'Into The Ring' è un drama-perla, ma fa per tutti? Forse no... ma perché non provarlo?
PR | On 03, Nov 2023
‘Into The Ring’ è qualcosa di particolare: con la scusa di una storia ‘politica’, di fatto racconta di una perdente -molto polemica- che si atteggia da supereroina con una gran dose di stupidità, stravaganza, follia e amore. Il risultato è qualcosa di diverso dal solito e davvero molto fresco.
Le premesse non fanno venire voglia di vederlo: la storia di una tipa che, dopo aver fatto reclamo per qualsiasi cosa al comune, decide di candidarsi per un posto nel consiglio comunale, non è proprio avvincente ed entusiasmante. Eppure… ‘Into The Ring’ è una perla.
Le perle non sono amate da tutti, è una verità.
Anche ‘Into The Ring’ non è per tutti, eppure io vi consiglio di dargli una possibilità.
Se vi fa schifo, abbandonatelo.
Ma se vi incuriosisce, arrivate alla fine e non ve ne pentirete. Sono solo 12 episodi poi.
Di cosa parla questo drama?
Goo Se Ra (Nana), che ha vissuto tutti i 29 anni della sua vita a Mawon-gu, non è altro che una che si lamenta tanto, poco qualificata, con un pessimo background finanziario. Da un lato, questa appassionata e autoproclamata custode delle tasse non si lascia mai sfuggire un singolo illecito (segnalando a uno scocciato impiegato comunale), ma a causa del suo essere ficcanaso e della sua tendenza a perdere la pazienza davanti alle ingiustizie, viene licenziata ovunque.
Decide che è ora di cambiare e questa volta la sua passione si sposta verso l’Assemblea Distrettuale, la cosiddetta utopia dei dipendenti. Infatti, ora che è salita sul ring, la sua unica possibilità è candidarsi alla carica. E’ solo l’inizio di una storia assurda.
Piccole cose bellissime:
A me questo drama è piaciuto un sacco, già questo dovrebbe essere una cosa strabiliante. E’ tutto assurdo, extra, scemo e folle che è difficile non sentirsi in un vortice dal primo all’ultimo episodio.
In un drama che tratta cose così pesanti (brutta cosa la politica), con cui è facile empatizzare (e incazzarsi a bestia), avere una protagonista imperinente, trasgressiva, che non segue alcuna logica o norma comportamentale e sociale stabilita, che quando ha le palle girate fa volare un milione di palline da tennis nel bel mezzo di un incotnro pubblico, fa godere come dei ricci.
– La riscossa dei perdenti, con mille ma.
SeRa è impertinente, spesso non ha logica, ma è un treno che va senza orario e senza binari, resiliente di fronte a qualsiasi difficoltà e molto schietta e sincera. Difficile non amarla e difficile non apprezzare Nana in questa intepretazione. Poi il fatto che abbia iniziato questo difficile percorso politico solo per soldi è una chicca che me l’ha fatta amare in 4,5 secondi.
SeRa è strana forte, rumorosa, vanitosa, irrispettosa, ma molto reale e molto coinvolgente. Eppure la sua vita non è facile: nel suo percorso politico riceve una batosta dopo l’altra e questo rende la sua storia molto reale.
Allo stesso modo anche Park Sung Hoon interpreta un rigidissimo e perdente Gong Myung, che amerete col tempo: all’inizio è un essere quadrato per nulla divertente e difficile da comprendere. Di fatto poi lo scopri, lo ami, capisci che è scemo pure lui ed è una coppia incredibile con la scema per eccellenza, Sera. Il suo personaggio, però, è incredibile e molto positivo: non si piega alle corruzioni, al nepotismo o favoritismo e per questo viene declassato a lavoro, punito dai responsabili. Eppure resta ligio al dovere, nonostante odia quella che fa, e sempre responsabile.
– Umorismo assurdo la necessario
Il taglio è molto cartoonesco, molto da film dei supereori (asiatici): è tutto esagerato, colorato, amplificato e questa tendenza estrema aiuta a smorzare i toni pesanti del drama che, parlando di politica, parla di suprusi, mobbing sul lavoro, corruzione e pessima gestione dei problemi dei cittadini.
– Totale imprevedibilità
Non riuscirete a prevedere quello che accadrà, non ci provate neppure. E questa cosa è un grande punto a favore, perché rende la visione totalmente fresca.
– Una chimica incredibile
Come coppia SeRa/Gong Myung funzionano benissimo: ci sono l’una per l’altro, comunicano benissimo, rispettano le richieste dell’altro e si baciano tantissimo. Appost.
Davvero molto interessante:
La parte migliore di Into the Ring è il suo stile visivo unico: ogni episodio è girato come un film, con alcuni usi particolarmente sorprendenti di inquadrature ampie e sovrapposizioni tipografiche, una particolare attenzione al colore (e alla sua saturazione) e alla composizione dell’inquadratura.
Visivamente è (di nuovo) una perla.
Ma che visivamente è una perla lo si capisce già dai geniali poster.
CIOE’, CHE BELLEZZA
Ma anche il poster della copertina ricrea il tipico timbro coreano rosso usato dai coreani per timbrare la scheda elettorale durante le elezioni.
Per non parlare della scelta di posizionare il retto e rigido e intransigente Gong Myung come la figura verticale, mentre la strana, assurda e particolare SeRa in obliquo è palesemente non casuale.
LO CAPITE CHE SIAMO SU UN ALTRO LIVELLO?
E concludo qui perché io di cose negative, non ne ho, forse i primi episodi sono sconvolgenti, quindi dategli almeno 2/3 episodi prima di abbandonarlo.
Lasciatevi il tempo di abituarvi a un tipo di narrazione diverso dal solito.
Conclusione:
‘Into The Ring’ è il tipico drama che superi, perché ti pare una monnezza, e che inizi per caso senza alcuna aspettativa. Poi o lo schifi o lo ami in ogni momento.
Di sicuro è un drama unico, particolare e molto diverso, dove c’è cura all’immagine, alla caratterizzazione dei personaggi e alla storia sempre imprevedibile.
Per noi è da vedere, o almeno da provare!
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