Alcuni fan internazionali stanno attaccando Jackson dei Got7 a causa del suo look nello spot della Pepsi.
La foto in questione è questa:
Partiamo con il chiarire alcuni punti della controversia: i dreadlocks sono di solito associati alla cultura afroamericana e provengono dal movimento religioso del Rastafarianesimo, che si è sviluppato in Etiopia grazie a un movimento noto come etiopismo, una corrente di ispirazione cristiana che rivendicava il recupero della dignità culturale e nazionale degli africani, turbati dalla deportazione e dalla schiavitù. I dreadlocks costituiscono la realizzazione materiale di un voto biblico, il nazireato, che comporta la consacrazione del proprio capo e dunque l’astensione dalla tonsura e dalla pettinatura, generando naturalmente le celebri trecce che possono ricordare la criniera del leone, simbolo della tribù di Giuda da cui discende Ras Tafari, ispirandosi al mito biblico di Sansone.
Chiarito questo punto, parliamo dell’accusa mossa nei confronti di Jackson, ovvero l’appropriazione culturale. Ma in cosa consiste realmente? È un concetto piuttosto complicato, su cui spesso si accendono dibattiti. In linea di massa consiste nel prendere un elemento tipico di una cultura ritenuta “socialmente più bassa” e usarla in modo superficiale, o per denigrare e deridere la cultura stessa di provenienza. I particolar modo ai giorni nostri una parte di popolazione, fino a poco tempo fa oppressa, ora si vede prelevare elementi del costume caratterizzante la propria identità e tradurli in accessori etnici della cultura dominante. Non sempre però deve essere vista in modo negativo, infatti a causa della globalizzazione degli ultimi decenni, la cosiddetta appropriazione culturale si accompagna a un attenzione maggiore agli elementi chiave permettendo al mondo di avvicinarsi a un paese, un popolo e una cultura di cui magari si sa veramente poco.
Tuttavia, ogni qualvolta artisti famosi abbiano provato ad inserire i dreadlocks in un contesto pop semplicemente per moda, hanno incontrato non pochi ostacoli. Recentemente la cantante di fama mondiale, Demi Lovato, è stata accusata di appropriazione culturale a causa dei dreadlocks in un suo video musicale, anche il famoso stilista Marc Jacobs ha ricevuto non poche critiche a causa delle sue modelle “bianche” con i dread durante la sfilata spring-summer 2017. Questo perchè per la comunità afroamericana è stata dura la lotta per affrontare le discriminazioni a causa di questo “stile” molto spesso vietato nelle scuole e sui luoghi di lavoro, mentre adesso è diventata una sorta di tendenza.
Molti fan internazionali e utenti dei social media hanno commentato nel profilo Instagram di Jackson affermando che l’uso di dreadlocks è una forma di appropriazione culturale e che dovrebbe scusarsi. In risposta a questo, Jackson ha commentato: “LOL … è ridicolo“. Ha aggiunto inoltre: “Non credo di essere l’unico a farlo e se le persone stanno puntando le dita contro questo, così sia … chi odia continuerà a farlo. Ho tutto il mio rispetto e l’amore per tutte le razze. Ma se pensate che questo significhi non rispettare o prendere in giro una razza, mi dispiace ma siete sulla pagina sbagliata. Ho preso questa decisione perché ero troppo innamorato della cultura. Non importa se è la musica, la gente, il contesto o qualsiasi cosa, io lo rispetto davvero con tutto il mio cuore. È un completo malinteso“.
Le risposte all’annuncio di Jackson e la sua risposta sono state sia positivè che negative. Alcuni hanno ritenuto giusto difenderlo perchè Jackson ha notoriamente una mentalità molto innocente e non aveva nessuna cattiva intenzione al riguardo, sottolineando come anche altri artisti della scena Kpop abbiano utilizzato lo stesso stile. Altri invece ritengono che, sminuendo la situazione e chiamando i fan afroamericani “haters”, l’artista abbia peccato di ignoranza e di razzismo (anche se non voluto), e che nella sua posizione di modello per milioni di fan, abbia il dovere di scusarsi.
Purtroppo il concetto di razzismo e appropriazione culturale generano ancora dibattiti molto accesi, lasciateci un commento per farci sapere cosa pensate di questa difficile tematica.
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Ma che cavolata... il mondo della moda è fatto interamente di "appropriazioni culturali"... non sono un esperto ma di sicuro alcune saranno talmente radicate che sono a noi sconosciute. Quindi nessuno può farsi un tatuaggio? Un piercing? Probabilmente anche il risvoltino nei jeans veniva usato dai servi della gleba nel milleduecentotrentadodici per cercare le lumache e noi lo usiamo con superficialità... Ma questi non hanno proprio nulla da fare? Ciao