Coronavirus e 'Sette religiose': in Corea del Sud è panico e il K-pop perde profitti in Giappone
PR | On 07, Mar 2020
La Corea del Sud è il secondo paese, dopo la Cina, per contagiati dal virus Covid-19, anche detto ‘coronavirus’, e da qualche giorno vi è un’aspra polemica nel paese a causa di una setta religione che avrebbe diffuso il virus rifiutando di seguire i provvedimenti stabiliti dal governo. Una crisi grave che si inserisce in un altro problema con il Giappone che ha bannato ogni coreano dai propri confini, affossando ancora di più l’economia della Corea del Sud e anche il K-pop.
Seul è stata considerata una zona relativamente sicura rispetto alla città sud-orientale di Daegu, dove si concentrano i contagiati da Covid19, ma il virus si sta rapidamente diffondendo: quotidianamente ci sono sempre più contagiati che ad oggi ammontano a quasi 7.000. Non vi sono più posti negli ospedali, gli operatori sanitari lavorano senza pausa e la Corea del Sud è quasi in ginocchio. I decessi sono circa 50, ma sul numero alcuni esperti hanno dei dubbi.
Comunque circa l’80% dei casi confermati di infezione è attualmente riconducibile a due luoghi: uno presso la setta religiosa di Shincheonji a Daegu e uno in un ospedale nella vicina contea di Cheongdo. La trentunesima infetta, seguace del gruppo religioso di Shincheonji, ha contratto il virus il 18 febbraio; la donna 61enne ha visitato una chiesa di Daegu quattro volte prima e dopo aver manifestato sintomi da coronavirus, incontrando moltissime persone per tutta la città e diffondendo il virus. Infatti il 57% degli infetti è collegato alla chiesa Shincheonji: un’altra chiesa, quella presbiteriana di Somang nel quartiere di Gangnam che conta circa 60.000 fedeli, ha annunciata una nuova infezione da Covid19. L’uomo avrebbe viaggiato per la Corea, incontrando amici a Daegu.
La Chisa di Shincheonji è un culto particolare che venera il loro leader come un secondo Gesù Cristo venuto nuovamente sulla Terra per salvarli: il leader è colui che li porterà nel Paradiso quando avverrà il Giudizio Universale. E’ un culto protestante cristiano nato nel 1984 in cui seguaci sono segreti.
Purtroppo seguire questi seguaci è impossibile e nessuno sta seguendo le giuste procedure: nella setta religiosa di Shincheonji sono stati accertate persone infette ma si rifiutano di curarsi o seguire le regole di quarantena, affermano le principali testate giornalistiche coreane. Si sta quindi cercando di creare un elenco completo di questi fedeli, circa 200.000, di cui 30.000 in Seoul.
Quest’ultima setta, come prevedibile, è oggetto in questi giorni di aspre critiche e odio da parte di molti coreani, tanto che il suo leader, Lee Man-hee, si è dovuto scusare pubblicamente: “Come rappresentante dei seguaci di Shincheonji, mi scuso sinceramente con il pubblico. Non era nostra intenzione, ma molte persone erano infette”. Ha poi ribadito che il suo gruppo fornirà il pieno supporto umano e materiale per aiutare a combattere la malattia. Le scuse del leader religioso Lee Man-hee arrivando il giorno dopo che il governo metropolitano di Seoul ha dichiarato di aver intentato una causa contro i leader della setta di Shincheonji con l’accusa di omicidio e di danni alla persona e diversi giorno dopo che il governo municipale di Deagu ha anche intrapreso un’azione legale contro la chiesa di Shincheonji per aver ostacolato gli sforzi di controllo del Covid19, opponendosi alle direttive del governo e diffondendo false informazioni.
La situazione è complessa e ad oggi i membri della setta di Shincheonji stanno subendo molte critiche, molto odio, quasi una persecuzione che, secondo voci, ha portato alcuni di loro anche a perdere il lavoro. In quella che si potrebbe semplicemente definire una ‘caccia alle streghe del Covid-19’, molti stanno collegando anche note celebrità e idol alla Chiesa, per cercare di screditarli. Le agenzie FNC Entertainment, SM Entertainment e Starship Entertainment, insieme ad altre, hanno minacciato azioni legali contro chiunque cerchi di screditare i loro artisti collegandoli alla ormai odiata Chiesa. Allo stesso modo anche l’attore Lee Dong Wook, la cantante Ivy, il presentatore Yoo Jae Suk e la celebre e famosissima coppia d’attore Won Bin e Lee Na Young hanno dovuto negare con forza le accuse.
La difficile situazione in patria si unisce a un complicato rapporto estero con il Giappone che ha cancellato ogni concerto o schedule per artisti K-pop, oltre che vietare a qualsiasi coreano di entrare nel paese del Sol Levante. Le TWICE hanno dovuto annullare due fansign e il tour giapponese, le MOMOLAND e le MAMAMOO hanno dovuto rimandare le promozioni, BTS, INFINITE E Apink hanno dovuto cancellare gli impegni in Giappone.
In realtà la situazione in Giappone non è ben chiara e, probabilmente il numero di infetti e decessi rivelato al pubblico è solo la punta dell’iceberg della reale situazione: in Corea del Sud vi sono circa 7000 casi, in Giappone solo 1.023 di cui 706 dalla nave di crociera Diamond Princess, un numero sicuramente molto basso. Il Giappone ha già iniziato a prendere una serie di precauzioni per superare e prevenire la diffusione del virus, ma i critici hanno accusato il governo di dare la priorità alle Olimpiadi e non alla sicurezza nazionale.
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