'King The Land' mi ha fatto piangere dalla disperazione: perché mi faccio del male?
PR | On 09, Dic 2023
‘King The Land’ anche noto in Italia come ‘King The Land: Un sorriso sincero’, che però io promuoverei anche con un altro sottotitolo ‘King The Land: Un sorriso sincero da scovare durante uno scartavetramento di palle di oltre 900 minuti’, è un drama recentissimo, anno 2023, disponibile nei suoi 16, lunghissimi e infiniti e banali e noiosi, episodi su Netflix.
Un successo planetario, ascolti da record, ma mi fa piacere notare che, tirate le somme, a non apprezzare questa ciofeca siamo stati in parecchi, perché ‘King The Land’ è tutto sbagliato e poco importa se i protagonisti siano boni e belli e con bella chimica: la trama fa schifo comunque, la regia è banale, le ambientazioni sono insulse e alcuni episodi totalmente inutili.
Ovviamente c’è anche il team ‘ma non capisco come possa non piacereeeee’ che beh, credo sia una cosa reciproca, ecco.
La domanda del titolo ‘perché mi faccio del male?’ me la sono posta nel mentre vedevo questo drama e la risposta è una sola: perché lo avevo iniziato e perché almeno potevo parlarne qui e salvare qualcuno che mi legge HAHAHAHAHAHAHAH
Magari fa per qualcuno di voi, magari può essere la cosa giusta per voi in questo momento, ma partire preparati aiuta molto: io mi sono lasciata convincere dall’entusiasmo generale e ho sbattuto la faccia con estrema violenza in questo prodotto, per me, troppo mediocre.
Di cosa parla questo drama?
Gu Won (Lee Joon-Ho) è un figlio di una famiglia chaebol che possiede e gestisce il King Group. Viene coinvolto in una guerra di eredità per il King Group. Gu Won è un giovane intelligente, elegante e chic, ma non è molto bravo con le persone e non riesce a guardare le persone sorridere in modo falso.
Cheon Sa-Rang (Lim Yoon-A) ha una personalità brillante su con un volto sempre sorridente. Inizia a lavorare al King Hotel, che ha fatto da sfondo ad alcuni dei suoi ricordi più felici della sua infanzia. Mentre lavora in albergo, deve affrontare varie difficoltà e incontra Gu Won.
Piccole cose (forse non) bellissime:
E’ un drama vecchio stampo, sembra venire dagli anni 2000, massimo 2010, ma tipo quelli che sembravano vuoti e banali anche a quel tempo. Se piacciono rom-com senza troppi drammi, senza troppe difficoltà e senza troppa profondità, può intrattenere. Se non vi basta qualcosa di superficiale, cercate qualcosa di leggero sì ma anche di divertente e spigliato, questo drama non fa per voi e potete tranquillamente saltarlo.
Proviamo ad andare per punti:
– E’ un drama cringe in molti momenti e in molti aspetti.
– La storia manca di approfondimenti e coerenza.
– La scrittura dei dialoghi è svogliata e non ispirata, quasi scadente.
– Anche visivamente non è nulla che rimane impresso.
– Una quantità smisurata di cliché e situazioni copia e incolla.
– Diverse dinamiche viste e riviste che sono davvero noiose.
Anche le premesse sono noiose a livelli assurdi: prendi un riccone qualsiasi che prima farà lo stronzo poi scopre la figa e diventa carino… e uniscilo a una poveraccia che si è costruita da sola con mille studi autodidatta che l’hanno resa la più preparata di tutti, ma alla fine attira l’attenzione (e può mostrare le sue doti) perché è bona.
Il protagonista, poi, non fa che comportarsi da bambino scemo che davanti alla ragazza che gli piace, le tira i capelli: è insopportabile perché è un uomo cresciuto ed è ridicolo nel 90% dei casi. E poi si comporta così con lei, la donna scelta tra mille, lui che potrebbe avere chiunque ma sceglie proprio lei, colei che è diversa da tutte le altre… perché lei è bona.
Tutto gira (almeno all’inizio) intorno al sorriso e l’impossibilità del protagonista di sopportare la gente che sorride (in modo falso) ma la questione traumatica viene superata in 4,5 secondi grazie alla patata e ci ritroviamo a saltare da un elicottero in volo per finire su un lembo di terra di un metro per 50 centimetri a ridosso di uno strapiombo. Un mix di poracciaggine, cringe e surrealismo che sinceramente, non serviva.
Ma poi, sti due, come si sono innamorati? Cioè se sei un drama romantico che non fa capire quando è nato l’amore: beh Watson, abbiamo un problema. Lui si innamora, dopo un momento di ””’odio””’ durato 4 secondi, letteralmente al terzo episodio. Per fortuna che lei fa inutilmente la preziosa per un po’, perché altrimenti avremmo avuto più episodi A MERDA come il viaggio in Thailandia usato SOLO per piazzare pubblicità e come spot progresso, appunto, per la Thailandia.
Che poi, davvero, i primi episodi sono un forzarli a volerli inserire nelle stesse scene insieme e a generare dinamiche di odio-amore che sono di una paracciaggine assurda: uno degli scontri del primo episodio è generato, letteralmente, dal fatto che lei avesse un movimento intestinale assurdo e che doveva, quindi, cagare, e invece di andare nel bagno riservato ai dipendenti, entra in una stanza dell’hotel a caso e gioca con le parenti del cesso dove sta cagando (che possono diventare trasparenti o oscure) e in quel momento entra il protagonista maschile.
Questo è il livello di merda delle iterazioni iniziali.
Cosa affronta il drama?
Un tema generale della serie è stato quello di scegliere le questioni di cuore rispetto a ciò che ci si aspetta da noi.
Altro tema è il non sacrificarti inutilmente per coloro che ti taglierebbero fuori non appena ne avessero la possibilità.
Poi mostra, soprattutto nelle grandi azienda, che tutti i personaggi devono fare i conti con la natura brutale della cultura del posto di lavoro per i propri bisogni e la risoluzione è NELL’USARE IL TUO CUORE PER SCEGLIEREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE.
Non ho alcuna intenzione di sforzarmi oltre.
Oh.
Punti su… qualcosa:
E’ la superficialità della narrazione che a me ha infastidito ma, ripeto, sono io che cerco qualcosa di più ormai dai drama e se non approfondisci e non mi diverti nemmeno, per me vali poco. Purtroppo questo drama non mi ha interessato, né mi ha divertito, e quindi non riesco proprio a trovare un motivo per consigliarvelo.
Troppo ripetitivo, troppo già visto, troppo un rigirarsi su se stesso, troppo un vuoto a perdere.
Una delle difficoltà è il rapporto tra il protagonista e la sua sorellastra, che lottano per il comando della società di famiglia, un rapporto a un cui non viene data profondità e sostanza. Al passato del protagonista con una madre scomparsa all’improvviso senza un motivo che gli ha generato un trauma non indifferente, come soluzione abbiamo un ritorno inaspettato con una spiegazione che manco la peggiore puntata di Beautiful. Ancora una volta, poco profondo e poca introspezione, totale assenza di analisi. E, ripeto, stiamo parlando del trauma infantile del protagonista.
Che poi, in realtà, a nulla viene data profondità e importante, tutto è volutamente superficiale, forse per favorire il divertimento o forse perché a scrivere questo drama sono stati 2 uomini e 5 scimmie.
I personaggi sono carte veline di sentimenti, aspirazioni e carattere, tutti, dal primo all’ultimo.
Devo dare un punto positivo?
Di sicuro pochi drammi, poche cose pesanti, poca gelosia ossessiva compulsiva o possessività morbosa. I sentimenti negativi ci sono ma pochi e per poco. Di sicuro è molto leggere anche in questo.
Conclusione:
‘King The Land: Un sorriso sincero’ per me è da evitare, poi se volete cose in stile anni 2000/2010 taaaaanto leggero, taaaaanto semplice con pochi dramma, beh, lasciate ogni speranza voi che entrate.
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