L'Avvocata Woo su Netflix ha conquistato tutto e tutti. Eppure...
PR | On 05, Gen 2023
Perché vederlo? Anche solo il fatto che questo K-drama sia esploso in popolarità nelle settimane in cui è andato in onda, dovrebbe essere un buon motivo per capire i gusti dei coreani e se davvero vale tutto il buzz online. In Corea del Sud è partito da un misero 0.9% dalla prima puntata, fino ad arrivare a un incredibile 17.5% dell’ultimo episodio.
L’Avvocata Woo, 16 episodi che trovate facilmene su Netflix, è un prodotto divertente con delle sottotrame spesso passionali che alla fine si esauriscono e crollano con conflitti irrisolti e finali piuttosto frettolosi per cercare di metterci sopra un fiocco carino.
Che premesse orribili vere? E invece no, l’avvocata Woo è carino e merita una visione, ma non elevate troppo le vostre aspettative e guardatelo per quello che è: una commedia romantichella legale, abbastanza divertente, su una protagonista autistica e con quello gnocco esagerato di Kang Tae-Oh.
Kang Tae-Oh. Chiaro?
Di cosa parla questo drama?
Portato in vita dalla fantastica esibizione di Park Eun-Bin, lo spettacolo è incentrato sulla 27enne Woo Young-Woo, che si è laureata tra i migliori della sua classe alla facoltà di legge. La sua impressionante memoria e il suo processo di pensiero sono trattenuti solo da una cosa: le è stato diagnosticato un disturbo dello spettro autistico. Lottando nelle interazioni sociali, Young-Woo cerca di navigare tra alti e bassi della legge attraverso il suo lavoro presso lo studio legale Hanbada.
Piccole cose bellissime (e non):
I primi 10 episodi sono BOOM PA PA PAAAAM, BALENAAAAAA e dopo è tutto un mappazzone triste, molto triste.
Purtroppo i difetti, lo abbiamo detto, ci sono eccome e li percepisci di più negli ultimi episodi quando, essenzialmente, gli sceneggiatori sono impazziti perché non sapevano come risolvere le questioni aperte… e quindi lo hanno fatto a merda.
Parleremo di tutto e molto meglio, con tanta rabbia repressa e sarcasmo inutile, nei successivi punto, ma non prima di aver messo un’immagine del gnocco Kang Tae-Oh.
Ora possiamo andare avanti.
Ma passiamo alla domanda che tutti ci siamo fatti e a cui è difficile dare una risposta senza documentarsi: la rappresentazione dell’autismo in Extraordinary Attorney Woo è cosa buona e giusta?
Visto che le risposte semplici a questioni complesse non ci piacciono, di seguito l’articolo completo dove analizziamo la questione ‘rappresentazione dell’autismo’ a 360°, con anche le considerazioni di alcune persone acustiche.
Il K-drama Avvocata Woo è davvero una buona rappresentazione dell’autismo?
Cosa affronta il drama?
L’autismo è il tema che viene, di fatto, affrontato. Come abbiamo scritto prima e nell’articolo dedicato, lo fa superficialmente, ma benino. E’ buono nel descrivere le difficoltà delle persone autistiche a trovare un lavoro; riece bene a spiegare tanti piccoli modi delle persone autistiche, in modo in cui hanno difficoltà a gestire le emozioni o anche, semplicemente, a guardare negli occhi. In tante piccole cose, questo drama è davvero buono.
Però poi si scocciano e non vanno troppo nel profondo, restano molto in superficie con dei bellissimi occhiali rosa per rendere tutto carino, coccoloso e pieno di balene, perché “i nostri spettatori non li dobbiamo rendere troppo tristi”, no no 🙁
Distribuita su 16 episodi, la serie legale essenzialmente si destreggia tra casi episodici con una trama più lunga, con diverse sottotrame, amore, ricerca della madre, malattie terminali, gelosie, mobbig sul lavoro ecc.
I casi legali sono interessanti, anche se sempre a servizio di Woo Woungwoo e del suo percorso di crescita come avvocato. Per questo alcune si percepiscono come troppo semplici e prevedibili, mentre altre sono interessanti perché mettono in dubbio la moralità e le decisioni prese dai protagonisti. Ad esempio a volte Young-Woo si trova dalla parte sbagliata della bussola morale, difendendo alcuni personaggi piuttosto loschi e non potendo sostenere a pieno colui che dovrebbe rappresentare.
Punti di forza:
Parliamo dell’elefante (o della balena…. PUAHAHAHAHAHAHAH) nella stanza: è un fatto che in questo drama vi siano alcune delle migliori interpretazioni del 2022 in Corea del Sud e sì, stiamo guardando tutti la protagonista (ovviamente dopo esserci gettate ai piedi di quello gnocco di Kang Tae-oh. Ovviamente).
Park Eun Bin offre una performance brillante e geniale che ben sembra adattarsi a una persona autistica, sa essere giusta, così come sa, a volte, mettere a disagio. Si entra piano piano in empatia con Woo Young e lo spettacolo guida attraverso una serie di problemi che le persone con autismo affrontano e che ti obbligano a riflettere sulla tua di esistenza e su quanto diamo molte cose per scontato.
Kang Ki Young, l’avvocato senior che insegna ai giovincelli nello studio, offre una performance drammatica incredibile e il suo personaggio illumina la stanza ogni volta che la telecamera lo ripende. E’ incredibile anche nelle scene serie, come senior che guida i novelli avvocati, o in momenti pieni di pathos. Vi stupirà sapere che lui è nato come comico.
Kang Tae Oh è… è una gran bella balena e il sorriso che ha è qualcosa di assolutamente disarmante. Che gli vuoi dire? Non è una novità che Kang Tae Oh sia un bravo attore e questo ruolo sembra cucito su di lui. Il suo Junho non ha molte battute, ci sono altri personaggi secondari che hanno molto più spazio di lui, ma il modo in cui ha usato la sua espressione facciale per trasmettere così tanto in poco tempo… chi può dimenticare quella mascella (scolpita da qualche divinità) serrata?
Non io.
Non oggi.
Non domani.
Le balene sono anche loro protagoniste di questo drama. Il comportamento delle balene è il tema dietro gran parte dell’azione nello spettacolo. Infatti i comportamenti delle balene e dei cetacei vengono fornite da Woo Young Woo come spiegazioni della vita umana.
La regia è buona, gli effetti visivi sono buoni effetti, le balene CGI sono adorabili.
Punti di debolezza:
La progressione della relazione tra Min-Woo e Soo-Yeon è stata del tutto casuale: non la capisci bene quando parte (e perché parte), su cosa sia basata (e se può essere davvero amore) e come cacchio continui (un enorme WTF). Il tutto è gestito davvero male e anche questa sembra, verso la fine, la scusante della serie per parlare dell’amore per persone con problemi di autismo. Per alcune persone autistiche questa rappresentazione è giusta, quindi forse andava analizzata meglio e spiegata meglio, per far capire a tutti il perché deve essere così. Fatta in questo modo, con questa fretta, sembra solo fatta male.
La progressione della trama di ‘voi sapete cosa’ di Myung-Seoks è stata strana: arriva troppo tardi, quasi con una enorme gravità percepita, ma continua come qualcosa che poi non era così complessa. Boh. Ma allora era un problema oppure no?
La seconda parte è stata, senza dubbio alcuno, affrettata, al punto che erano più le volte che guardavo confusa lo schermo che quelle in cui sbavavo dietro al quel gnocco esagerato di Kang Tae-Oh. E questo è grave, lo capiamo tutti. Troppo squilibrio tra le cause legali e le trame dei personaggi, troppe questione non chiuse o sviluppato proprio male, troppe banalità disarmanti che si percepiscono come palesi duex machina. In pratica sono impazziti e non sapevano cosa fare e il risultato è stato una cosa che nemmeno il sorriso di Tae-Oh riesce a salvare. GRAVISSIMO.
In questa seconda parte, nello specifico, l’aspetto legale del drama è stato molto deludente: le questioni trattate sono molto delicate e interessanti, ma sono gestite con una superficialità assurda. Cose come il tentato suicidio è usato, appunto, come espediente per far muovere uno specifico personaggio, che a sua volta serve per generare una reazione da quell’altro personaggio. Proprio un grande ‘no’.
Inoltre, però, devo sottolineare che tutti i personaggi sono sottilissimi, specialmente Junho, e la mancanza di sviluppo di tali personaggi è diventata sempre più evidente con il progredire dello spettacolo.
Un altro problema sono le caratterizzazioni incoerenti. Ad esempio Tae Su-mi, la madre di Woo… voi ci avete capito qualcosa? Perché o la signora soffre di personalità multipla o ha la memoria di un pesce rosso o l’hanno scritta col culo. Optiamo per la terza.
Tale incoerenza raggiunge il massimo con Minwoo che è passato da antagonista, a vero e proprio cattivo (essere da prendere a calci in culo per almeno 80 chilometri), a improvvisamente interesse amoroso coccoloso dududadada. Il tutto senza alcuna spiegazione per gli improvvisi cambiamenti nel suo personaggio.
Il suo rapporto con Choi Suyeon mi ha confusa a livello stratosferici: per quanto siano carini insieme, è stato difficile non pensare che qualcuno si fosse fatto di troppa erba biricchina prima di scrivere le loro parti. Ripetiamo: lui è stato dipinto come un cattivo assurdo e uno str***o di merda negli episodi precedenti, tanto che ci aspettavamo di vederlo nei vicoli a torturare gattini, subito dopo aver preso a parolacce le vecchiette che volevano solo attraversare la strada, e poi boh, c’è questa sorta di redenzione non svelata. Da str**o senza fine, diventa il bravo ragazzo che pensa ai genitori, che lavora tanto per la famiglia e che saluta sempre. Cosa ci siamo persi? Perché a una certa le cose si sono evolute in questo modo? Boh.
Conclusione:
Detto questo, l’avvocato straordinario Woo non è il miglior drama legale in circolazione e, per molti versi, il suo finale è deludentemente superficiale.
Tuttavia, lo spettacolo riesce ad elevare il suo materiale con un grande insieme di personaggi simpatici e una solida premessa. Questo è certamente un drama che fa riflettere lo stesso e facilmente uno dei migliori K-drama usciti quest’anno, con tutti i suoi difetti.
-
Bazzicavo un po’ su internet e sono cascata sulla tua recensione di nevertheless, mi hai conquistata con quello gnocco di Song Kang. La serie non la vedrò perché mi voglio risparmiare il bruciore di stomaco ma grazie per le risate che mi hai fatto fare
E niente.. qui a vedere quale sarà il prossimo gnocc ehm drama da guardare
Comments