2022
‘Sai qual è la differenza tra i vent’anni e i trent’anni? Quando l’amore finisce (a trentanni), puoi immergerti completamente nel lavoro.’
E’ con l’unica frase bella del web-drama ‘Not Yet Thirty / How To Be Thirty’ che vogliamo iniziare questa recensione che non sarà una passeggiata perché questo prodotto, nonostante le premesse teoricamente interessanti, è un vagone di un treno che punta dritto alle parti intime. Per dirla semplice semplice.
Anche questo web-drama, come gran parte dei drama degli ultimi anni, è nato da un webtoon “85nyeonsaeng” di Hye-Won ed è un prodotto di soli 15 episodi, ognuno da circa 20 minuti, qualcosa che si vede molto rapidamente. Non lasciatevi ingannare: la base solida di un webtoon, la durata breve e concisa e gli attori navigati e con esperienza non salvano affatto ‘Not Yet Thirty’, che continua a far cagare la merda (per questa recensione le parola chiave saranno eleganza e calma).
Questo web-drama è tanto breve e realistico, quanto inutile e scadente. A tratti sembrerà assurdo, a tratti ti chiederai perché tu a 30 anni certe pippe mentali non te le sei mai fatte, oltre all’incredibile e onnipresente sentimento nella seconda metà del drama di entrare nello schermo e soffocare 2/3 persone. Ecco non ci è piaciuto molto questo drama, se non fosse ancora chiaro il sentimento dominante di questo commento.
Purtroppo questo web-drama ha tutti gli errori possibili di un drama: cliché su non comunicazione/comunicazione errata e, in episodi di soli 20 minuti, flashback lunghi e inutili di cose successe nell’episodio prima. Abbiamo davvero bisogno di un drama che ricordi quello che hai visto 40 minuti prima? Davvero? Perché non fare qualcosa di più breve, 10 o 12 episodi, o magari che ne so, dare spazio a suddette ‘protagoniste’ usate semplicemente come bariste?
Perché lo abbiamo definito ‘la versione poraccia di Sex and the City con guest star Giorgio Mastrota’? Dovete leggere fino alla fine per capirlo. Sarà lunga e dura.
Di cosa parla questo drama?
“Not Yet 30” segue le vite di tre amiche trentenni (ovunque la trama parte così eh, non ce lo siamo inventate noi, ricordatelo questo particolare).
Seo Ji-Won (Jung In-Sun) è una famosa scrittore di webtoon che incontra di nuovo per caso il suo primo amore Lee Seung-Yoo (Kang Min-Hyuk), nuovo dipendente della sua casa editrice. Lee Ran-Joo (Hani) lavora come speaker radiofonica ed è una donna forte che non riesce ad avere una relazione seria, mentre Hong A-Young (Cha Min-Jee) gestisce un bar.
Piccole cose (forse non) bellissime:
“Not Yet 30” vuole essere un drama spensierato, mentre tratta di tematiche più mature come relazioni tossiche, bullismo online, distruzione della reputazione per futili motivi, superamento della paura di iniziare una relazione, licenziamento, divorzio, le difficoltà dell’inizio di un’attività ecc. E’ evidente che ci provano gli sceneggiatori a dare spessore a questa serie, ma il risultato è altalenante e inconsistente, superficiale e vuoto.
Immaginiamo questi sceneggiatori con un cervello pieno di criceti confusi che fanno girare la loro minuscola ruota mentre cercano di rendere il drama maturo e scelgono che un pippone di 15 episodi su tradimento e relazioni tossiche trattate come una soap opera siano la scelta giusta. Cosa volevate dimostrarci, cari sceneggiatori, che i trentenni sono ancora all’oscuro e ingenui? Che anche se viviamo da 3 decenni in questo mondo ancora siamo incastrati e ci incastriamo in relazioni orribili? Che ancora le donne nel 2021 si colpevolizzano quando gli stronzi sono altrove perché, poveri esseri umani, loro vanno capiti e siamo noi le pazze della situazione?
Il problema non è mostrare una relazione tossica, anzi complimenti per aver voluto affrontare un tema così difficile, ma se lo fai in questo modo sei una merda comunque. Le buone intenzioni non bastano e non possono bastare quando vediamo un drama con il bastardo di turno che fa tira e molla e la vittima che chiede scusa alla seconda vittima, dopo che lui l’ha resa insicura, l’ha presa alla sprovvista, l’ha volutamente confusa, le ha mentito l’ha incastrata nel ruolo dell’amante e non è mai stato sincero in nulla, non rispettando nessuna delle due donne. Spoiler: lui non si mai scusato né con l’una né con l’altra e a lui personalmente questa storia non porta nessuna conseguenza, mentre rende le due donne, rispettivamente, una criminale informatica e una che “perde” il lavoro.
C’è anche una coppia con un gran divario d’età, quasi di 10 anni, dove c’è lei molto forte, molto girl crush, e lui molto aegyo, molto ingenuo e infantile. Non è sbagliato a prescindere una relazione con un divario d’età, ma risulta tanto tenero quanto forzato perché non si capisce cosa i due abbiano in comune, di cosa parlano, come si capiscono.
Questo drama aveva così tante promesse, ma non si è rivelato all’altezza di nulla. Mancano la trama, ma la regia, ma abbondano pubblicità di cosmetici e oggetti vari. In pratica è la versione poraccia di Giorgio Mastrota mischiato con Sex and the City. Giorgio Mastrota perché ci sono minimo 2/3 oggetti sponsorizzati in ogni puntata di 20 minuti… e vediamo le protagoniste spalmarsi la crema in faccia e massaggiarsi tanto tanto tanto, perché i tutorial su come mettere la crema o la BB cream erano necessari.
‘Sex and the City’ perché a nostro avviso il drama si ispira all’iconica serie mancano in tutto però, in fashion, in personaggi, in sceneggiatura, in ambientazione, in regia ecc. Qui abbiamo tre (e non quattro) protagoniste femminili non così lontane: la prima legata all’editoria (giornalista vs scrittrice di fumetti/webtoon) che vuole l’amore e insogna il ragazzo di cui è da sempre innamorata (in un caso Mr. Big, inseguito da anni, e nell’altro il primo amore di scuola), con cui ha una relazione altalenante e un po’ tossica (quindi ispirata -male- a Carrie); la seconda è una donna di successo (avvocato e speaker radiofonica), che ha una visione molto cinica degli uomini e delle relazioni, maschera la sua vulnerabilità sotto una facciata di cinismo e freddezza (quindi ispirata -male- a Miranda); la terza non assomiglia a nessuno perché a parte che è divorziata e che l’ex le ha messo le corna e quindi dopo è diventata un po’ cazzuta e tende a voler evitare ogni coinvolgimento emotivo e crede fermamente nell’amore per le sue amiche (un pochino, ma proprio poco, come Samantha). Il tema è, ovviamente, trentenni che girano per la città e che, a prescindere da uomini, tradimenti, difficoltà e problemi, si ritrovano sempre grazie alla loro amicizia intorno a un tavolo.
Cosa affronta il drama?
Il messaggio è chiaro: amore, amicizia e lavoro dovrebbero renderci felici. Altro messaggio è che le donne dovrebbero amarsi di più e godere degli amici e delle relazioni sane. Non è davvero importante avere una relazione, devi essere circondata da persone che si prendono cura di te.
Seo Jiwon, la protagonista, è una donna pieno di forza d’animo, una che si è costruita da sé nel suo lavoro, che, nonostante molte brutte esperienze amorose nel passato, continua a cascare in altre relazioni tossiche. Non riesce a trovare un equilibro tra l’amore che merita e l’amore che riceve, soffrendo come un cane. La capisci, capisci che è il suo carattere, ma cavolo quanto è frustante.
Il perno del discorso ruota intorno a com’è avere trent’anni e alla presa di coscienza che ormai sei adulto e devi capirle certe cose.
– Renditi conto che non devi sopportare un ragazzo emotivamente non disponibile e disonesto;
– Renditi conto che le altre donne del tuo ragazzo non sono nemiche, ma spesso sono solo altre vittime che non si sono amate e rispettate abbastanza;
– Renditi conto che devi usare la testa oltre che il cuore quando scegli un partner;
– Renditi conto che hai il potere di ricominciare dopo dolorose rotture;
– Renditi conto che hai il potere di ferire gli altri e di riconoscere i tuoi errori;
– Renditi conto che hai il potere di proteggerti dall’essere ferito;
– Renditi conto che essere emotivamente vulnerabile e chiedere scusa è una cosa molto matura e giusta da fare; – Renditi conto che devi assumerti le responsabilità della tua vita invece di incolpare qualcun altro;
– Renditi conto che il ragazzo giusto non ha un orario d’arrivo e potrebbe essere già al tuo fianco.
Tutto questo lo devi capire tu se sei filosofico e poetico perché se ti basi sul drama, l’unica cosa che ti rendi conto è che certa gente andrebbe presa a schiaffi e basta.
Davvero molto interessante:
Questa parte dovrebbe avere delle cose positive, quindi di sforziamo e sì, l’amicizia tra le ragazze è stato un bel tocco e ha aggiunto un po’ di calore alla storia.
E’ un drama molto molto leggero, non c’è grande suspense o tragedia e va bene se cercate una commedia romantica molto semplice e poco profonda. Se vi preparate a tutta la merda, poi, forse riuscirete ad apprezzare il ritratto imperfetto dei trentenni che ne esce fuori, così vero e realistico. Perché avere trent’anni non significa che hai capito tutta la tua vita, o che la tua vita è stabile e perfetta, il tutto resta comunque caotico, volubile, dannoso, doloroso e anche deprimenti e frustante. I trentenni continuano a fare stupidaggini e a non affrontare i problemi e vediamo come un approccio così immaturo e riluttante alla fine hanno delle conseguenze e da lì a poco la pagherai cara per quella superficialità, con la tua salute mentale o, peggio, con la tua carriera. Alla fine questo drama ti mostra quanto sei imperfetto, non importa quanti anni hai.
Punti su… qualcosa:
‘How To Be Thirty’ utilizza molti dei cliché che si trovano nel genere romcom e, soprattutto, non ha gestito tutte le storie allo stesso modo ed è assurdo per un drama con 3 protagoniste. Il drama si è concentrato su Seo Jiwon in modo quasi ossessivo, Jin Won, ha riempito alcuni buchi e Ah Young è un semplice sopramobile.
Ci tengo a spendere due parole su Ah Young e su come l’hanno tratta a merda quando la sua storia sarebbe stata molto interessante: è una donna divorziata dopo un tradimento che ha continuato a portare avanti un progetto lavorativo e ha aperto un bar, con tutte le difficoltà che derivano da una nuova attività. Sappiamo poco e niente del suo background, poco anche del suo carattere, non ci viene mostrata nemmeno casa sua (mentre vediamo invece le case delle altre due protagoniste). Lei viene vista (e definita) sempre e solo nel suo lavoro e il suo personaggio è funzionale a creare un luogo dove far incontrare le persone. Fine. Una merda.
La parte iniziale del drama, in generale, sembra carina ma a una certa le cose si fanno strane, in un crescendo di WTF dovute a molte decisioni sbagliate e una comunicazione inesistente tra i protagonisti e anche il triangolo amoroso, ennesimo cliché utilizzato, è debole e noioso, sono riusciti a fare l’impossibile in pratica. Tutti si comportano in modo infantile e stupido ed è semplicemente odioso.
Conclusione:
Questo drama ha però un primato e gliene dobbiamo dare atto: è riuscito a farmi innervosire in tre momenti diversi ossia mentre lo vedevo, mentre scrivevo questa recensione e pure mentre cercavo un’immagine da scegliere come copertina dell’articolo. Come potete notare, nonostante la trama sia TRE DONNE NEI LORO TRENT’ANNI, i poster li hanno fatti solo con la coppia numero 1 e la coppia numero 2, la terza donna “protagonista” non ha nemmeno il poster ufficiale e ho dovuto prendere una foto del cavolo io direttamente da una puntata però ci sono 0 foto ufficiali.
Credo sia la degna conclusione di questo commento per dirvi che no, questo drama non ne vale la pena.
Lascia un cuore per questo articolo 🙂
Lascia un commento