Gli Stray kids e Chungha erano stati invitato in Arabia Saudita, precisamente nella città di Riyadh, per il Riyadh Season, uno dei più grandi festival musicali del paese, il 14 gennaio.
Proprio poco dopo le prove dei gruppi, poche ore prima del concerto, una fortissima tempesta di sabbia ha colpito la città e ha causato il rinvio di un concerto a Riyadh.
Quello che è accaduto dopo è stato piuttosto strano.
Infatti Twitter è stato invaso da messaggi di supporto ai gruppi, di speranza per futuri altri concerti e di auguri di sicurezza per le fan presenti sul luogo, ma gli hashtag #CHUNGHAinRyiadh, #CHUNGHA_BE_SAFE e soprattutto #StrayKids_in_Riyadh e #STAY_SKZ_BE_SAFE si sono subito riempiti di altro, messaggi molto inquietanti su sequestri di persona, ragazze e bambine scomparse e uomini appostati per violentare le fan, accusate di amare altre culture.
Quanto sono stati usati questi hashtag? C’è stata davvero un’invasione su Twitter, l’isteria e il panico scritti nel titolo? A voi le considerazioni:
– #StrayKids_in_Riyadh – 159.000 condivisioni e 300.000 persone raggiunte
– #CHUNGHAinRyiadh – 32.000 condivisioni e 105.000 persone raggiunte
– #CHUNGHA_BE_SAFE – 197.000 condivisioni e 133.000 persone raggiunte
– #STAY_SKZ_BE_SAFE – 80.000 condivisioni e 255.000 persone raggiunte
I fatti, ormai confermati da foto, video e dichiarazioni, sono chiari: lo staff del concerto e anche il personale della JYP e dell’agenzia di Chungha hanno subito organizzato pullman gratuiti, persone e operatori di pronto intervento oltre che volontari che hanno raggruppato i fan, portandoli in un posto sicuro. C’erano alcune persone che si sono separate dai loro amici/gruppi e si sono perse, ma sono stati tutti trovati ed erano insieme, sani e salvi. Nessuna segnalazione di feriti o di problemi.
Twitter per ore, invece, ha raccontato una realtà diversa: in messaggi spesso molto simili, tantissimi account inviano preghiere ai fan, richieste di aiuto, anche dirette per tradurre in arabo perché il peggio era dietro l’angolo. Infatti si è diffusa sul social la notizia di un gruppo di uomini che stava sfruttando l’opportunità della tempesta di sabbia per rapire, aggredire e violentare le fan. Proprio a causa di questo c’era un alto numero di ragazze scomparse, con una lista che girava di nomi ed età. Nella lista c’era anche una bambina di 8 anni.
Le notizie sembrano, però, tutte false:
1) L’età minima, anche se accompagnati, era di 10 anni, quindi è davvero poco probabile che una bimba fosse presente sul posto.
2) Successive testimonianze, co foto e video, hanno rilevato che anche se le 35.000 persone presenti per entrare nello stadio stavano cercando di disperdersi, polizia, ambulanze e sicurezza sono state molto brave a indirizzarle, anche perché, come in ogni concerto, erano presenti da ore sul posto.
Il tutto era ovviamente molto caotico e le condizioni climatiche terribili, ma lo staff, anche quello della JYP, ha aiutato tantissimo.
Infatti Account falsi, che non erano neppure sul territorio dell’Arabia Saudita, hanno iniziato a far girare la notizia perché ritenevano il paese inadatto agli Stray Kids e, in misura minore, a Chungha. Si trattava per lo più di fan ossessiva e anche di haters dei gruppi.
Questo evento è spiacevole per diversi motivi:
– Se un evento simile fosse successo in Europa o in America del Nord, nessuno di noi avrebbe creduto a uomini che rapiscono davanti agli stadi delle ragazzini e bambine di 8 anni e sì, questo è perché i nostri pregiudizi sono davvero radicati in modo assurdo dentro di noi;
– Bisogna essere più critici e attenti quando leggiamo qualcosa sul web perché nel mentre il panico scoppiava, io stessa ero su Twitter e leggere determinati commenti mi aveva scosso parecchio. Tendo a non fidarmi e a voler sempre confermare le fonti e, con una rapidissima ricerca tramite hashtag, ho subito trovato foto e video di autobus siglati Stray Kids e JYP, di volontari e poliziotti che facevano una catena umana e altre immagini confortanti completamente diversi dall’isteria in corso.
Se c’erano già gli autobus, i fan non erano stati lasciati in balia, se c’erano volontari, staff e polizia, i fan sono stati guidati fin dall’inizio. Sono andata a diversi concerti e so che lo staff e la polizia è sul post, tra la folla, molto ore prima dell’inizio dello show. Il dubbio più forte, però, era pensare che una persona terrorizzata, impaurita, con poca connessione ad internet (perché sei in un paese estero), userebbe il cellulare non per chiamare la famiglia, la polizia o soccorso, ma per utilizzare twitter o collegarsi a esso, tipo partecipando a una live per farsi tradurre le frasi in arabo.
Era facile, ragionando e cercando informazioni, capire che c’era del sospetto in tutta quella storia, invece in tantissimi hanno condiviso, alimentando una storia folle che, purtroppo per molti è ormai già realtà.
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