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La dura vita di un paroliere nel K-pop

Un utente anonimo di Twitter si è sfogato su quello che la sua categoria deve sopportate in quanto “rappresentante di tutti i parolieri nel K-Pop”. L’anonimato è per proteggersi da eventuali ripercussioni lavorative, hanno spiegato nell’account.

“Sapevate tutti che i parolieri K-Pop che scrivono per cantanti famosi di solito hanno un altro lavoro principale? È perché non c’è modo di guadagnarsi da vivere solo come paroliere. È anche perché coloro che non hanno mai partecipato alla scrittura di canzoni sono spesso registrati come parolieri.”

Hanno spiegato che il modo migliore per entrare in questo campo è frequentare un’accademia, ma che è più facile a dirsi che a farsi. L’accademia “dura circa 10 mesi e durante questo periodo hai l’opportunità di ricevere una traccia demo. Se non ricevi una demo durante questo periodo, molto probabilmente non sarai in grado di scrivere una canzone.”

È qui che l’utente di Twitter parla di una dura realtà a porte chiuse. “Le accademie hanno tutto il potere e lo usano a loro vantaggio ricevendo testi da ogni studente e scegliendo quelli che gli piacciono di più. Li modificheranno insieme e alla fine i parolieri non sanno chi ha scritto quale parte o quanto del loro lavoro è stato utilizzato.”

L’utente ha anche parlato di ingiusti salari che le accademie pagano ai loro parolieri: le accademie di parolieri sono intermediari tra il cantautore e le agenzie di intrattenimento e, quindi, trattengono dal 60 all’80% delle tasse sul copyright, mentre il cantautore riceverà solo il 20-40%.

Alla luce della situazione in corso, un famoso paroliere e amministratore delegato di una casa editrice, “A” è stato chiamato per il loro presunto maltrattamento di parolieri studenti. “A” ha lavorato con SM Entertainment ed è stato accusato non solo di aver rubato il merito di canzoni scritte da studenti dell’Accademia, ma anche di aver trattenuto i compensi ingiustamente. “A” ha soffocato queste voci e ha condiviso che “non si sono mai presi il merito di canzoni che non erano mie”. Hanno continuato a condividere che dopo le accuse, hanno chiamato ogni singolo paroliere studente che ha partecipato alla scrittura di canzoni per la compagnia per parlare più profondamente dei loro stipendi.

Ovviamente il problema non è solo coreano, anche negli Stati Uniti si sta svolgendo una lotta simile, ma è giusto che queste storie continuano ad essere pubblicizzate per lavorare su trattamenti sempre più equi.

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