Drama

#FairySaga ‘Frankly Speaking’ poteva essere bello, invece è un grosso MEH

L’ambientazione fiabesca non è mai davvero passata di moda nei K-drama, moltissime storie, alla fine, sono una rivisitazione moderna della favola di Cenerentola o simili, ma effettivamente questa seconda metà del 2024 ci sta donando, una dopo l’altra, una storia fiabesca e chi sono io per non vederli tutti insieme e giudicarli con crudeltà e aggressività, ma intimamente godendo come un riccio da bimba Disney fino alle punte dei piedi?
Ecco la mia falsità.

Ho deciso che il 2024 è l’anno dei drama ispirati alle fiabe in Corea del Sud. E’ una cosa tutta mia e per questo creerò questa Fairy Saga per parlare, uno dopo l’altro, di drama che hanno queste vibe fiabesche.

Fantasie tutte mie? Ovvio che sì.
Ne parlerò con qualcuno di competente? Mi limiterò a tediare voi.

Ma seguitemi.
Le serie TV in Corea vanno un po’ di trend. C’è stata l’epoca in cui andava di moda lo slice of life, con questi drama lenti, fatti di paesaggi, di natura e di personaggi intorno ai 30 anni che dovevano capire come muoversi nella loro solitudine e malinconia. C’è stata l’epoca del folkore coreano, con molti drama che si ispiravano alle storie di fantasmi, dell’aldidà, di sciamani, di gente che vedeva fantasmi. C’è stata l’epoca dei viaggi nel tempo e abbiamo avuto molti esempi di salti temporali con lui che va nel futuro da lei e lei che torna da lui che parla con lei che urla con lui.

Ecco per me il 2024 ha avuto tanti trend, ma anche quello fiabesco. Abbiamo queste storie romantichelle di ispirazione Disney in cui abbiamo l’espediente magico e la principessa in estrema difficoltà da salvare.

Ad esempio c’è il drama ‘Beauty and Mr. Romantic’, composto da 40 episodi che io ovviamente non vedrò manco per l’anticamera del cervello perché 40 episodi se li vedono la madre del produttore e tutta la sua sacra famiglia. CAPPERO FRITTO. Però il riferimento al titolo è palese e lo è ancora di più se vedete il primo poster del drama. Lui, bestia riccia e sfigata con la sua giacca blu, lei bellissima attrice in difficoltà che non può che affidarsi a lui nel suo magnifico vestito giallo… vi ricorda qualcosa?

Poi abbiamo anche il drama ‘Snow White’s Revenge’ di giugno 2024 in cui si parla di vendetta, odio e tradimenti, ma io lo inserisco qui perché nel titolo c’è la parole BIANCANEVE e quindi questo è a sostegno della mia tesi. Oh.

E per tutti questi motivi, ecco a voi la FAIRY SAGA, la recensione di drama del 2024 in cui abbiamo tematiche ispirate al mondo delle fiabe!

E oggi si parla di ‘Frankly Speaking’.

Di cosa parla questo drama?
Song Ki-Baek (Ko Kyoung-Pyo) è single e ha 33 anni. Lavora come annunciatore in una stazione radiotelevisiva. La gente lo considera un annunciatore ideale. È educato e ben educato. Un giorno, Song Ki-Baek subisce un incidente che lo porta a parlare senza pensarci prima. Ora affronta la crisi più grande della sua vita. On Woo-Joo (Kang Han-Na) è un’entusiasta scrittrice di programmi TV di varietà. Si interessa a Song Ki-Baek e lo convince a comparire nel suo programma.

Piccole cose (forse non) bellissime:
E’ una favola al contrario, dove la principessa in pericolo, da salvare, è lui, vittima di un “incantesimo” crudele (in realtà è spiegato come una scossa elettrica, ma è una scusa che non sta in piedi, ovviamente) che gli fa dire sempre quello che pensa.

Lui che per anni ha indossato una maschera per diventare gentile, accondiscendente, supportivo e aggraziato (tutte doti che normalmente sono collegate alla figura femminile) che all’improvviso smatta e dice quello che vuole. Tutta la parte iniziale è davvero molto divertente perché crea delle scene prevedibilmente ironiche e comiche.

Abbiamo queste vibe alle Cenerentola anche nella famiglia, in cui lui sembra l’estraneo sfruttato e svuotato, usato solo per lavoro/soldi, una famiglia di cui lui non fa davvero parte.

Eppure nonostante l’inizio simpatichello e nonostante dei personaggi belli, questo drama non balla.

Quello che avrebbe potuto essere un prodotto divertente attorno al ribaltamento di un uomo in un personaggio brutalmente e fin troppo onesto, si trasforma in una sceneggiatura disordinata che manca di tutto e non riesce ad entrare in sintonia con il pubblico.

Lo show ha a malapena qualche conflitto e quindi si fa fatica arrivare alla fine. Che si tratti dell’ex di Woo-ju o della cotta scolastica di Ki-baek, nessuno combatte per il loro amore. La coppia principale è fredda come il ghiaccio. In un’epoca in cui gli show si basano molto sull’intensa alchimia tra le loro star principali, Frankly Speaking non ha alcun valore.

Una tragedia familiare viene risolta rapidamente.
Le rivalità e i disaccordi professionali vengono dimenticati in un attimo.
Mi aspettavo che lo show esplorasse più a fondo la dura realtà del fingere il proprio vero sé nella corsa ai professionisti. Ma i creatori hanno fatto un lavoro superficiale concludendo il tutto con una recita scolastica.

Aveva una grande premessa ma man mano che va avanti… la strana patologia del protagonista viene usata in modo sempre più sporadico e casuale e non si riesce a capire se è una commedia romantica, un melodramma o uno spaccato di vita.

Il punto più basso di questo drama si raggiunge quando la trama propone un dating variety show. Una curva decrescente che davvero non ho capito.

-Punti su… qualcosa:
Ko Kyoung-Pyo è adatto in una performance molto fisica, è fantastico mentre si contorce per tenere la bocca chiusa e sorprendentemente ed emotivamente tenero mentre lotta con il suo crescente affetto per Woo-joo.

Sia lui che lei dimostrano le doti comiche e la dedizione nell’abbracciare la sciocchezza spesso infantile di Frankly Speaking, ma creano anche sorprendenti momenti di vulnerabilità da piccoli sguardi, tocchi e digressioni che mantengono una tensione elettrica per tutta la prima metà della serie. Eppure tra loro due la scintilla non scatta, purtroppo.

Una cosa bella fino alla fine è la crescita del personaggio di Jung-heon: Jung-heon all’inizio era piuttosto antipatico, un archetipo della star televisiva egoista, ma man mano che lo spettacolo andava avanti, abbiamo rimosso altri strati. L’aspetto appariscente era solo un guscio protettivo per un uomo solo e vuoto come la stanza degli ospiti che teneva chiusa a chiave nel suo appartamento. Nel finale, lo abbiamo visto ammettere finalmente a se stesso e agli altri che il suo attuale stile di vita e la sua instancabile etica del lavoro non erano più sostenibili. Era esausto, depresso e aveva attacchi di panico, e questo lo ha spinto a scappare dai suoi problemi e dal mondo.

Conclusione:
Nel complesso, Frankly Speaking è un “meh”. Ha un sacco di bei momenti, sia divertenti che toccanti, ma i bei momenti sono solo questo: buoni in quel momento. Senza una narrazione coerente che li intrecci, non possono rendere un drama piacevole o memorabile a lungo termine.

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