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La Cina impone durissime leggi per idol e influencer per colpire, tra le tante cose, le “femminucce”

L’autorità che si occupa dei media in Cina ha apportato diversi cambiamenti negli ultimi mesi a partire dalla denuncia ai fanbase, fandom e alla loro cultura ossessiva nei confronti dei loro idoli, con relative nuove restrizioni, passando per la limitazione delle ore di gioco online per i minori, fino ad arrivare a nuove normative anche per idol e influencer con precise direttive sul comportamento e la moralità.

Si parte dal divieto agli spettacoli di sopravvivenza con Idol che causano una cultura ossessiva di fan e fanbase, per arrivare a precise direttive contro la cultura degli influencer, in particolare le celebrità che guadagnano fama attraverso l’ostentazione di ricchezza, volgarità, pettegolezzi e “comportamenti da femminuccia”.

Risale allo scorso febbraio la linea guida del Partito sulla moralità delle celebrità che vietano qualsiasi cosa, dal gioco d’azzardo alla sincronizzazione labiale: gli ultimi mesi hanno dimostrato che basta un errore, uno scandalo (o anche il ritorno all’attenzione di scandali vecchi) per portare all’eliminazione dei profili ufficiali e di quella persona da tutti i siti cinesi, cosa che è accaduto a Kris, ad esempio, dopo le accuse di aver sedotto e abusato di molte sue fan, tra cui minorenni.

Ecco la dichiarazione ufficiale per punti:
Il casting di attori/personale deve essere più rigoroso, basato su condotta morale, alfabetizzazione politica, livello artistico. Non scegliere attori con moralità/convinzioni politiche sospette.
– I programmi di sviluppo di idoli sono vietati. L’intrattenimento di varietà con bambini famosi è vietato. Nessuna votazione per i programmi di audizione. Nessun acquisto di beni materiali o iscrizioni per partecipare.
Si può creare intrattenimento in linea con l’orientamento estetico approvato (dal partito). Bisogna prestare molta attenzione allo stile, al trucco e ai contenuti delle prestazioni per assicurarti che sostengano la cultura cinese. – Nessuna “femminuccia”, nessuna ostentazione di ricchezza, nessun pettegolezzo, nessuna volgare “celebrità di Internet” o sfacciata negatività.
Gestire rigorosamente la paga per attori e ospiti nei media. Punire severamente le violazioni, le evasioni fiscali e le dichiarazioni errate dei guadagni.
– Gestire rigorosamente gli operatori e i dipendenti dei media, assicurarsi che non abusino dell’identità professionale o della popolarità per ottenere vantaggi impropri. Coltivare la consapevolezza politica ed etica dei dipendenti.
– Esaminare in modo professionale i contenuti per la trasmissione, garantendone la qualità estetica e i valori. Promuovere la verità, la bontà e la bellezza, confutare il male e la bruttezza. I benefici sociali e il benessere sociale dovrebbero essere in prima linea. Utilizzare dati come valutazioni e click-through per promuovere il benessere sociale.
– Enfatizzare il ruolo dell’industria televisiva nel mantenimento del bene ideologico. Autocritica e autodisciplina al fine di eliminare i fenomeni malsani del settore.
– La direzione della radio e della televisione dovrebbe migliorare le posizioni politiche, aderire ideologicamente e guidare adeguatamente il personale nella produzione di contenuti. Affrontare le preoccupazioni della gente e dire “no” alla creazione di star non etica e al basso intrattenimento.

Tutto molto prevedibile, in fondo, ma è interessante che nella relazione ci sia un attacco così diretto e così duro al comportamento effemminato: la preoccupazione della Cina in tal senso non è nata ora, infatti i ruoli di genere sono stati una questione di partito sin dalla modernizzazione del paese negli anni ’80-’90, dopo l’aumento del ruolo delle donne nell’agricoltura, la politica del figlio unico, l’ascesa del femminismo e un riesame delle norme di genere. Il nuovo cinema queer cinese ha guadagnato importanza in questi ultimi anni, infatti il Beijing Queer Film Festival di Cui Zi’en è stato fondato nel 2001, un movimento diventato mainstream negli anni 2000, che è stato sia considerato affascinato dalla popolazione che allo stesso tempo deriso dalle notizie mainstream. Già prima del Kpop, infatti, buona pate della popolazione e della narrativa è stata contro tali movimenti. Ora la questione torna a scottare in Cina dato che tutta questa apertura potrebbe essere controproducente per la Cina e quindi i divieti, i ban e, appunto il tentativo di soffocare le nuove “minacce” alla mascolinità.

Accanto a queste novità, come già anticipato, la nuova legge cinese vieta anche la classifica degli idol, il pay-to-vote e gli account di gossip, mentre cerca di sradicare i fan tossici, obiettivo ufficiale dell’ufficio dell’amministrazione del cyberspazio è migliorare il comportamento online di fan e celebrità, con la campagna “Clear and Bright”.

Nel dettaglio i punti del bollettino sono:
Nessuna classifica di idol. Le loro opere possono essere elencate/classificate ma non i nomi delle celebrità.
I criteri di classificazione non dovrebbero essere basati su Mi piace, commenti, visualizzazioni. La “valutazione professionale” dovrebbe essere la base.
Controllo extra sul comportamento online delle agenzie di celebrità. Le piattaforme e gli studi avranno una maggiore giurisdizione/responsabilità per i loro gruppi di fan ufficiali.
Nessun gruppo di fan non ufficiale. Le agenzie delle celebrità devono controllare e loro con gli artisti possono essere punite per aver trascurato questa responsabilità.
Sono vietati i trolling, gli abusi verbali e la diffusione di pettegolezzi dannosi. Le agenzie delle celebrità saranno responsabili della sorveglianza.
– Continuare a chiudere/bloccare i fanbase istituiti che incoraggiano comportamenti illeciti, come pettegolezzi, astroturfing, raccolte fondi illegali, razzie.
– Punizione per aver costretto i fan ad acquistare merce per favori/voto. Gli spettacoli di varietà dovrebbero rispettare determinati standard. Non possono addebitare denaro o richiedere l’iscrizione per la partecipazione dei fan.
– È necessario prestare maggiore attenzione per garantire che i fan minorenni non possano intraprendere comportamenti distruttivi (votazioni eccessive, spendere soldi, passare troppo tempo nei circoli dei fan online).
Nessuna campagna di raccolta fondi illegale, nazionale o internazionale. Continuare a indagare sui siti web esteri che continuano a classificare, votare e raccogliere fondi per le celebrità.

Quindi tutti i programmi simil Produce 101 non saranno possibili in Cina per diversi anni e questo è ovviamente un risultato del caso del latte sprecato (nostro articolo QUI). Sarà la fine anche della classifica di Weibo “Star Power Ranking List”, fondamentalmente una classifica online delle Star più potenti e nominate sulla piattaforma che ha incoraggiato passivamente la competizione tra fanbase.

E’ questa forse la fine dell’attuale modello di intrattenimento idol in Cina? Cosa accadrà agli idol che oggi promuovono in Cina? Tenteranno di debuttare in altri paesi? E, ancora più complesso, cosa accadrà ai trainee che si stavano allenando in Cina? Le agenzie proveranno a farli tornare in Corea del Sud e rivedremo un risolvere di gruppi con diverse nazionalità?

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