Generale

Il sequel ‘Arthdal Chronicles: The Sword of Aramun’ è qui e nessuno dovrebbe essere pronto

E’ giunto quel momento.
Il momento che aspettavo dal 30 febbraio.
Il momento che non tramanderò alla mia stirpe.
Il momento che cercherò di superare con sedute di psicanalisi mirate.
Il momento di guardare ‘Arthdal Chronicles: The Sword of Aramun’, il sequel del ben più noto ‘Arthdal Chronicles’.

Se non uno, ma ben cinque attori, tra cui due protagonisti, sono fuggiti da questo drama, un motivo ci sarà.
Se questa stagione non è stata pubblicata da Netflix (che inizialmente doveva produrre 3 stagioni – non parti, stagioni – ma che poi è scappata), ma la trovate altrove con difficoltà, un motivo ci sarà.
Se il regista ha abbandonato la nave e ne è stato preso un altro, un motivo ci sarà.
Se rispetto ai 18 episodi della prima stagione, qui ce ne sono solo 12, un motivo ci sarà.
Se per produrre un sequel hanno impiegato ben cinque anni, un motivo ci sarà.
Se per questa “attesissima” stagione hanno utilizzato 4 denari, 5 lire e 4 pecore come budget, un motivo ci sarà.

Non chiedeteli a me questi motivi, perché per me non ci sarebbe nemmeno motivo di iniziarla questa serie, ma mi sento masochista in questo periodo e quindi VAI COL PULSANTE PLAY.

Scherzi a parte, il budget da 50 milioni della prima stagione (2.7 milioni a puntata) è passato a 10 milioni (0.8 milioni a puntata).
Hanno ridotto il budget a 1/3 del precedente.
Anche gli ascolti su tvN si sono ridotti, dalla media del 6/7% della prima stagione, siamo passati a una media del 3/4%.
Informazioni a caso, così per dare un contesto.

Di cosa parla questo drama?
“Sono passati otto anni da quando Ta Gon è diventato re. Il regno di Arthdal ha domato la ribellione delle tribù massacrate da Ta Gon, mentre Eun Seom ha riunificato dopo 200 anni i 30 clan di Ago. Lo scontro tra Ta Gon e Eun Seom è ormai inevitabile…”

Facciamo il nostro solito elenco di cose divertente e frizzantine, così per iniziare bene e allegri.
– Messaggi per informare l’altra parte dell’esercito che deve intervenire che sono frecce scoccate verso l’alto in una giornata uggiosa (COSA DOVREBBERO VEDERE, COSA) e rinforzi che arrivano dopo 10 secondi contati (COM’E’ POSSIBILE, COME);
– Madre che fa pugnalare il nemico dal proprio figlio di 8/9 anni (che stava per essere ucciso). Oltre che premio per ‘madre dell’anno’, ma come può quel bambino avere la forza di infilare il pugnale DA FERMO NEL PETTO DI UN UOMO CHE IO A 30 ANNI ANCORA NON SO APRIRE UNA BOTTIGLIA DA SOLA;
– Gente a otto chilometri di distanza che lancia frecce in avanti, poi nella scena successiva sono girati dietro a guardare, credo, la loro freccia virare di 180° per colpire l’uomo sempre a otto chilometri di distanza (che sta sempre alle sue spalle);
– La gente entra ed esce dalla fortezza di Arthdal, dall’ultimo piano della torre più alta, dalle prigioni e dalle segrete oppure proprio dalla porta principale, COME SE NULLA FOSSE, come una passeggiata per il corso, babi;
– Una donna normale -umana- contro una trentina di uomini con spada e vince quasi lei;
– La gente che arriva sempre nel momento meno opportuno, pronti a sovvertire i voti, con un quintale di gente al seguito: ma chi li avverte? Ma come fanno ad avere questo tempismo? Ma che è, una riunione di condominio?
– Per due episodi il mega problema è trascinare fuori un meteorite per avere il ferro necessario a fare più armi, e quando FINALMENTE ci riescono, l’armaiolo fa ‘vabbé bello assai, bravi tutti, ma io ho bisogno di almeno 6 mesi neh’… MA DIRLO PRIMA NO?
‘Quante sono le nostre perdite?’, risposta ‘nessuna, a parte uno scemo che è caduto dalle mura per sbaglio’ e lui annuisce soddisfatto… è proprio questa la traduzione letterale. I buoni della storia. Ah, la delicatezza;
– Una profezia che è vera solo quando fa comodo a loro, a metà, con un tipo X prescelto, i partecipanti coinvolti in questo scherzone collettivo e una serie di cose a caso nel mezzo;
– La “folla caotica” in cui sono in 20/30 persone in spazi enormi che si vede da lontano 4 miglia che mi stai prendendo per il culo;
– Determinati personaggi che muoiono ma in realtà non muoiono perché quello è veleno ma in realtà non è veleno, e sì, sono rimasti intrappolati in una bomba di fuoco da cui era impossibile uscire ma alla fine sono usciti, perché ha evitato la morte di 68937475 persone dando la sua vita ma alla fine aveva solo bisogno di una dormita di 99 giorni. TUTTO COSI’. Un deus ex machina dopo l’altro;
– Tanya sviluppa il potere di parlare nella mente delle persone, anche contemporaneamente, le persone di un’intera città, ma non lo usa fino all’ultimo episodio perché… non ne ha voglia, credo;
– Il figlio del re, nel bel mezzo di un assedio al castello, fugge dai 7 adulti che lo stavano proteggendo, va in mezzo alla strada e sbatte contro il nemico che lo abbraccia, lo percula e lo lascia scappare, per poi essere ricatturato (chissà come, fuori schermo ovviamente), da uno dei protagonisti, che stava proprio andando dal papà per salvare un’altra persona, quando se l’è ritrovato davanti (CHE CULO) e lo utilizzato per minacciare Tagon
Ah questi sceneggiatori come si impegnano eh?
– Al personaggio viene detto che o prende l’antidoto e si addormenta (per chissà quanto tempo), oppure non lo prende e aiuta l’altro personaggio… ma no, lei prende l’antidoto ma riesce a restare sveglia e vigile per altre 2/3 ore, perché la sceneggiatura lo prevede al rigo 2156;
– I personaggi, quando appaiono nello schermo, hanno in nome che compare, che non è una rarità nei K-drama, ma quando viene fatto anche negi ultimi episodi con personaggi che hai visto MOLTISSIME volte nel corso della serie, pare proprio che gli scrittori non avessero fiducia nella chiarezza della storia che stanno raccontando.

Punti di qualcosa:

Ora passiamo alle cose dolenti.

Recitazione:
Lee Joon Gi è un attore che mi piace, mi piace come interpreta i personaggi in generale e anche qui la sua recitazione molto fisica e espressiva, mi è piaciuta.
MA.
MA.
Ha fatto assolutamente schifo interpretando un doppio ruolo in questo dramma, perché -di fatto- non interpreta due personaggi, ma la stessa cosa con due vestiti diversi (a volte anche uguali i vestiti).
I suoi Eun Seom e Saya mancano della loro essenza (l’innocenza e speranza del primo, l’ambiguità e il machiavellismo il secondo) e poi, nonostante le facce giuste, le espressioni giuste, le posizione del corpo giuste, i due erano indistinguibili.
Il problema è suo fino a una certa. Aveva due personaggi scritti col culo, appiattiti al massimo e quasi indistinguibili (perchè avevano persone le loro caratteristiche principali che abbiamo detto su).
Anche il regista e gli sceneggiatori si sono resi conto che Eun Seom e Saya erano identici ormai, motivo per cui hanno semplicemente escluso Saya, spingendolo fuori dalla narrazione principale, affidandogli una sottotrama dopo l’altra, un mordi e fuggi continuo e una storia sempre più appiattita.

Shin Se Kyung -in generale- a me piace a tratti, dipende molto dal personaggio che ha in mano.
Qui no, semplicemente no.
Non tanto per lei, ma è il suo personaggio, che ancora una volta, non capisco come sia diventata così, come sia cambiata così tanto.

Scrittura:
Non sono fan della prima stagione ma qui, un applauso fragoroso agli sceneggiatori: era difficile fare di peggio, ma ci sono riusciti.
E’ anormalmente brutto.
Coerenza dei personaggi? Chi.
Narrazione logica? Dove.
Caratterizzazione dei personaggi? Cosa.
Emozione, cuore e sostanza? Perché.

Saya da Machavelli a zerbino sotto casa, in un secondo. Mi diventa una donnola codarda che continua a scappare e a nascondersi.
Saya qui è assurdamente debole, nonostante sia un igutu (e quindi dovrebbe essere più forte della media) e un generale (e quindi dovrebbe aver studiato un po’ come si usa una spada)… e invece sarei più brava io che passo 8 ore della mia vita sul culo su una sedia. AHIA
I suoi piani falliscono sempre. E’ debole. E viene forzato in una trama di ‘messia grazie alla collana figa’ che sinceramente non capisco.

Eun Seom diventa invincibile, l’uomo che ha sempre 54265262 uomini nascosti dietro l’angolo pronti a uscire quando ne ha bisogno. Si trasforma lui in un Machiavelli con una parrucca, indurito e spietato nei panni di Inaishingi – il completo OPPOSTO dell’uomo che doveva portare speranza e luce.
Hanno ucciso le sue emozioni.
Lo hanno riempito di eroismo unidimensionale e noioso.
Poi.
Eunseom nella prima stagione aveva una capacità di apprendimento incredibile, era capace di copiare le mosse dell’avversario perfettamente dopo averle viste una sola volta. Qui, nonostante nei panni di Saya sia a stretto contatto con un generale esperto come Tagoon, con una mente fina come Taealha e con una (si dice) intelligenza scaltra come Saya, ha MOLTE difficoltà come stratega (ma intuizioni geniali ad hoc). Ma quindi sceneggiatori, ce la siamo dimenticata la caratterizzazione di Eunseom?

Taealha, la feroce tigre regina e madre, è sempre un piacere da guardare, ma anche qui i suoi alti e bassi con Tagon mi hanno rotto la minchia a una certa. E anche il suo finale: ma che poracciata è?

Tagon teoricamente è colui che ha l’arco più interessante, da Re di Arthdal a eterno bambino ferito che impazzisce e cade nell’oblio mentre cerca di trascinare tutti con sè, ma diventa ridondante nelle sue azioni, nelle sue reazioni, nelle sue “rinascite” (passatemi il termine/concetto). La parte dove inizia a vedere il fantasma/allucinazioni del papino cattivo- OH MADRE SALVAMI

Regia:
Montaggio ubriaco.
Tagli duri e bruschi, riprese spesso di una banalità disarmante e piena di errori.
Le scene di combattimento non male, ma più per i stantman che non per il regista.

Se devo dire una cosa bella: le scene di azione e le scene di combattimento sono fatte bene e coinvolgenti, devo essere sincera. Le parti che preferisco.

Anche la CGI in media è migliore della prima stagione. In media.

Non parliamo delle strane sfocatura e distorsioni che dovevano creare un’atmosfera ‘fantasy’ -oppure non so cosa- ma che sono solo una poracciata.
La telecamera a mano che ogni tanto vibra come ci fosse in atto un terremoto di magnitudo 6.5.
E poi ogni tanto, quel filtro mega giallastro.
ODDIO, lo schifo.

Costumi:
Gli abiti unici della stagione 1, diversi per tribù e i personaggi, scomparsi. Sono tutti uguale e brutti.
E tutti comprati in un negozio che vende cose brutte brutte brutte o costumi di carnevale.

Scopo:
Perché, alla fine di tutto, che scopo ha questa serie, o meglio, che senso hanno determinate trame/scelte della lore (tutte le informazioni riguardanti il mondo fittizio in cui una vicenda è ambientata) di questo universo.
I Neanthal a che sono serviti?
Gli Igutu che scopo hanno?
I loro sogni o non sogno che simboli sono?
La lotta tra razze/tribù che fine ha fatto?
I tutti i clan di Arthdal che si inculavano, ora vanno d’amore e d’accordo?

Alla fine di tutto, si riduce a una guerra tra Tagon, Eunseom, Saya (con Tanya aiutante) che potevano tranquillamente essere esseri umani normali appartenenti a normali tribù diverse in guerre.

Pure i Wahan e la loro liberazione, punto centrale della prima stagione, qui scomparso del tutto. Solo alla fine si ricordano che ci stavano ancora in giro quelli di Wahan e quindi uccidono a caso 3826455 persone delle tribù, giusto per far piangere Eunseom e farci ricordare che sì, c’erano da qualche parte.

E’ frustrante vedere dov’è finito questo drama se penso ai concetti che venivo accennati nella prima stagione (vi rimando all’articolo fato al tempo QUI)
– Della discriminazione non c’è più traccia, se non nei vagheggiamenti di Tagon, sembra tutto molto superato anche per i Neanthal e questo non ha ALCUN senso;
– La contrapposizione Vita nella città / Vita nella natura scomparsa insieme alla scomparsa del clan Wahan detta su;
– La questione religione e fede, qui scomparsa in quanto di fatto il centro del credo è Tanya che ha come strumento per convincere le folle la magia, quindi addio a tutto ciò che c’era prima;
– Il discorso di Leadership / Dittature mentre per Tagon continua quella discesa verso il male, Eunseom perde tutto il percorso ‘dal basso’ che aveva fatto e diventa qualcosa di troppo diverso e lontano da quel ragazzo che (mi autocito) “viene pichiato duro dalla vita, raggiunge il fondo e poi si rialza, tenendo bene a mente i valori in cui crede, e, insieme a lui, si rialza un sogno capace di unire tante persone. Eunseom, al contrario di Tagon, nasce solo, fa degli errori, ma alla fine sboccia come leader vero capace di lottare e morire per quello in cui crede.”
Vi sembra di vedere questo Eunseom in questa stagione? A me francamente no.
– I giochi di potere, caratterizzati da Tagon ed Eunseom, diventano semplicemente un gioco alla conquista/non conquista di Arthdal, tutto si riduce a questo;
– Il concetto di Nome, ossia la famosa frase “Il tuo nome ti lega”, puff, scompraso.

La storia ha proposto 800 sotto trame, 400 persone speciali e sovrannaturali, 20 direzioni diverse alla storia, senza alcun motivo, perché tutto -ridotto all’osso- è di una banalità disarmante.

In questi 12 episodi COSA E’ SUCCESSO DAVVERO? Un inutile avanti e indietro, tempi morti, storie superflue e Tagon e Taealha che cercano di uccidersi 29898251 volte che hanno anche un po’ rotto il ca**o.
Se riduciamo tutte le cose inutili, il riassunto di questa stagione lo fai con 2/3 ore delle scene importanti.

Finale:
Non lo percepisco come un vero errore perché hanno cercato volutamente di fare un finale chiuso ma non troppo per permettersi di poter fare una terza stagione, qualora i risultati siano buoni (non credo proprio che avverrà). Il punto è che, la fine di Saya… che boh, io davvero BOH… l’odio! Poi, ma la profezia CHE CACCHIO DI FINE HA FATTO?

Conclusione:
Io non lo so se consigliarlo o meno.
Se avete visto la prima stagione, sì, dategli una possibilità, anche solo per avere una chiusura alla storia. Anche se vi sono tutte le incongruenze di cui sopra e alcune cose sono ASSURDE da vedere, essendo 12 episodi ed essendoci molte battaglia ben coreografate, scorre meglio e più velocemente della prima stagione.
Se non avete visto la prima stagione, BRAVISSIMI. Non iniziatela MAI e fate altro nella vostra vita.

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PR

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