Generale

Il drama ‘The Glory’ è esattamente quello che dicono tutti. Proprio quello.

‘The Glory’, diviso in due parti, è il drama che tra il 2022 e il 2023 ha conquistato il mondo e che potete trovare su Netflix. Ha conquistato il pubblico ed è stato a lungo uno delle serie tv più viste di Netflix un po’ in tutto il mondo e se n’è parlato tantissimo, con mille teorie.

Vale tutto questo amore?

Vi ho già parlato dei miei problemi con i melodrammi coreani che parlano di vendetta: hanno una pesantezza che mi rende difficile la visione. Per questo motivo ‘The Glory’ l’ho rimandato a lungo, intimorita dal dover vedere le scene di violenza e bullismo. Dopo ‘Vuoi sposare mio marito?’ mi sono convinta a provarci.

Ovviamente ve lo consiglio perché è davvero un ottimo drama e capisco ogni complimento e ogni recensione che dice che DEVE essere visto.
Sì.
DEVE essere visto.

E’ quello che dicono tutti: una piccola perla, un drama davvero bello.

Di cosa parla questo drama?
Moon Dong-Eun, studente delle superiori che sognava un giorno di lavorare come architetto, è diventata vittima inerme della violenza scolastica perpetrata dai suoi compagni studenti, ricchi, viziati, crudeli e arroganti.

Abbandonata dalla famiglia, dalle istituzioni e dal mondo, abbandona anche la scuola e per decenni pianifica la vendetta contro i suoi aguzzini e tutti coloro che sapevano e non hanno fatto nulla. Pezzo dopo pezzo vuole vederli tutti cadere dai loro troni.

Piccole cose bellissime:
“The Glory” non è affatto un drama facile. Ma racconta la sua storia in modo molto interessante.

Più che un thriller, ‘The Glory’ è sviluppato come una strategia militare in quanto è un racconto per lo più freddo, senza umanità e pietà, quasi privo di emozioni. Si vedono le violenze, ma sono poche rispetto al ‘gioco’ di Moon Dong-Eun. Sono dure e potenti quelle scene di bullismo, eh, però non c’è una pesante pornografia del dolore (ci torniamo dopo).

“The Glory” segue una tradizione di vendetta coreana, ma alla fine diventa più della solita saga di vendetta ordinaria. C’è vendetta, ma sembra diversa, sembra una vendetta divina (ci torniamo dopo).

Infatti diversamente dalla solita vendetta violenta, immorale e illegale, qui tutto ciò che Dong-eun deve fare è spingere su ciò che già c’è, deve solo seminare sfiducia e manipolarli l’uno contro l’altro.

Appunto, un gioco di strategia.
Riuscirà nel suo intento? No spoiler, vedetelo per scoprirlo.

Cosa affronta il drama?
Le tematiche, oltre alla vendetta che va servita su un piatto freddo e d’argento che va sbattuto ripetutamente sulla testa dei tuoi carnefici fino a staccargliela e far credere a tutti che sia un suicidio, sono diverse e molto tipiche dei melodrammi coreani.

Abbiamo una società capitalistica dove il potere è basato su denaro e conoscenze; abbiamo una concorrenza spietata, sia nelle scuole, prima esempio di classismo, che tra le famiglie; abbiamo favoritismi e raccomandazioni che muovono il mondo e che fanno chiudere gli occhi su violenze e illegalità; abbiamo l’illusione che il mondo debba per forza funzionare così (male) e fino alla fine chi si è voltato e ha fatto finta di nulla resta convinto che altro non poteva essere fatto, così come i cattivi restano tali fino alla fine; abbiamo le istituzioni piegate ai potenti; abbiamo il senso di impunibilità del male; abbiamo il lusso che diventa un nuovo Dio da idolatrare e metro per giudicare ogni cosa; abbiamo la netta separazione tra poveri e ricchi, ricchi priva di qualsiasi morale e, spesso, anche di spessore; abbiamo anche il ruolo ambiguo e contorto dei social e la gogna pubblica; abbiamo la convinzione che i buoni, per vincere, alla fine debbano per forza diventare un po’ cattivi.

C’è tanta carne al fuoco.

Davvero molto interessante:
I simboli in ‘The Glory’ sono tanti e importanti.

– Il serpente e la mela.
Si vedono già nella sigla e sono un riferimento biblico evidente. I protagonisti sono stati espulsi dall’Eden.
Ci torniamo poco più avanti su questo.

– La Gloria.
Qui intesa come la cosa più importante per quella persona.
Per i cattivi è il trofeo che si sfoggia al mondo e che definisce il suo status quo. “La Gloria” descrive la divisione delle classi nella società e la violenza della discriminazione che in essa si crea.
Per i buoni, la gloria è ristabilire i giusti equilibri del mondo, facendo vincere il bene e le vittime.

– I fiori, il trombone del diavolo e il trombone d’Angelo.
La padrona di casa li mostra alla protagonista all’inizio del primo episodio e sono dei fiori ridondanti nel drama, la stessa protagonista alla fine se lo tatuerà sul braccio. Entrambi questi fiori sono velenosi.
Anche qui ci torniamo.

– Le case.
Ogni cosa in questo drama parla dei suoi personaggi.
La casa della crudele Park Yeon Jin è arredata in modo ordinato e brillante, con gusto, le persone che la abitano sorridono costantemente.
La casa di Jeon Jae-Jun è una qualsiasi casa da catalogo coreana, l’apparenza pettinata e gelida di un essere che non ha profondità, riflessioni, poesia, ma che è solamente pieno di sé.
La dimora dell’artista Lee Sa-Ra è sporca, disordinata, piena di persone che entrano ed escono, confusa e allo sbando come lei.
Le case di Choi Hye-Jeong e Son Myeong-O si vedono poco o per niente perchè loro sono sempre stati i galoppini che appartengono a una classe inferiore che, per opportunità e codardia, si sono uniti ai ricchi di turno, per assaporare una parvenza di potere che, altrimenti non avrebbero mai potuto avere.
La casa della protagonista Moon Dong Eun, invece, non ha mobili, né elettricità né acqua corrente. Tutte le pareti sono ricoperte di immagini relative ai colpevoli, piene di vendetta.
Quella di Joo Yeo-Jeong è la casa da rivista in perfetto stile coreano, così come lui è il tipico ragazzo coreano, eppure ha qualcosa di inquietante… non trovate? (Ci torniamo)

– I vestiti e l’aspetto.
Come per le case, anche i vestiti rappresentano i personaggi.
Dong-eun è una cupa femme fatale in abiti minimalisti e funzionali come trench, pullover e scarpe da ginnastica in colori prevalentemente monocromatici neri o mandorla. Lo stile di Dong-eun si adatta alla sua personalità indurita, mentre cerca di non attirare l’attenzione.
Yeon-jin ha un guardaroba pieno di giacche, abiti eleganti in tweed, top peplo senza maniche, gonne a tubino e tacchi in tonalità bianche o gioiello. Indossa spesso accessori di tendenza come girocolli di perle e borse di lusso.
Lee Sara deve fare l’artista e indossa abiti larghi e sportivi, ma all’occorrenza anche eleganti.
Hye-jeong, da aspirante ape regina e desidera vivere uno stile di vita lussuoso, solo per poterla mostrare e vantarsi (come fa già sui social). Si veste in modo provocante, alla moda, solo per attirare l’attenzione.
Jeon Jae-Jun ha uno stile ricercato e lussuoso, ma anche molto sfacciato, spesso dai colori forti, molto affine alla sua personalità.
Son Myeong-O, invece, è esagerato nel suo modo di vestirsi, come come nella sua personalità.
Ha Do-Yeong elegante e sempre controllato.
Joo Yeo-Jeong, il dottore supporto di Dong-Eun, si veste come da classico bravo ragazzo coreano.

– Dio e la religione.
Il drama parla di vendetta ma sembra anche diverso dal solito perchè, analizzandolo a fondo non è solo una storia di vendetta, ma anche la storia di un’ascesa dalla miseria alla divinità e di come la violenza viene utilizzata sia come mezzo che come fine in sé.
Nel primissimo episodio, il pubblico viene introdotto alla portata della violenza che Moon Dong Eun (Jung Ji So) deve sopportare. Nessuno la salva, non importa quanto lei chieda aiuto. È un universo Neitzscheano. Non c’è Dio. Quindi non esiste alcuna autorità morale. In un mondo come questo, anche la violenza non ha ragione. I bulli sono violenti solo perchà possono farlo senza subire conseguenza in quel tipo di mondo.
Dong Eun abbandona gli studi e inizia la sua vendetta che corrisponde anche all’ascesa, al voler andare oltre il capobranco dei suoi bulli, Yeon Jin. Cosa può esserci al di sopra di chi è alla cima della catena alimentare? Dio. Moon Dong Eun deve diventare un Dio, un Dio vendicativo.
Non è un caso che dalle immagini ai temi, la Bibbia e i simboli ad essi collegati siano ridondanti (vedi la mela e il serpente di cui sopra). Anche il fiore chiamato Trombone del Diavolo (sempre di cui sopra) ha più chiavi di interpretazione. A differenza dell Trombone d’Angelo, che si inclina verso la terra, quello del Diavolo guarda il cielo come se “sfidasse Dio”.
Attenzione, però, Moon Dong Eun non sta sfidando nessuno. Abbiamo detto che in questo mondo non esiste Dio, ogni essere umano è lasciato e abbandonato a se stesso. Quindi Dong Eun sta prendendo un posto vuoto diventando divinità giudicatrice che muovendo le pedine sulla scacchiera, muove anche il mondo.
La violenza di Dong Eun non è violenta, lei fa muovere i bulli come vuole, si limita a osservarli da lontano come un Dio stanco e apatico.
La violenza di Yeon-Jin su Dong Eun mirava a “preservare la legge”, la violenza di Dong-Eun contro i bulli è “distruttrice della legge”. La “violenza fisica” che Yeon Jin ha mostrato torturando Dong Eun serviva per dimostrare il suo potere, la “violenza divina” che Dong Eun scatena è per la giustizia e lo è perchè Dong Eun lo fa per sé e per tutte le altre vittime, rendendolo discorso universale.

– Go, il gioco.
In questo punto dobbiamo entrare nel dettaglio perché capire la filosofia di questo gioco vuol dire capire a fondo anche il drama.
Il ‘Go’ è un antico gioco di stretegia molto famoso in Asia. Nel drama ha un peso fondamentale infatti per le varie scene si sono affidati a campioni mondiali di Go per gestire le partite e renderle totalmente vere in ogni mossa.
Il Go è una lotta tra bianchi e neri in cui vince la persona con conquista più territorio o, per la precisione, le ‘case’ sparse sul tabellone. Quindi costruire il proprio spazio dall’estremità al centro e stringere lentamente l’avversario, fino a distruggerlo. Nel senso del drama, vuole dire distruggere la ‘casa’, la tranquillità, dei bulli.
Il metodo di vendetta della protagonista, Moon Dong Eun, è lo stesso del gioco Go. È costruire il proprio territorio per stringere lentamente l’avversario fino a distruggerlo. Non è solo una vendetta che utilizza la violenza fisica, ma è un metodo di vendetta che gradualmente stringe l’avversario e alla fine lo stritola. L’avversario lo vede arrivare, vede le pareti che si stanno stringendo e cerca di combattere… ma alla fine sarà davvero sconfitto? Lo scoprirete guardando il drama.

-Punti belli belli:
I punti di forza sono diversi:

– Metafore della società coreana
Come già detto nelle tematiche trattate, in questa storia di vendetta c’è molta, moltissima Corea, con tutte le storture e le cose brutte che lì accadono (come in gran parte del mondo). Come con ‘Parasite’, ‘The Glory’ dimostra una distinzione di classe distinta e spiega anche al pubblico straniero il senso della “plutocrazia” della Corea (plutocrazia è il predominio nella società di individui o gruppi ricchi e potenti che sono in grado d’influenzare in maniera determinante tutto). In un drama in cui tutto è nero e oscuro, la gloria dello spettatore è attendere finalmente che il buono vinca e che il vinca paghi per le sue malefatte.

– Senza cliché
I cattivi non ritrovano la ragione, non si pentono e redimono; la principessa non viene salvata da nessuno e, inoltre, non si ci piange addosso.

– Dolore sì, ma a gocce
La storia di Moon Dong-Eun è tragica ma la stessa è presentata in modo da provare rabbia, tanta rabbia e raramente pietà. Moon Dong-Eun non è pietosa, è una ragazza che ha subito delle ingiustizie enormi da suoi coetanei, da persone adulte, da istituzioni, da chi l’ha messa al mondo, e si rialza con fierezza e freddezza, pronta ad avere la sua vendetta.
La vediamo raramente cadere, raramente crollare e quando lo fa è sempre da sola, sempre per poco tempo.
Scegliere di presentare questa storia in questo modo è un punto di forza e riprende il punto precedente, allontanando ‘The Glory’ dai cliché del suo genere.

– Visivamente è arte
Il montaggio, la colonna sonora e le riprese della serie televisiva sono tutti di altissimo livello. Il drama, per colori, ha un tono più freddo e cupo rispetto ai ricordi delle scuole superiori che, anche se sono piene di violenza e molestie, sono comunque piene di colori, spesso caldi o legati al blu del mare e del cielo.
Tutta la storia ‘attuale’ è ambientata in luoghi con colori freddi e bassi livelli di illuminazione. Il colore c’è dove c’è l’amore e il sentimento, come quando giocano a Go in un parco.
L’attenzione è ovunque e per questo vi dico di rivedere i poster del drama dopo aver visto i film e beh, gran parte delle risposte sono già lì, sono tutte lì.

– I cattivi sono WOW
Come detto anche prima, non troverete giustificazioni alle azioni dei cattivi né una redenzione, perché in questo mondo tutto è nero, tutto è distrutto, tutto è sporco. I cattivi sono spiegati al minimo ma allo stesso tempo hanno delle caratteristiche davvero interessanti.
Si parte da una banalità delle loro motivazioni (che ricorda il citatissimo concetto della banalità del male) fino al modo in cui si comportano tra di loro, che li rende interessanti da guardare mentre si cerca di capirli.
Sono pazzi? Sono psicopatici?
Sarebbe la risposta più semplice, ma basta guardarli per capire che non è quella giusta.
La psicopatia è un tipo di personalità antisociale che si riconduce a un difetto delle aree del cervello deputate alla regolazione delle emozioni. I soggetti psicopatici progettano ogni azione per il proprio tornaconto personale e non provano sensi di colpa o rimorso. Secondo degli studi condotti su soggetti psicopatici, questi non sarebbero capaci di tenere in considerazione il proprio futuro, né di fare progetti a lungo termine. Sono estremamente razionali e spesso maniaci del controllo. Se commettono un crimine lo fanno nel pieno controllo delle loro capacità e di se stessi.
I sociopatici hanno invece una maggiore impulsività, infrangono le regole senza pensare e questo li porta a lasciare più spesso indizi, queste persone generalmente mostra poca emozione o interesse per la vita degli altri. Potrebbero sembrare arroganti o superiori, spesso sono molto intelligenti, hanno carisma e sanno manipolare e affascinare, eppure hanno difficoltà a mantenere rapporti perchè hanno bassa emparia, poca intelligenza emotiva. Il sociopatico può arrivare a comprendere che sta facendo del male e a sentirsi colpevole, tuttavia, continua a comportarsi in quella maniera, giustificandosi con il suo suo consolidato sistema di false credenze.
(Correggetemi se ho scritto qualcosa di errato o volete aggiungere altro nei commenti)
A mio avviso i vari personaggi del drama, i bulli, sono più che altro sociopatici e che non sono per niente vincolati al concetto di buono e cattivo.
Analizziamo quelli più interessanti nella parte spoiler, in fondo all’articolo e lo facciamo a 360°.

Ad esempio per Jeon Jae-jun ha un rapporto strano, quasi ‘romantico’, con le vittime di bullismo (tutte tranne Moon Dong-Eun)… ci avevate fatto caso? Choi Hye-jeong è la più intelligente del gruppo e, infatti, è colei che fa cadere 4 delle 5 case… lo avevate notato? Ha Do-Yeong è il supporto positivo e felice della protagonista… o forse no?

Conclusione:
‘The Glory’ è da vedere e nei suoi 16 episodi non lascia un attimo, non cala nemmeno una volta.
Davvero una perla.

#Spoiler

#Spoiler

Come anticipato nello spoiler voglio solo analizzare i protagonisti condividendo con voi alcune teorie.

Jeon Jae-jun, come dicevo, guardone da giovincello, violento e istintivo da adulto, è capace di farsi seguire e comunque di controllare quando vuole le sue emozioni (quando lavora ad esempio) e a risolvere problemi in modo normale (esempio del cane e del pelo che può dar noia ai bimbi).
E’ molto bravo a gestire le persone e a farsi seguire, dopo che scopre che il suo cane potrebbe fargli un danno, anche se per un attimo temi che potrebbe ucciderlo pur di arrivare al suo obiettivo (come farebbe uno psicopatico), in realtà lo riprende brevemente per fargli capire come deve comportarsi.
La parte più interessante è notare come tratta le vittime.
Sappiamo che con la protagonista Moon Dong-Eun si limitava a fare il guardone e, nel caso più estremo, l’ha costretta a stare sotto la pioggia per guardare il reggiseno dalla maglia bagnata. Appunto guardone.
Analizzando il modo in cui ha gestito il rapporto con le altre due vittime, si capisce anche altro.
Prima di Moon Dong-Eun, c’è stata Yoon So-Hee che è andata via dalla scuola frequentata dai suoi bulli in primavera, che rincontra la crudele Park Yeon-Jin a Natale e poco dopo muore, incinta di 8 settimane. Il papà era Jeon Jae-jun. I conti sono semplici da fare: Jeon Jae-Jun ha avvicinato So-Hee di nascosto dopo che ha lasciato la scuola e, nella posizione di colui che ha solo guardato e mai agito contro di lei, l’ha manipolata iniziando una relazione sessuale e “romantica”. Alcune teorie parla di violenza sessuale, ma credo che Jeon Jae-jun -quando voglia- sia un gran manipolatore e che abbia iniziato quella relazione per gioco, per segnare un’altra tacca ecc. Credo che il vestito indossato da So-Hee, uguale a quello di Yeon-Jin, lo abbia regalato proprio Jae-jun, quindi fosse originale, non una copia, e che il motivo per cui Yeon-Jin ha reagito in quel modo così violento e provocatorio è anche perché ha capito che i due avevano una relazione (ed era gelosa in quanto possessiva). Non credo che a Jeon Jae-jun interessasse molto di So-Hee, motivo per cui fa da alibi all’assassina della ragazza, ma sembra ripensarci quando scopre che è incinta: anche qui è il sociopatico che agisce. E’ morto suo figlio, la sua carne, il piccolo sé, non gliene frega niente della ragazza.
Kim Gyeong-Ran, invece, la commessa del negozio di Jeon Jae-Jun e colei che aiuta in casa Park Yeon-Jin, è la terza vittima che seguenMoon Dong-Eun e probabilmente erano amiche prima che quest’ultima iniziasse a essere bullizzata e l’amica l’abbandonasse. Gyeong-Ran, prigioniera e bloccata ai tempi del liceo, continua a lavorare e servire i propri bulli.
Il rapporto che lei ha con Jeon Jae-Jun non è rigido come quando la vediamo interloquire con Park Yeon-Jin, il motivo è quello sopra descritto. Jeon Jae-Jun sa essere affascinante, sa legare le persone a sé e sa creare rapporti di utilità. Non è uno svitato qualsiasi, è subdolo e manipolatore e inizialmente sembra solo un riccone viziato con esplosioni di rabbia, ma lui la rabbia, quando vuole, la sa controllare, lui i suoi casini li sa gestire da solo (chiama l’avvocato solo quando ha bisogna davvero di consigli giuridici), sa come tessere trame per arrivare al suo obiettivo, tra tutti è uno dei più intelligente e non a caso solo dopo un incontro con lui, Moon Dong-Eun ha un attimo di cedimento, perché per quanto Yeon-Jin sia l’ape regina che le ha distrutto la vita, Jae-jun potrebbe essere il vero ostacolo al compimento della sua vendetta.
Il rapporto Jae-jung e Yeon-jin è invece molto banale, a mio avviso. Ognuno ama l’idea di essere esclusivo dell’altro ma più per un vanto personale e non per vero amore. Infatti entrambi non se ne fregano molto e si scaricano per raggiungere altri obiettivi. E’ possessività, non amore. Allo stesso modo, però, Jae-jung non è un oppositore di Yeon-jin (colei che sarà distrutta da chi ha la ㅇ nel nome), infatti non le mette direttamente i bastoni fra le ruote o la tradisce con scopo di ferirla.
Nel gruppo è anche l’unico che non tratta proprio male Choi Hye-jeong, anzi spesso le dona l’illusione di una relazione, sfruttando sessualmente (come fa sempre in pratica). Sembra anche l’unico ad avere un vero rapporto di amicizia con Se-ra, con cui parla spesso a telefono e hanno anche un rapporto lavorativo.
Rispetto a Moon Dong-Eun è anche interessante notare un’altra cosa: non ha paura di lei, anzi spesso la provoca perchè convinto di essere intoccabile, atteggiamento che ha fino ala fine. Questo è il suo problema: è molto arrogante.

Choi Hye-jeong ha un vero lavoro come hostess di una compagnia aerea ed è molto brava a svolgere il suo lavoro, un lavoro che è molto ambito in Corea. Le selezioni per diventare hostess di compagnie importanti (come la sua) sono molto rigide, con un tasso di assunzione di 1:100. Devi conoscere diverse lingue, sape nuotare, avere un bell’aspetto, dizione perfetta, primo soccorso ecc. Choi Hye-jeong è molto competente e molto intelligente.
Eppure essendo figlia del titolare di una lavanderia, viene completamente ignorata e non la trattano come un essere umano. Hye-jeong accumula sentimenti di inferiorità e un’ossessione per l’apparenza e tutto quello che è lusso esagerato, desiderando quello che non ha, a partire da Jae-jung. Non ama Jae-jung, ama quello che lui potrebbe darle.
Choi Hye-jeong è sospettata di aver abortito andando a letto con diversi uomini ricchi per aumentare il suo status sociale, senza sapere neppure chi era il padre di quel bambino.
Lei è l’animaletto di compagnia di Se-ra.
Ha capito che il bullismo fatto in passato era sbagliato.
Moon Dong-eun la trasforma in uno spirito vendicativo e infatti dei cinque bulli tutti cadono per mano suo (anche lei stessa è vittima delle sue azioni), tranne Son Myeong-oh.

Son Myeong-oh viene considerato più un servitore o un cane da caccia che un amico, soprattutto per Jeon Jae-jun che lo definisce il cane che ha allevato per 11 anni. L’atteggiamento lavorativo di Son Myung-oh è però pessimo e sarebbe stato licenziato molto tempo fa se non fosse stato amico del suo datore di lavoro. Sfrutta il suo capo e le cose del suo capo per conquistare donne e soldi, è spesso assente e non preciso, oltre a un problema di alcol che lo fa essere spesso k.o.
Il suo background è pessimo: proviene da una famiglia povera ed è stato cresciuto dal nonno. Cresce spavaldo e arrogante, un piccolo gangster in pratica.
Non amava davvero Choi Hye-jeong, basta pensare che in rubrica l’ha rinominata ‘Choi Hye-yu’ (Grosse tette) e che spesso la offendeva in faccia, definendola sporca ad esempio, e si capisce la vera considerazione che aveva per lei. La considera più un trofeo che deve strappare a Jeon Jae-jun.

Se-ra è totalmente in balia delle droghe mentre si gode feste orgiastiche con diversi uomini. Figlia di un pastore della “Seonghan Faith Church”, un luogo di ritrovo per persone di ogni ceto sociale a Seoul, la famiglia è ricca.
Anche lei ha capito che il bullismo fatto in passato era sbagliato.
La sua tossicodipenza è una delle cause della sua caduta, con l’avanzare della serie la vediamo più bianca e magra, e inizia a essere aggressiva e violenta con le parole (e con i gesti), oltre che in paranoia, proprio perché in astinenza.
Lee Sa-ra è la seconda persona più cattiva del drama dopo Park Yeon-jin, considerando che la vediamo drogarsi, evadere le tasse e persino cercare di uccidere qualcuno.

Park Yeon-jin, beh, ci sono diverse cose da dire su di lei. Come negli altri casi non abbiamo un vero e proprio background ma sappiamo che ha una madre arrivista, oppressiva e molto classista. Da come parla con la madre, sembra che Park Yeon-jin abbia un padre biologico molto facoltoso ma i genitori hanno divorziato quando lei era minorenne, forse durante le medie, probabilmente la figura maschile è stata molto assente nella vita della ragazza. Tuttavia, sembra che Ha Do-young abbia menzionato a Jeon Jae-jun di aver “incontrato suo suocero alla cerimonia di completamento del nuovo edificio”, quindi non ha interrotto del tutto la loro relazione. Quando finisce in carcere è palesemente vittima di bullismo all’interno della sua cella, probabilmente la sua famiglia, ricca e facoltosa, ha tagliato i ponti con lei.
E’ incompetente nel suo lavoro, motivo per cui paga altri per scriverle i pezzi sul meteo e quindi, alla fine, guadagna meno di Hye-jeong, che fa l’hostess, cosa che la fa infuriare.
Tra le varie personalità forse in lei notiamo una sociopatia più evidente e pericolosa, infatti è anche quella che si macchina del crimine di omicidio e la prima cosa che fa è chiamare sua madre per pulire il ‘casino’ che ha generato.
A differenza di Choi Hye-jeong e Lee Sa-ra, che sono almeno “consapevoli” che la violenza scolastica commessa contro Moon Dong-eun in passato era sbagliata, Park Yeon-jin non ha consapevolezza e non si sente affatto colpevole, teme solo che la figlia la scopri.
Sebbene abbia una personalità viziosa e viziosa, non è intelligente o astuta, non si rende conto che il suo atteggiamento rilassato non la salverà per sempre. Anche se consapevole di trovarsi in una situazione svantaggiosa, non sa come comportarti in una situazione del genere e commette molti errori mentre cerca di fare la minacciosa.

Ha Do-Yeong, lui è molto interessante.
E’ un semi-chabeol, in quanto è a capo della potentissima Jaepyeong Construction ed è molto ricco e molto potente. E’ un personaggio grigio e per certi aspetti è molto simile a Dong-eun nel suo stile semplice e nel suo essere molto concreto e razionale.
Sposa Yeon-jin perchè è quello di cui ha bisogno e l’ha scelta per opportunità: era la meno vestita ma con solo pezzi di Dior. Do-Yeong la sceglie per usarla come trofeo, per avere la moglie gnocca al suo fianco. Alla fine l’ha anche amata ma quando ha dovuto scegliere tra l’immagine della sua società e sua figlia oppure sua moglie, non ha battuto ciglio. E’ pronto a proteggere la sua famiglia e soprattutto la sua Ha Ye-sol, che è figlia per amore e non per sangue. Ha comunque una sua moralità ed è disposto ad aiutare la moglie fino a una certa, dandole sempre la possibilità di chiedere scusa, di pagare i suoi crimini, di scegliere.
Non può essere considerato un vero buono, in fondo è all’inizio pronto a proteggere la moglie colpevole di bullismo, così come alla fine si macchierà lui stesso di omicidio, di certo sa distinguere il giusto dallo sbagliato ma, è pronto a piegare i due concetti in base alle proprie necessità, prendendosi anche le responsabilità delle cose che fa se ritiene necessario. Ad esempio, quando incontra Dong-eun al mini-market, parcheggia l’auto sulla fermata dell’autobus, un comportamento che mostra quanto non gliene importi né delle multe né di essere un fastidio per gli altri… oppure era troppo preso da Dong.eun per accorgersene?
Sebbene sia un uomo ricco, non sembra essere particolarmente offensivo nei confronti dei suoi subordinati, si comporta gentilmente con loro, ma ha un modo di fare che sembra porlo sempre al di sopra degli altri. Non sembra essere né una brava persona né una cattiva persona, ha la mentalità secondo cui tutto ciò che può essere risolto con il denaro alla fine deve essere risolto col denaro, per il resto si usa la testa. Però è anche uno pronto a sporcarsi le mani lui stesso, senza delegare altri: Jeon Jae-jun viene prima picchiato e poi ucciso dalle sue stessi mani, con tutti i rischi che ciò comporta.
Eppure non è totalmente amorale: capisce il punto di vista di Dong-eun, prova empatia per le vittime di sua moglie, quando entra nella casa di Dong-eun si toglie le scarpe (piccolo gesto che dice molto).
Ci sono teorie che lo vedono innamorato di Dong-eun (la prova è che mangia il triangolino che lei gli aveva proposto a metà drama).

Infine Joo Yeo-Jeong, forse è lui lo psicopatico del gruppo.
È brillante, positivo e amichevole, sembra un figlio molto capace, ma in realtà riceve continua consulenza psichiatrica a causa del rancore nascosto contro Kang Yeong-cheon, il serial killer edonista che ha ucciso suo padre, il dottore che, contro il parere di tutti, gli aveva salvato la vita.
C’è chi pensa che aiutare Moon Dong-eun con la vendetta non è semplicemente atto di amore o simpatia, ma è un modo di far venire a galla i suoi intenti omicidi e un lato interiore oscuro che ha dentro di sé e che non riesce a sfogare dato che l’oggetto del suo odio è in una prigione.
Yeo-Jeong è l’inverso di Dong-eun, qualcuno che appare normale e simpatico ma in realtà nasconde la sua folle fantasia di tormentare l’assassino di suo padre, colpirlo fisicamente e con violenza, mentre Dong-eun ha vibrazioni di fredda assassina in cerca di vendetta, che in realtà alla fine ha un modo di attaccare elegante e superiore. Per questo la sua casa sembra da catalogo all’esterno, ma ha un che di stridenti, come il cassetto con tanti, troppi coltelli di diverse dimensioni tutti allineati in modo manicale.

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