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Le Billion parlano delle difficoltà del debutto

Le Billion parlano delle difficoltà del debutto

| On 16, Mar 2016

“È ora di alzarsi ragazze!” La chiamata arriva alle 6 del mattino, come ogni mattina, tirando Ray giù dal suo letto a castello e dando inizio a un altro giorno di 16 ore di attività.

Ray è la leader del gruppo Billion, formato ora da cinque ragazze che hanno debuttato nel 2014 con ‘Dancing Alone’ da un’agenzia minore, la Move Entertainment, e che è appena tornato con il brano ‘You Know’.  Il K-pop ha conquistato buona parte dell’Asia e del mondo, ma per ogni ragazzo e ragazza in un gruppo, ci sono molti altri come le Billion che lottano per un posto di successo nel settore. Raggiungere quell’obiettivo significa estenuanti giorni di spostamenti, allenamenti, prove, cura del proprio corpo e performance sotto gli occhi attenti dei manager della casa discografica che le gestiscono come in un regime militare, dall’alba al tramonto.

Il sacrificio è essenziale. Le vacanze sono rare e la maggior parte di loro vivono con gli altri membri in appartamenti-dormitori forniti dalle loro agenzie, che decidono quando si svegliano, cosa fanno, quando e cosa mangiare e quando vanno a letto.

“Non è davvero come sembra in TV. Si deve lavorare duramente anche solo per fare un debutto” ha detto Ray. “Siamo estremamente fortunate per essere arrivate fino a questo punto.”

‘Questo punto’ vuol dire un album di debutto uscito due anni fa e un singolo di una settimana fa, dopo due anni di training dei membri. Anche in una giornata senza schedule, si svegliano alle sei, lavorano per diverse ore e trascorrono il resto della giornata a provare la coreografia e affinare le abilità di canto, alle 22 per loro è andare a letto presto.

“Di solito vanno a letto dopo la mezzanotte, ecco perchè le vedete un po’ intontite la mattina”, ha spiegato Lee Hyo-jin, una delle tre manager del gruppo.

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Il gruppo si divide in due camere spartane – ciascuna con un letto a castello e un terzo materasso sul pavimento. In più c’è uno spazio per il trucco e non molto altro. Un pezzo di carta appuntato alla parete porta la scritta scritto a mano: “Ce la faremo! Saremo le migliori! Non saremo mai stanche!” C’è poco tempo per le relazioni e nessuna delle cinque ha un fidanzato, mentre alcune dicono di non aver avuto nessuno da anni. L’unica interruzione dal lavoro è per le due feste principali della Corea del Sud, il nuovo anno lunare e la festa del raccolto Chuseok, quando possono visitare le loro famiglie.

“Il gruppo letteralmente è la mia seconda famiglia”, ha detto Songyi, appena laureata in musica. “Mi manca la mia vera famiglia, ma cerco di contenere quella sensazione, perché ho bisogno di concentrarsi su questo ora.”

Lee è una figura chiave nella vita dei membri: una manager che è anche la matrona del dormitorio, la confidente, la mente e colei che porta la calma. Lei è responsabile della rigorosa dieta formata da due pasti due volte al giorno – che consiste principalmente in frutta e verdura con piccole strisce di petto di pollo.

“E’ difficile perché mi piace molto il cibo. Ma è necessario” dice il cantante Betty, che a volte rimane sveglia la notte fantasticando sul cibo insieme alle due sue compagne di stanza. Betty è alta 1,6 metri e pesa 45 kg.

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Il K-pop è stato criticato per la sua mentalità simile a una linea di produzione fordista che sforna suoni simili, look simili e gruppi simili. Eppure è un settore che funziona e la caccia di talenti è estremamente competitiva: le agenzie iniziano a selezionare anche bambini di età inferiore ai 13 anni. Test mensili sono tenuti per valutare i progressi e determinare chi farà parte di un gruppo – un processo di vagliatura che ogni membro delle BILLION ha superato.

“E’ un torneo di sopravvivenza dove solo i vincitori andranno avanti”, ha detto Park In-seo, manager principale delle Billion, “Il lancio di un gruppo è un grande investimento. Bisogna guardare oltre.” I costi variano, ma diverse agenzie hanno confermato che per il debutto di una band – dalla sua creazione ad un album di debutto – richiedono tra i $500.000 e $1milione.

Molto tempo è dedicato alla danza e coreografia, più di ogni altra cosa e riflette l’importanza attribuita a una coreografia perfettamente sincronizzata. Ora dopo ora, le Billion continuano a ripetere gli stessi passi e le stesse pose davanti a uno specchio, per far sì che ogni mossa sia perfettamente precisa e uguale alle altre. “Conosco così bene la coreografia ormai che il mio corpo si muove da solo quando sento la canzone”, ha detto Seulgi, facendo riferimento a “Dancing Alone”, loro brano di debutto.

Ognuno dei membri del gruppo sono anche incoraggiati a sviluppare un’eccentrica e speciale abilità che possono sfoggiare durante le interviste, come imitare varie celebrità. Sorprendentemente la specialità di Ray riguarda i versi degli animali. “A volte mi dicono che è divertente e posso provarlo in onda, a volte non me lo permettono.” ha detto.

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Il debutto delle Billion è stato bloccato, dopo appena un mese, a causa di una disgrazia che ha colpito la Corea: il traghetto a Sewol che, affondando, ha ucciso 300 persone, per lo più studenti. Essendo il paese in lutto, ogni concerto e spettacolo di intrattenimento è stato cancellato.

Per questo le Billion hanno ripiegato su spettacoli minori e secondari, come il concorso di qualificazione regionale di Miss Corea in un centro commerciale fuori Seoul. Tenuto su un piccolo palco all’aperto, sotto una pioggia torrenziale, davanti a poche decine di spettatori e con un sistema audio dubbio, l’evento è stato una dura prova di ambizione e l’impegno del gruppo. Sono salite sul palco senza lamentarsi, rimbalzando dopo un’attesa e ritardo di tre ore sotto gli ombrelli.

La performance è durata solo 10 minuti ed è stata accolta con scarsi applausi prima del ritorno a Seoul. Il giorno successivo saranno sul palco di un pic-nic aziendale.

Può essere una vita ingrata a volte, ma le BILLION stringono i denti e sembrano veramente soddisfatte della loro scelta. “Anche se non ce la faremo, vale la pena di provare” ha detto Ray.

Intervista alle Billion dal quotidiano giapponese scritto in inglese The Japan Times.

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