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Fantasy, thriller, azione e supereroi: ‘The Uncanny Counter’ è da vedere?

Basato sul webtoon ‘Amazing Rumor di Jang Yi, ‘The Uncanny Counter’ si allontana dalle solite storie dei K-drama per avvicinarsi alle serie di supereroi, d’azione e fantascientifiche (tra la Marvel Unvierse e Heroes) in cui umani apparentemente normali ottengono poteri incredibili che faticano a sfruttare. C’è amore, ci sono relazioni, c’è romanticismo, c’è passione, ma l’azione regna sovrano e trascina lo spettacore per tutti gli episodi. Dateci un’occasione e non ve ne pentirete!

L’intero drama lo trovate su Netflix, con i sottotitoli in italiano e non preoccupatevi se lo amerete alla follia perché è già stata confermata una seconda stagione.

‘The Uncanny Counter’ è una miscela di azione, legami familiari e crimini misteriosi: siete pronti alla lotta?

Di cosa parla?
Un gruppo di persone chiamato “Counter” danno la caccia agli spiriti maligni e ognuno di loro ha le proprie abilità speciali: di giorno impiegati al ristorante noodle, di notte cacciatori di demoni, la loro vita viene sconvolta quando entra nel gruppo Mun, orfano dopo essere stato coinvolto in un incidente stradale sospetto che lo ha reso zoppo.

Piccole cose bellissime:
Grintoso, sanguinario e pieno di azione, con una innovativa piega fantascientifica, guidato da personaggi unici e pieno di cuore, ‘The Uncanny Counter’ è una storia di supereroi dal sapore sincero, di caccia ai demoni in stile X-Men di cui non sapevi di aver bisogno nella vita.

Il drama fa un ottimo lavoro nel fondere tutti questi diversi elementi in modo organico, supportato da un cast capace di creare personaggi di spessore e realistici.

È divertente anche per chi non è un grande fan del genere dei supereroi perché è una storia molto umana, molto familiare e con quella nota poliziesca/crime che lo rende molto coinvolgente. La tantissima azione si sposa perfettamente con così tanto cuore, unendosi come un tutto coeso.

Cosa affronta il drama?
A parte la tematica della famiglia trovata, uno dei temi che il drama tenta di esplorare è la classica domanda: i mostri – e al contrario, gli eroi – si creano o nascano così? Entrando nella vita dei bulli diventa chiara la posizione del drama: la loro violenza è uno specchio del male che ricevano dai loro stessi genitori e dall’ambiente in cui vivono. Anche Cheong Sin, il nemico per eccellenza, entrando nella sua storia si nota come sia stata segnata da uomini crudeli e violenti. E’ un cattivo a cui viene dato, episodio dopo episodio, un carattere, una storia, un passato e anche un codice “morale”, cosa che lo rende molto più vero nonostante e tratti stereotipati.

Il drama mette in evidenza che le persone non nascono mostri, lo diventano anche a causa degli altri. Quell’anche è fondamentale perché vengono raccontate storie di persone maltrattate e bullizzate che, nonostante tutto, non sfogano le proprie frustrazioni su vittime indifese. La cattiveria è un prodotto dell’ambiente in cui abiti, delle persone che frequenti ma anche una scelta personale. La serie TV vuole mostrare che al di là della natura delle persone, è l’educazione che può fare la differenza.

La famiglia e i legami, che sia amicizia, che sia amore, sono temi fondamentali del drama, è sicuramente i primi che colpiscono il cuore: i counter sono persone sole che si ritrovano, si supportano, si salvano e si aiutano senza chiedere nulla in cambio.

Altro tema, toccato come conseguenza alla narrazione è quello della corruzione, soprattutto in coloro che hanno molto potere, che parte dalla polizia e arrivano fino in politica. A tratti si percepisce come il reale nemico, il vero cattivo della storia, perché è un mostro che continua ad alimentarsi e a crescere, che si rialza sempre ed è impossibile da fermare. E’ una lotta faticosa verso la sconfitta del male assoluto, una battaglia che ucciderà qualcuno, eppure alla fine bisogna sempre convincersi che la giustizia troverà la sua via per vincere.

Infine importantissimo e non secondario è tutta la tematica sui poteri, trattato spesso nel genere e anche qui ben affrontato: accettare i poteri vuol dire anche riconoscere il peso della responsabilità che deriva dallo stesso. E’ facile convincersi di essere fortissimi e di poter risolvere tutto con un pugno, eppure la linea che distingue un ‘vigilante’ da un ‘cattivo’ è davvero molto labile, dato che entrambi risolvono le questioni con la violenza. Vediamo i nostri protagonisti cambiare, peggiorare, cadere e, infine, trovare la forza di rialzarsi e ricominciare a combattere nel rispetto dei valori della giustizia e del bene.

Davvero interessante:
C’è l’azione, percepisci il pericolo, la morte e il sangue e questo realismo è accompagnato da dinamiche relazionali sincere e uno stile che resta comunque sofisticato e ricercato.

La storia non ha moltissimi colpi di scena, è pur sempre il percorso di un eroe, con la scoperta dei poteri, la difficoltà a gestirli, i problemi, le cadute, le rialzate, eppure resta comunque divertente anche se prevedibile, segno di un lavoro fatto davvero molto bene.

Nonostante il genere supereroi non sia tipicamente coreano e anche lo stile del drama si ispira più alle vibrazioni statunitensi, c’è qualcosa di distintamente coreano in questa storia: è molto personale e c’è un ruolo importantissimo dato alla famiglia quindi non diventa una brutta copia impersonale dei prodotti occidentali.

Punti di forza:
La dose action è davvero ben gestita: i movimenti, moltissimi ispirati al parkour, così come le scene di lotta nella caccia ai demoni, sono fatte molto bene e molte realisticamente.

I quattro protagonisti sono il centro di questo drama e anche il motivo per cui vi affezionerete subito alla storia.

So Mun è un perdente con il cuore di un eroe e lo vive così fortemente da essere subito adorabile. Assistiamo al viaggio di So Mun e scopriamo i suoi punti di forza e anche le sue debolezze. Jo Byung Gyu è eccellente come So Mun: dai momenti più commoventi e pieni di pathos, ai suoi momenti più sciocchi con i suoi amici, ai suoi momenti eroici che esplodono con intensità e fuoco, c’è così tanta gamma di emozioni richieste a Jo Byung Gyu e lui riesce a donare ogni sfumatura.

Yum Hye Ran è un altro personaggio fantastico, premurosa e materna, si prendere cura istintivamente del resto della troupe come se fosse una chioccia, e loro, i suoi pulcini. L’esplorazione del suo passato personale  è commovente e utile, e una volta compreso il dolore che aveva provato nella sua vita, i suoi modi educativi e materni sono ancora più commoventi.

Yu Jun Sang come Mo Tak è stato bravissimo: i capelli selvaggi, le abilità folli con il coltello, la struttura snella, flessuosa e flessibile e lo sguardo leggermente selvaggio, si uniscono per rendere Mo Tak un personaggio davvero intrigante e pieno di livelli. La cosa più bella è il suo grande cuore marshmallow che è pieno di compassione, sotto la superficie molto burbera. Inoltre, c’è una sorta di forza tranquilla e paziente in lui, al di là della superficie ruvida e schietta.

Kim Se Jeong come Ha Na fa un bel lavoro, anche perché forse è anche il suo ruolo più complesso mai portato sullo schermo. Sembra impassibile e molto tosta, ma, nel corso della storia, però, impariamo di più su Ha Na e rivela un lato più morbido e vulnerabile di quanto ci si potrebbe aspettare inizialmente.

La banda Counter e il loro cameratismo sono il punto di forza per eccellenza: sono davvero un po’ come gli X-Men, poiché oltre alla super forza, ognuno di loro ha anche i propri poteri speciali, ma anche un po’ Men in Black, con la loro capacità di cancellare la memoria di qualcuno. Sono come una famiglia trovata e, nella maggior parte dei loro casi, la banda è letteralmente l’unica famiglia che hanno lasciato al mondo.

In questo drama l’enfasi è più sui personaggi, le loro relazioni e i loro retroscena, mentre la lotta contro il cattivone di turno è solo un mezzo per raggiungere questo scopo.

Punti di debolezza:
Alcune scene sono troppo scure, come luminosità, e si riesce a malapena a vedere chi è chi e cosa stanno facendo. le scene notturne non sono pochissime e un’illuminazione migliore sarebbe stata preferibile.

Un problema serio, invece, riguarda le regole di questo mondo magico: il Yung e il suo funzionamento sono poco chiari e coerenti. In alcune scene ci dicono che i compagni spirituali possono provare le stesse emozioni, avere piena conoscere dei loro pensieri, sapere tutto dei rispetti Counter, ma spesso e volentieri sono agitati perché i loro counter non rispondono alle convocazioni telepatiche. La conoscenza c’è o no? Purtroppo non è molto chiaro.

Conclusione:
The Uncanny Counter è una serie di fantascienza raffinata e leggera che aiuterà a distogliere la mente. Diventerà più profondo man mano nella seconda stagione? Può essere. Ma le sequenze d’azione sono molto buone già i questa prima stagione!

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