PR | On 06, Nov 2023

Un tuffo nei peggiori flop tra i K-drama del 2023, quei prodotti che sono stati abbandonati dal 30% degli spettatori dopo i primi episodi e, spesso e volentieri, dal 50% entro la fine del progetto.

Perché così tanti lo hanno abbandonato senza arrivare al finale? Perché tanti non lo hanno proprio iniziato? Fa davvero così schifo? Molto spesso la risposta è sì, ma entriamo nel dettaglio.

Vale la pena vedere ‘The Heavenly Idol’?

Prendi il second lead del successo ‘Business Proposal’, quella patata di Kim Min Kyu, e dagli una commedia romantica tutta sua… e poi resta fermo ad attendere i milioni che ti cadono addosso: è questo quello che hanno pensato i produttori di ‘The Heavenly Idol’, beccandosi, in ritorno, un bel flop del 2023. Curiosi di questo flop? Se lo meritava questo drama un risultato così pessimo?

Il drama ‘The Heavenly Idol’ (tratto da un webtoon) con Kim Min Kyu ha registrato risultati molto scarsi. Gli ascolti del primo episodio erano vicini al 3,1%, ma questo numero è sceso drasticamente nel secondo episodio, con solo poco più del 2% di spettatori. Si è concluso con un basso 1,5%. Anche quel 3% al primo episodio è un record significativamente basso per un episodio pilota.

Se volete comunque vederlo dopo il mio lungo e confuso commento, è su Viki!
Spoiler: io lo promuovo con riserva.
Capisco perché non è piaciuto, però. Arriviamoci insieme.

L’inizio è assurdo e blasfemo a un livello tale che ha fatto il giro del trash e l’ho adorato.
Start Point: Mondo magico in cui il Pontefice ha i poteri purificatori e gira per il paese, grande quanto un campo da calcio, per medicare i bambini o succhiare la malvagità e le corna dalle anime corrette dal Maligno. Quindi salvatore di anime ma anche chirurgo estetico. Abbiamo preti che tirano bestemmioni se la messa del Pontefice (in cui sono presenti 4 cristiani) viene bloccata da un bimbo curioso sanguinante. Il Maligno sferra il suo attacco con esplosione del vulcano e un enorme esercito composto da ben 30 cavalieri. Una battaglia pazzesca tra 15 cavalieri cattivi e 10 cavalieri buoni, che un pathos assurdo. Il Pontefice esausto che grazie alle preghiere potentissime di 5 persone a caso diventa più forte di Hulk e Capita America messi assieme e proprio quando sta per effettuare il suo ‘risucchio di malvagità’ potentissimo BOOM, altro universo e urla allo specchio guardando il suo riflesso (uguale) perché ha il trucco e gli orecchini e la pancia da fuori a causa di una t-shirt corta. SHOCK. E’ finito in un mondo nuovo e strano e lui è scioccato per il trucco, gli orecchini e la pancia da fuori, perché è un K-idol e lui non lo sa. Sto volando.

I primi episodi vanno strani, con un Yeon Woo che mangia dolci come un folle, definendoli tributi capaci di far tornare i poteri divini (perché lo ricollegano all’altro mondo). D’ora in poi sarà anche la mia scusa, anche perché funziona HAHAHAHAHHAH

In generale, la trama racconta di un Pontefice di un altro universo che è volato in un mondo strano, non si sa bene come, scambiando la propria anima con quella dell’idol del nostro universo. Nel mentre il fine ultimo è capire perché sia avvenuto questo scambio, i due fanno questo patto strano che crea un conflitto a lungo termine che è… una ca**ata.
L’idol sta bene come Pontefice e non vuole tornare alla sua vecchia vita, quindi il Pontefice-idol promette di diventare mega famoso e pluripremiato per convincerlo a ritornare ognuno ai loro corpi… questo 40 minuti dopo aver promesso a se stesso di diventare famoso per arrivare al boss dell’emittente TV che pare essere il malvagio. Pare una ca**ata, perché lo è.

Anche perché inizia questa dinamica strana in cui lui vuole diventare di successo, ma il Malvagio, l’essere che incarna tutto il male, gli fa i dispetti e cerca di metterlo in difficoltà durante un programma TV, montando male i video per farlo apparire biricchino, cercando di rovinargli le performance, tutto questo per fargli provare ‘la paura prima della morte’. Scusa… ma in che senso?
La situazione è così ridicola che anche il protagonista gli chiede ‘ma perché stai facendo tutto questo?’ e il Malvagio, che dice le bugie perché fonte suprema del male, non gli dice la verità, ‘per riempire 12 episodi’, ma continua a la retorica ‘per farti soffrire’. FALSO.

Che poi, anche questo Malvagio cattivissimo, alla fine, perché fa quello che fa? Spoiler: per la patata. EBBENE SI’. E’ cattiva perché vuole l’ammmmore. Ah. Ok. A prescindere da questo, che è terribile eh, è proprio un malvagio che non sembra minaccioso, che non sembra un vero nemico, ma un bulletto del quartiere che rompe le scatole. Quando scopriamo le sue motivazioni, ne esce ancora peggio, sempre più noioso e vuoto.

Ed è questo cattivo che ogni tanto torna a dar fastidio al nostro protagonista che trascina gli episodi, un espediente stupido dopo l’altro e un po’ trash, che lo si percepisce come davvero inutile e assurdo. Capisco chi abbandona la visione a una certa.

La struttura del drama sembra quella di un videogioco che parte da un setting A, si sposta in un setting B e il protagonista, per tornare da B ad A, deve sconfiggere il cattivo (prima missione) e nel mezzo risolvere altre 3/4 missioni che trova in mezzo al suo percorso principale. Proprio come in un gioco, i protagonisti godono di un plot armor che li fa percepire come intoccabili/immortali: nasce un problema (scandalo amoroso, bullo, prodotto brandizzato dannoso per la salute) ma già sai che verrà risolto in una/due puntate in modo molto forzato. E’ un po’ noioso da vedere, sinceramente. Capisco abbandonarlo.

Il drama poi, con la sua struttura scema, inizia a contorcersi su se stesso, a dimenticare le missioni prima citate e a far agire i personaggi in modo innaturale e forzato: Y ordina a X di uccidersi per salvare tutti, non lo fa Y stesso perché Y ha creato X quindi si sente un po’ genitori e non ce la e quindi dice a X di suicidarsi, il tutto dopo averlo mezzo torturato. Il senso dov’è? Nel dare a X il tempo di trovare un altro modo di salvarsi, ovviamente. E la stessa Y che non può uccidere X, due episodi dopo, cerca di ucciderlo con le sue stesse mani. Coerenza, questa sconosciuta.

Il finale è tutto un tarallucci e vino e soluzione macchinose al massimo che davvero io non ho commenti o parole o considerazioni, solo maledizioni in lingua astro-ungarica. E’ davvero difficile guardare gli episodi 11 e 12 perché lo percepisci che gli sceneggiatori hanno buttato tutto in vacca e pescato da un pallottoliere parole a caso per creare la trama di questi episodi.

Quindi questo prodotto non è per tutto e ci sta abbandonarlo dopo il primo episodio: il drama è volutamente camp, cioè è volontariamente kitsch nell’abbigliamento, nell’atteggiamento, nella recitazione e negli effetti speciali. Il trash, in pratica, è consapevole, perché si vede che agli attori è stato detto di esagerare le espressioni al massimo, cosa che fanno tutti. Vediamo il presidente di una società di intrattenimento con metà testa rasata, giacche leopardate che per sedersi si getta in obliquo sul divano, oppure un personaggio ‘mistico’ entrare in un tempio/palazzo reale tutta buoi con luci rossi (manco fosse un night club) che spalanca le braccia e cammina verso il protagonista come se fosse una croce vivente: è tutto esagerato in modo volontario e lo si capisce subito. Per non parlare dei colori, delle ambientazioni, dei vestiti, delle situazioni ecc: il camp regna sovrano.

Tutta questa esagerazione può non piacere, quindi capisco chi lo abbandona dopo il primo episodio, dato che il drama fin dai primi 10 minuti mette in chiaro il suo stile.

Il problema è che anche questo camp, questo kitsch consapevole, non lo hanno saputo gestire e quindi si sono create molte situazioni che sono trash, un trash inconsapevole. Il camp ha fatto il giro ed è diventato trash, passato dalla consapevolezza alla casualità. Molto rapidamente, la situazione sembra essere sfugga di mano agli sceneggiatori e al regista, tanto da creare situazioni ridicole anche in momenti che dovrebbero essere toccanti.

Si poteva fare meglio.
Anche perché le basi erano interessanti.

Il vero tema del drama è la situazione degli idol, il loro sfruttamento, la pressione mediatica che sopportano, le privazioni che devono subire, i problemi psicologici che ne derivano, in senso lato c’è un ragionamento sul concetto di giudizio, gogna mediatica, sull’accettazione dei propri traumi e sul senso di colpa. Però, guardando il drama, anche le situazioni più ‘disperate’ sono mostrate in modo trash e gestite male.

Le parti del nostro Pontefice-idol non sono affatto male, il suo personaggio nella maggior parte del drama è divertente nel suo parlare in modo arcaico, nel suo essere diretto fino all’offensivo, nelle sue reazioni fuori dal normale, nel suo essere un pesce fuor d’acqua nel Kpop. Infatti le parti nel mondo K-pop con lui sono quelle che salvo del drama.

Proprio per questo motivo la prima metà, per quanto assurda, si fa guardare, poi il drama inizia a prendersi troppo sul serio, torna in modo confuso ed ubriaco sugli elementi fantasy, che non sa minimamente gestire, e implode su se stesso mentre fa esplodere la mia sanità mentale in un finale che, ripeto, fa cagare.

Tutto sommato, ‘The Heavenly Idol’ lo percepisci un po’ come un’occasione sprecata con una sceneggiatura terrificante (e del tutto cambiata dal webtoon da cui è tratta). Il drama all’inizio ha davvero molto potenziale, se riesci a superare la questione camp, e poteva esser sì, modificato, ma in modo diverso.

Magari proporre un problema di dissociazione di personalità con un Woo Yeon Woo che si è creato tutta questa storia del Pontefice, dei poteri, del cattivo, per rispondere a un momento di forte stress che stava provando e così, con un percorso psicologico, ritrova se stesso e la gioia di vivere. Non era forse un finale migliore?

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