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'Mad For Each Other' è una rom-com tanto pazza quanto interessante

‘Mad For Each Other’ è una rom-com tanto pazza quanto interessante

| On 28, Gen 2022

“Mad For Each Other” è un nuovo K-drama su Netflix, una rom-com coreana assurda e ai limiti dell’assurdità su due persone in crisi, psicologicamente a pezzi, che continuano a incontrarsi e odiarsi.

La parte “com” in questa commedia romantica è molto “com”, principalmente slapstick ed umorismo molto fisico, quindi molto di nicchia e non per un pubblico generalizzato, la parte “rom”, invece, è molto semplice, poco fisica e più psicologica, concentrata nella seconda metà del drama.

Questa commedia romantica ha dei difetti, molti che aleggiano tra stereotipi e caricature, ma che in generale vengono compensati da un’idea di per sé diversa, una storia comunque semplice da guardare e coinvolgente e, grazie al cielo, una gran chimica e ottima performance dei due protagonisti, Oh Yeon-seo e Jung Woo.

Di cosa parla questo drama?
Due persone con le loro storie dolorose attraversano un complicato processo di sofferenza e guarigione mentre si innamorano l’una dell’altra. Da una parte abbiamo No Hwi Oh, un detective della divisione crimini violenti della stazione di polizia di Gangnam che all’improvviso diventa ‘pazzo’ e rabbioso, dall’altra Lee Min Kyung, una normale donna con un lavoro rispettabile fino a “quell’incidente” ha causato il crollo di tutto nella sua vita rendendola incapace di fidarsi e paranoica. Essendo vicini di casa e pazienti della stessa psicologa le loro vite sono destinate a incrociarsi.

Piccole cose bellissime:
Ottima la scelta di ridurre gli episodi a 30 minuti nella durata e a soli 13 episodi nel complesso, una sintesi che ha giovato alla narrazione, anche se negli ultimi episodi gli sceneggiatori erano palesemente sotto abusi di stupefacenti forti che gli hanno fatto fare sogni brutti.

Il drama riesce a mostrare una storia completa, con personaggi definiti e una relazione d’amore comunque buona. Riesce anche a insegnare alcune cose premurose e stimolanti sulla salute mentale, sugli effetti persistenti del trauma e anche sulla guarigione, anche se tutto in modo comunque e giustamente superficiale.

Sottolineiamo il “giustamente superficiale” perché per giudicare un prodotto è opportuno capire il suo scopo e obiettivo: ‘Mad For Each Other’ vuole essere un drama divertente, leggero e molto ironico, non a caso usa un tipo di comicità molto fisico come lo slapstick, quindi il modo in cui tratta i temi psicologici e i traumi è, ovviamente, leggero, ed è giusto così.

Cosa affronta il drama?
Il drama esplora argomenti delicati come problemi psicologici, l’ansia, questioni di genere, abusi sessuali e stalking, violenza sulle donne, abusi di potere, corruzione nella polizia, la gogna mediatica, il disturbo da stress post-traumatico e com’è vivere soffrendo gli effetti di questi, il tutto è ben fatto, presentato con cuore, commozione e sempre un pizzico di umorismo. Ben fatto.

Anche se il drama si basa sullo stereotipo, amato in Corea (My Sassy Girl) e un po’ in tutto il mondo, delle “ragazza pazza” – che si applica a qualsiasi donna che non si conformi alle aspettative di un uomo – rende il tutto interessante inserendo anche la sua controparte, altrettanto folle, al maschile: un “ragazzo pazzo” perché violento, manesco che prende decisioni di pancia andando contro gli ordini, spesso caratteristiche che vengono date a (super)eroi ma che qui vengono, giustamente, considerate e additate come problematiche.

Davvero molto interessante:
Non ci sono molti cliché, i soliti litigi sciocchi o incomprensioni assurde, il drama racconta una storia interessante, da diverse prospettivi, con molti livelli e sfumature. Diciamo che se le incomprensioni regnano sovrane nel primo episodio, poi scompaiono dopo.

Anche se ‘improbabile’ è l’aggettivo da usare per tutto in questo drama, dal motivo per cui si inquietano, a gran parte delle situazioni in cui si trovano, al rapporto che si genera, vedere i due protagonisti sviluppano un’attrazione nonostante la rabbia e la diffidenza iniziali l’uno verso l’altro è davvero divertente.

Punti di forza:
Jung Woo e Oh Yeon Seo sono davvero eccellenti, sia separatamente che insieme. Individualmente, riescono a rendere i loro personaggi imperfetti simpatici e accattivanti e, insieme, si accendono in modo molto efficace, sia quando si odiano che quando iniziano ad amarsi.

Jung Woo nei panni di Hwi Oh è molto credibile: il suo personaggio, sempre arrabbiato e molto violento, poteva facilmente diventare pessimo ed esagerato, invece Jung Woo riesce a presentarlo perplesso ed esasperato, poi, episodio dopo episodio, gentile, paziente, empatico anche con gli emarginati, cauto ma con i suoi difetti. Non è un eroe senza macchia, ha i suoi problemi, è istintivo e cocciuto, e il drama li mostra tutti con semplicità. Hwi Oh (Jung Woo) ha difficoltà a gestire la rabbia e questo può essere non confortevole per alcuni da guardare eppure il suo personaggio non è odioso, anzi, viene spiegato bene, viene contestualizzato bene e gli scatti di rabbia non sono disturbanti.

Vi è, però un piccolo cavillo che noi non abbiamo capito e che rimettiamo a voi. Hwi Oh viene presentato come un detective (ormai sospeso) davvero grandioso, un bravo poliziotto pieno di intuito e capace di incastrare i peggiori criminali, eppure nel corso del drama continuiamo a vedere suoi fallimenti. Non capisce diverse ovvietà che invece Min Kyung coglie subito, anche nel suo primo giorno da “poliziotta”, oltre che proferire delle considerazioni tipiche della vicina impicciona e non del più intelligente detective di Gangnam. C’è un problema nella sua caratterizzazione pre-incidente che poteva essere ovviamente semplicemente non descrivendo il suo passato come incredibile, ma definendolo un normale poliziotto.

Oh Yeon Seo come Min Kyung è un personaggio che gioca a ritroso, viene presentata prima la sua personalità eccentrica e folle e solo nella seconda metà iniziamo a capire il suo passato, il motivo di quelle nevrosi e tutto quello che ha dovuto sopportare. Oh Yeon Seo fa un lavoro impressionante nel infondere a Min Kyung morbidezza, fragilità, ansie, malizia, creando un puzzle completo a 360°. I problemi di Min Kyung sono dolorosi e radicati, quindi non c’è una soluzione facile o rapida per il suo personaggio (infatti il drama non lo fa) ma vediamo come cresce nel corso della storia.

I contorni ai protagonisti sono altrettanto interessanti anche se davvero molto marginali: la storia della lavoratrice part-time disillusa con il sogno di far la cantante è abbastanza dimenticabile; il ragazzo trans, per quanto sempre trattato con i guanti, non viene mai davvero approfondito; la polizia ne esce molto ambigua; le ajumma del condominio sono le più interessanti, donne allo stesso tempo vigilanti e pettegole di prima categoria, tanto buone quanto inquietanti.

Punti di debolezza:
Il finale è una delle note dolenti del drama, qualcosa che ci ha lasciato molto insoddisfatte, sia nel punto dove sono arrivati, sia nel modo in cui sono arrivati lì (ispirandosi a un pessimo B-movie degli anni ’80). Frettoloso, insensato, strano e complicato, un finale molto brutto.

Il drama ha, però, diverse criticità che meritano un approfondimento:
– Si concede delle semplificazioni
L’idea che i problemi psicologici si risolvono un po’ da soli anche grazie al potere dell’amore. Tutta la questione psicologica viene accennata all’inizio e poi svanisce alla fine, con le sedute che diventano più racconti delle proprie storie d’amore;
– Ricade comunque in una visione deterministica
Anche se Minjung fornisce a Hwi-oh molte volte indizi o chiave per riabilitare il suo nome, lui continua a non crederle, a prenderla in giro e alla fine, anche se si rende conto che lei ha sempre avuto ragione, alla fine lui, nonostante tutta questa cecità, comunque ottiene ciò di cui ha bisogno;
Finisce per accettare la tossicità della rabbia violenta di lui
I problemi di rabbia di Hwi-oh, per quanto presentati inizialmente come negativi, come un problema psicologico da “aggiustare”, finiscono comunque per aiutare lui e gli altri intorno e alla fine la sua personalità maschile aggressiva viene dipinta in una luce positiva perché gli consente di risolvere il caso della vita e catturare non uno, ma ben 3 mascalzoni;
– La donna resta sempre la donzella da salvare
Min-jung soffre di un vero trauma, un trauma profondo ma il drama fa passare l’idea che può riprendersi solo con l’aiuto di un uomo e non è un caso che il simbolo della sua relazione con Hwi-oh è il fischietto che le regala e che lei porta al collo. Ogni volta che lei ha un problema, usa il fischietto e lui corre di corsa a salvarla, come un cavaliere dalla sua donzella in pericolo. Nonostante sia stata traumatizzata da un uomo, Min-jung ha bisogno di un uomo per sopravvivere: non è un caso che il nome di Hwi-oh in coreano (Oh-hwi) vuole dire “protettore”. Il finale degli ultimi 10 minuti cerca di capovolgere questa impontra cavalleresca, ma non ci riesce affatto.

Conclusione:
A parte i ruoli di genere esasperatamente regressivi, ‘Mad for Each Other’ è una commedia romantica assolutamente divertente che colpisce comunque al cuore grazie a una grande chimica tra i suoi protagonisti.

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