"Mr. Sunshine" brilla con lezioni sul patriottismo e l'amore
PR | On 25, Giu 2021
Contrariamente al suo nome, non aspettatevi che il drama del 2018 ‘Mr. Sunshine’, serie originale di Netflix, sia una storiella leggera su un amore alla luce del sole. ‘Mr. Sunshine’, infatti, racconta la storia del declino dell’era della dinastia Joseon in Corea e l’inizio di quelli che saranno duri anni di occupazione giapponese del territorio.
Questo drama fa luce su anni importanti per capire la Corea di oggi ed è perfetta per gli appassionati di storia, ma anche per chi ama serie TV piene di suspense e azione, racconti cupi, narrazioni su attivisti che combattono per l’indipendenza o una silenziosa e pura storia romantica.
Personaggi incredibili, narrativa impareggiabile, fotografia e regia sublimi: ‘Mr. Sunshine’ è forgiato su una straordinaria storia d’amore, amicizia e patriottismo che vi appassioneranno.
Di cosa parla?
Questo drama è ambientato a Hanseong (il vecchio nome di Seoul) all’inizio del 1900 e si concentra su attivisti che lottano per l’indipendenza della Corea, nelle prime fasi della conquista giapponese. ‘Mr. Sunshine’ inizia con la storia Eugene Choi (Lee Byung Hun), nato in schiavitù a Joseon e fuggito negli Stati Uniti dopo lo Shinmiyangyo del 1871 (spedizione americana in Corea). Diventa un ufficiale del Corpo dei Marines degli Stati Uniti e torna a Joseon per una missione. Mentre è a Joseon, incontra e si innamora della nipote di un aristocratico, Go Ae Shin (Kim Tae Ri), che fa parte dell’Esercito dei Giusti, ribelli che combatto per l’indipendenza della loro patria.
Il loro amore, però, è messo in discussione dalla differenza di classi sociali e dalla presenza di Kim Hee Sung (Byun Yo Han), un nobile promesso sposo di con Ae Shin. Mentre è a Joseon, incontra Goo Dong Mae (Yoo Yeon Seok), uno spietato samurai innamorato anche lui di Ae Shin, e Hina Kudo (Kim Min Jung), proprietaria del famoso “Glory Hotel” dove risiede Eugene. Scopre, inoltre, un complotto dell’Impero del Giappone per colonizzare la Corea e presto viene coinvolto nella lotta per la sovranità di Joseon.
Piccole cose bellissime:
‘Mr. Sunshine’ è uno dei drama più costosi ad oggi mai prodotti in Corea del Sud ed è una piccola opera d’arte nel genere storico/fantasy che risulta a ogni puntata più intenso e pieno di emozioni (Si parla di fantasy non per elementi del genere, ma perché il drama si prende delle libertà storiche nella sua narrazione).
Il drama è una festa per gli occhi: ogni episodio è stato scolpito con un’ampia estetica che cattura i fotogrammi pittoreschi dell’era del declino di Joseon, quando le influenze straniere si sono lentamente incorporate nella cultura locale. Riprese panoramiche bellissime, edifici ricostruiti da zero con minuziosi particolari, il tutto accompagna da una colonna sonora potente e altisonante: ogni scena non è casuale e mette in evidenza la grandezza del progetto.
Il giovane regista Eung-Bok Lee eccelle in questo prodotto: con una rara facilità, manovra sia l’azione su larga scala che l’intimità in posti angusti, applica una messa in scena estremamente sensibile ai momenti tranquilli tra due o tre personaggi, accumulando dettagli ravvicinati e inseguendo le inquadrature che appaiono e scompaiono rapidamente. Inclina la cornice lateralmente per commentare i conflitti irrisolti e introduce brevi momenti rallentati per enfatizzare un punto dell’inquadratura che conta, ma che potrebbe essere perso altrimenti. In generale un lavoro ineccepibile.
Momenti strazianti splendidamente catturati, non solo dal punto di vista visivo ma anche le emozioni sono sempre centrate, sempre intense, sempre vere. C’è molta emozione in questo drama, c’è espiazione, c’è sacrificio, c’è autoaffermazione, c’è voglia di difendere i propri valori, momenti strazianti e incommensurabili che descrivono temi profondi e complessi come il patriottismo, l’amicizia e, di nuovo, l’amore.
Di cosa parla questo drama?
In questa cornice così bella, riescono comunque ad inviare i potenti e complessi messaggi del drama che riesce ad affrontarne tanti e vari, tutti con la stessa potenza. Oltre al tema del patriottismo, toccante ed onnipresente, il drama ha affrontato il trattamento ingiusto nei confronti delle persone oppresse, l’assurdità delle discriminazioni tra classi sociali, ma anche critiche a una società fin troppo spesso contro le donne.
Ha mostrato che tutti, indipendentemente dal sesso, dall’età e dallo stato di vita, possono essere degli eroi, basta solo una passione ardente per gli ideali di giustizia e per l’indipendenza. Ha fatto capire che se si lavora insieme per un unico obiettivo, niente è impossibile che bisogna sempre continuare, anche quando tutto sembra perduto. “Mr. Sunshine” da credito a un pezzo di storia dimenticato ed ad innumerevoli persone senza nome che hanno combattuto per proteggere Joseon dagli imperialisti. Si può anche fallire, è parte della vita, ma le gesta ispireranno il prossimo e, prima o poi, la verità verrà fuori e la giustizia vincerà. Tanto triste quanto vero.
Lo spettacolo ha creato dei personaggi femminili forti che combattono per una grande causa. Non ci sono principe deboli e bisognose di protezione: le donne in questo drama sono l’opposto degli stereotipi di genere ampiamente accettati dalla società. Sono personaggi che rompono la femminilità tossica, mostrando una vera femminilità responsabile, premurosa, amorevole, appassionata, audace e forte, qualcosa di bello da vedere.
Lady Go Ae-shin, che è nata in una nobile famiglia di Joseon e si traveste da uomo per essere un cecchino per l’esercito dei Giusti, è patriottica e ha scelto più volte il suo paese rispetto all’amore.
Kudo Hina, una donna coreana che ha ereditato e gestito in modo indipendente un hotel in stile occidentale da un vecchio giapponese (che ha ucciso per giusta causa), ci viene presentata quando difende una delle cameriere dell’hotel da un cliente maschio violento e dice alla ragazza: “Se qualcuno cerca di farti del male o di approfittarsi di te, mordilo invece di scoppiare in lacrime”. Kudo Hina è manipolatore e acuta, sempre due passi avanti a tutti gli altri, è equilibrata e forte. Inutile dire che questa sua ambiguità la rende un personaggio magnetico, incredibile e davvero interessante. Come Ae-shin, la nostra signora di giorno e cechina di notte, Kudo Hina incarna la forza femminile totale in un’epoca in cui qualsiasi segno di potere femminile è solo un’eccezione alla regola.
La bellissima rappresentazione del femminismo non è solo nei personaggi femminili ma anche in quelli maschili. Il modo in cui i tre personaggi maschili centrali trattano Ae-shin e Kudo Hina, ossia come partner e amici alla pari, definiscono personaggi guidati dal rispetto reciproco e dall’uguaglianza. Di nuovo, non di certo una banalità.
Davvero molto interessante:
Mr. Sunshine dimostra che non hai bisogno di troppe scene intime per ritrarre una storia d’amore capace di essere sentita dal pubblico. È un tipo diverso di amore quello che propone il drama: innocente, puro e pieno di passione, un tipo di amore che mostra quanto profondamente si desiderano l’un l’altro a prescindere dal tocco, bacio o atto sessuale.
Il dialogo nel drama, spesso e volentieri, è portato al minimo: scandito da brevi frasi con silenzi incastrati tra loro, esercita un effetto quasi ipnotico. È un modo di conversare che deve molto al nunchi, una forma di comunicazione coreana descritta come “l’arte sottile e la capacità di ascoltare e valutare gli stati d’animo degli altri”.
Nunchi, tradotto letteralmente come “misura dell’occhio”, è un modo per spiegare le interlocuzioni verbalmente coreografate tra i personaggi di ‘Mr. Sunshine’. I coreani “leggono” le persone mentre parlano con loro, adattando la loro conversazione e si interrompono per tenere conto di ciò che intuiscono sullo stato d’animo dell’altra persona.
Un esempio è nello scontro tra Choi e il cattivo Wan-ik Lee, che si è appena vantato di aver ucciso contadini innocenti:
Choi: Figlio di puttana!
Lee: cosa?
Choi: Ahhh. Essendo americano, devo aver detto ciò che penso.
In Occidente parliamo di ciò che pensiamo. Se qualcosa deve essere detto, lo facciamo senza esitazione, spesso senza sfumature e il più delle volte senza considerazione per l’ascoltatore.
Il nostro modo di parlare potrebbe lasciare spazio a una replica, ma spesso le nostre parole mancano di profondità e di silenzi significativi. Il romanticismo in Occidente raggiunge il suo apice con “Ti amo” o “Mi dispiace”, detto ripetutamente, in ‘Mr. Sunshine’ non è così: abbracciando a pieno il modo di vivere orientale, l’amore si percepisce negli sguardi e nei silenzi.
Il nunchi è anche al centro della recitazione, costringendo lo spettatore a leggere una faccia per trovare gli indizi in un leggero movimento degli occhi, della testa o un angolo delle labbra.
Punti di forza:
In sintesi: i protagonisti. Vediamo nel dettaglio.
Byung-Hun Lee nei panni di Eugene Choi offre una performance avvincente piena di contraddizioni e conflitti interiori che emergono lentamente, come da una nebbia, sul paesaggio liscio del suo viso. È in grado di muoversi senza problemi tra la parte americana del suo personaggio (con un accento quasi impeccabile) e quella coreana. La sua recitazione è una master class in sottigliezza.
Altro splendido lavoro è quello di Tai-ri Kim nei panni della dama di porcellana dalla volontà di ferro Ae-shin, difficile staccare gli occhi da lei. La tranquilla intensità del suo carattere rende quei rari scoppi di rabbia e dolore ancora più efficaci. I suoi occhi sembrano avere un vocabolario tutto loro, mentre la sua voce, un profondo sussurro, evoca i brividi associati all’ASMR.
Anche gli altri tre protagonisti sono superlativi.
Yoo Yeon Seok, nel ruolo di Goo Dong Mae / Ishida Sho, cattura l’attenzione nelle sue scene creando una delle Second Lead Syndrome più dolorose nella storia dei drama. La sua interpretazione è sorprendente e il suo amore incondizionato per Ae Shin è evidente nella sua recitazione convincente. Il suo personaggio non è affatto positivo, è un assassino, un venduto, eppure lo spettacolo fa un lavoro meraviglioso nell’umanizzarlo.
Kim Min Jung, nel ruolo di Lee Yang Hwa / Kudo Hina, è capace di farsi amare con la sua forza, il suo mistero, la sua ambiguità. Ogni volta che ha i riflettori, dà sempre tutta se stessa.
Byun Yo Han, nel ruolo di Kim Hee Sung, è altrettanto adorabile e convincente e le sue scene bromance con Eugene Choi sono davvero divertenti.
Sebbene l’argomento sia molto serio e pressante, il drama non manca di momenti divertenti, scene esilaranti e battute che abbondano negli episodi, grazie a una chimica tra i personaggi, soprattutto ma bromance tra i tre protagonisti maschili, davvero unica.
Punti di debolezza:
‘Mr. Sunshine’ ha un ritmo lento, nonostante le molte scene d’azione. Il primo episodio è una sorta di prequel che descrivono gli eventi strazianti che hanno portato alla fuga di Eugene in un’altra terra. Dopo c’è un salto di vari decenni ed entriamo nel vivo della storia che si sviluppa in ben 24 episodi di un’ora ciascuno.
La narrativa lenta può dare l’impressione che il drama si stia trascinando, che lo stessero allungando, ma in realtà quel tempo è utile allo spettatore per capire chi sono i personaggi e come tutto combacia. Inizialmente è tutto piuttosto confuso ma una volta dentro, il drama trattiene e coinvolge.
Se volete la rapidità, questo drama non fa per voi. Se non vi piacciono proprio i generi storici ed epici, questo drama non fa per voi. Però, sinceramente, conviene almeno provare 4 episodi prima di esserne sicuri: fidatevi.
Il drama alla rapidità oppone un intenso desiderio che va avanti per sempre, senza mai raggiungere il culmine. E’ un crescendo di emozioni febbrili che sembra portare inesorabilmente a un finale di consumazione, ma che in realtà non arriva mai ed è, invece, brutalmente interrotto proprio nel momento in cui ci aspettiamo di finire estasiati. Brutale, reale, magnifico.
Conclusione:
“Mr. Sunshine” è stato uno dei drama più amati del suo anno ed è avvero difficile trovare qualcuno che ne parla male. Il motivo è molto evidente: le cose fatte bene, piacciono sempre e ‘Mr Sunshine’ è fatto davvero in modo sublime. Guardare per credere.
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