Per chi segue il K-Pop, il fan service è pane quotidiano.
Gli idol, soprattutto di gruppi maschili, hanno imparato che non c’è niente di meglio di qualche mossa sensuale per far urlare una fangirl, soprattutto se l’azione coinvolge un altro membro del gruppo. E così è diventato sempre più facile vedere membri di un gruppo intraprendere contatto fisico sempre più estremo per compiacere le fan e arrivare velocemente al loro cuore.
Nelle fan fiction prendono forma storie a tema slash (uomo/uomo), più raramente femslash (donna/donna), che descrivono situazioni a luci rosse in cui si vengono a trovare questi personaggi famosi, protagonisti di amori omosessuali.
Gli idol non scoraggiano le fan da queste fantasie. Abbracci, baci, il dormire insieme, una carezza poco velata e chi più ne ha, più ne metta. Alcuni di questi atteggiamenti sono puro fan service, basti pensare a Heechul dei Super Junior che durante i concerti ha baciato sulla bocca praticamente tutti i membri del gruppo, o a Taemin e Jonghyun degli SHINee che si sono lasciati andare a sensuali strusciamenti sul palco.
Heechul e Sungmin (Super Junior)
Heechul e Siwon (Super Junior)
Heechul e Henry (Super Junior)
Jonghyun e Taemin (SHINee)
Altri gesti più pacati, invece, se contestualizzati assumono un altro significato. In Corea, infatti, mentre le effusioni in pubblico per una qualsiasi coppia sono considerate sconvenienti, i coreani (maschi) sono abituati fin da piccoli ad avere molto contatto fisico con i propri amici. Per loro è naturale abbracciarsi, darsi pacche sul sedere o anche tenersi per mano. Il giorno in cui si è arruolato, Donghae dei Super Junior si è presentato al campo di addestramento mano nella mano con il suo manager di sempre. Nessun coming out, solo un grande affetto che lega due fratelli.
Per il resto del mondo non è facile capire questi atteggiamenti. Henry, solista della SM Entertainment e membro dei Super Junior-M, ha origini cinesi ma è cresciuto in Canada. Durante un programma ha rivelato che fin dalle prime volte in cui lavorava con i Super Junior questi in sala prove gli davano spesso abbracci e pacche sul sedere. Il suo primo pensiero è stato: “Oh mio Dio, sono tutti gay”, prima di rendersi conto che invece si trattava di un fattore culturale ben diverso.
Le fantasie delle fan e gli atteggiamenti equivoci degli idol, potrebbero indurre nell’erronea convinzione che in Corea l’omosessualità sia comunemente accettata, ma non è così.
In un periodo di grandi cambiamenti come quello che stiamo vivendo in questi mesi, la Corea purtroppo rimane abbastanza indietro con le tendenze mondiali. Mentre in alcuni paesi vengono legalizzati i matrimoni tra lo stesso sesso e le lotte per ottenere il diritto di adozione si fanno sempre più numerose, in Corea queste idee stanno prendendo piede più lentamente. Questo perché, nonostante non esista una legge che vieta esplicitamente la pratica dell’omosessualità, nella vita di tutti i giorni, le cose non sono poi così facili per la comunità LGBT.
In un paese che ha avuto un grandissimo avanzamento tecnologico negli ultimi 20 anni ma che di fatto è composto da una popolazione ancora molto attaccata alle proprie tradizioni, quasi non sorprende la diffidenza nei confronti del diverso (dove per “diverso” si intende anche solo lo straniero).
In ambienti lavorativi, nei luoghi pubblici, nell’ambito legale, le coppie omosessuali non godono di fatto degli stessi diritti garantiti alle coppie eterosessuali.
OMOSESSUALITÀ NELL’OPINIONE COMUNE – STORIE DI VITA QUOTIDIANA
Uno dei termini più diffusi per definire un omosessuale è “이반인” (ibanin) o “이반” (iban) che può essere tradotto come “persona diversa/cittadino di seconda classe”. Il termine è un gioco di parole su “일반인” (ilbanin), che significa “persona normale/persona ordinaria”. Infatti “일” (il) e “이” (i) in coreano significano rispettivamente “uno” e “due”. Già questo può darci un’idea dell’opinione comune.
La testimonianza di Meg Ten Eyck, una straniera residente in Corea, ci permette di capire meglio il pensiero di un coreano medio.
Meg ha fatto il suo coming out all’età di 12 anni e non ha mai capito perché in genere gli omosessuali faticassero ad essere onesti con il mondo riguardo le loro preferenze. Questo fino a che non si è trasferita per lavoro in Corea.
Meg fa l’insegnate e, durante uno dei suoi corsi serali per adulti, una donna ha confessato di aver assistito ad uno spettacolo a tema omosessuale mentre era in Thailandia e che non le era piaciuto per niente, perché “i coreani odiano i gay”.
Meg si è fatta coraggio e ha domandato cosa succedesse ai coreani omosessuali. La scioccante risposta è stata: “Non ci sono coreani gay perché si suicidano tutti per la vergogna.”
Altra eloquente testimonianza è quella di Lee Ji Yeong (pseudonimo) che vive con la sua compagna. Le due donne si sono trovate in difficoltà nel momento in cui hanno deciso di comprare una casa insieme. Al momento della firma, Ji Yeong ha dovuto fingere che la sua partner assente fosse suo marito per poter firmare il contratto al suo posto. Inoltre, quando una delle due ha avuto problemi di salute ed è stata costretta a ricoverarsi, l’altra non ha potuto fare le veci del guardiano perché non erano legate da alcun legame matrimoniale o di parentela.
Nel 2011 si sono verificate numerose aggressioni notturne nel quartiere di Jongro5-ga a Seul, dove ci sono molti locali per omosessuali. Gli aggressori avvicinavano in gruppo la vittima e la picchiavano a sangue. Secondo la polizia, i casi di aggressione erano molto più numerosi rispetto alle denunce pervenute. Questo perché le vittime avevano paura di rivelare al mondo la propria sessualità e preferivano l’omertà.
Secondo quanto detto finora, un coreano omosessuale ha la possibilità di vivere tranquillamente la propria sessualità solo fuori dalla Corea. Questo è stato il caso Micky Kim, un coreano che ha sposato il partner Tony Ruse in California. La sua famiglia in Corea non ha saputo niente del matrimonio, né della vera relazione dei due. Per i parenti di Micky, Tony è solo un collega di lavoro e ad ogni riunione di famiglia Micky è costretto a mentire sulla sua ragazza immaginaria di cui tutti chiedono.
Di recente, però, qualcuno ha fatto un esperimento i cui risultati potrebbero denotare un principio di apertura nel popolo coreano.
Nel video si può vedere come due uomini si siano finti una coppia e si siano scambiati pacate effusioni in pubblico. Hanno senza dubbio attirato l’attenzione di alcune persone, per lo più di una certa età, ma nessuno ha dimostrato apertamente un atteggiamento ostile. Non è chiaro se l’attenzione di queste persone sia stata catturata dal fatto che i due fossero entrambi uomini o semplicemente perché in Corea i gesti d’affetto in pubblico sono poco graditi. Comunque, questo potrebbe essere il segno che qualcosa sta cambiando in Corea negli ultimi anni, seppur molto lentamente.
I DRAMA
Simon e Martina, creatori del celebre blog Eat Your Kimchi, hanno fatto un interessante approfondimento sull’omosessualità nel mondo dei drama coreani. Ne risulta che molte volte essa viene liquidata con gag superficiali e poco serie, come nel caso di “Personal Taste” (2010), mentre altre volte viene affrontata come un vero dilemma da parte del protagonista dell’amore proibito. Tale atteggiamento è visibile in un determinato filone di drama a cui appartengono “You’re Beautiful” (2009), “Sungkyunkwan Scandal” (2010) e “To The Beautiful You” (2012), dove una ragazza si traveste da uomo. Uno dei protagonisti si innamora di questo “ragazzo” e, prima di accettare i propri sentimenti vive il tutto in maniera molto tormentata. Se un discorso del genere è accettabile per “Sungkyunkwan Scandal”, ambientato nel XVIII secolo, lo stesso non vale per “You’re Beautiful” o “To The Beautiful You” che hanno come ambientazione la Corea del XXI secolo.
Nell’ultimo decennio sono stati prodotti sempre più sceneggiati che trattano tematiche omosessuali, o che includono la presenza di una coppia dello stesso sesso tra i protagonisti. “The King and The Clown” (2005), “Just Friends” (2009), “Life is Beautiful” (2010), “Daughters of Club Bilitis” (2011), “Seonam Girls’ High School Investigators” (2014), “Night Flight” (2014), “The Lover” (2015) tutti film e drama che hanno fatto parlare di sé nel bene o nel male.
Mentre “The King and The Clown” e “Night Flight” hanno riscosso un discreto successo, altri hanno avuto meno fortuna. Questo è il caso di “Seonam Girls’ High School Investigators” dove, in seguito alla messa in onda di un bacio tra due ragazze, i produttori del programma sono stati accusati di voler rendere più simpatici i personaggi gay per aumentare la tolleranza verso le minoranze sessuali.
Altro fatto interessante è che uno dei due attori protagonisti di “Just Friends”, abbia rifiutato l’offerta di un secondo film perché aveva paura di essere inquadrato dal pubblico come omosessuale.
IL MILITARE
In Corea, il servizio militare è obbligatorio per tutti i maschi dai 18 ai 35 anni. L’ambiente militare è per definizione molto rigido e conservazionista e la vita dei soldati omosessuali è sempre stata molto difficoltosa.
Al momento dell’arruolamento è previsto un test psicologico a cui la recluta deve sottoporsi e, tra le varie domande, sono previsti anche quesiti sulle preferenze sessuali personali. Molti scelgono di tenere nascoste le proprie preferenze, mentre a quelli che ne parlano apertamente viene diagnosticato un “disturbo della personalità” o un’“incapacità relazionale”.
In passato, se due soldati venivano sorpresi in atteggiamenti omosessuali venivano accusati di molestie e non importava che i due fossero consenzienti. Fino a qualche anno fa, i soldati con preferenze per lo stesso sesso venivano congedati con disonore o, in alcuni casi anche puniti con la prigionia, secondo una clausola della legge militare che prevedeva che “la sodomia (atti sessuali tra due uomini) fosse punibile fino a un anno di prigione”. Fortunatamente la legge ha dichiarato illegali questi provvedimenti ma ciò non toglie che molti soldati preferiscano ancora oggi tenere nascoste le proprie preferenze.
LA SCUOLA
La diffidenza nei confronti dell’omosessualità sembra ben radicata nei coreani fin da piccoli. Come in ogni scuola del mondo, purtroppo, non è difficile sentir parlare di bullismo.
Un sondaggio condotto nelle scuole nel 2012, ha dimostrato come nel gruppo delle minoranze sessuali (omosessuali, pansessuali, transgender…) la metà di loro si senta discriminato in maniera seria in ambiente scolastico a causa delle preferenze sessuali, mentre l’altra metà afferma di aver vissuto situazioni di disagio. Solo il 4% di loro non ha mai subito nessun tipo di discriminazione.
Sempre nello stesso sondaggio, è venuto fuori che il disagio è creato principalmente da pregiudizi e violenza verbale da parte degli studenti. Ma quello che sorprende di più è che buona parte di questi atteggiamenti viene anche dagli insegnanti stessi. Infine, solo una piccola parte di questi studenti ha subito esclusioni o vere e proprie aggressioni fisiche.
In un ambiente in cui questi adolescenti crescono e si formano per le persone che saranno in futuro, non sempre esiste un aiuto concreto. In pochi casi questi studenti riescono a ricevere un aiuto appropriato dai consulenti messi a disposizione dalla scuola.
Secondo alcuni esperti, il provvedimento più urgente da prendere sarebbe quello di dare una formazione appropriata agli insegnanti sui diritti delle minoranze sessuali. Se un insegnante, che è il punto di riferimento degli studenti, è testimone di atti di bullismo e liquida la faccenda come fosse uno scherzo, la situazione degli studenti presi di mira può solo peggiorare.
Qualche mese fa, hanno fatto il giro del web le risposte che un ragazzo coreano ha dato ad un sondaggio indetto dalla scuola media che frequenta. La scuola ha deciso di sottoporre i suoi alunni ad una sorta di interrogatorio per affrontare il “problema” dell’omosessualità tra i ragazzi.
Se già di per sé le domande avevano scioccato i netizen (n.d.r. letteralmente i cittadini del web), la risposta di questo studente in particolare ha lasciato tutti a bocca aperta.
Il test dello studente in questione è il seguente, con le sue risposte evidenziate in grassetto:
1) Cosa pensi dell’omosessualità?
1. Non la capisco ma non mi dà fastidio
2. La posso capire
3. Non la accetto
4. Non ci ho mai pensato
2) Pensi che ci siano degli studenti omosessuali nella nostra scuola?
1. Sì
2. No
3. Non lo so
4. Ne ho sentito parlare
3) Se ci sono, in che anno ci sono più studenti omosessuali?
1. Primo anno
2. Secondo anno
3. Terzo anno
In questo caso, nessuna risposta è stata data.
4) Secondo te, quali provvedimenti dovrebbe prendere la scuola per gli studenti omosessuali?
1. Consulenza
2. Provvedere alle mansioni scolastiche (pulizie)
3. Sospensione
4. Espulsione
5) Se conosci uno studente omosessuale per favore scrivi il suo nome completo di anno e classe.
Lo studente in questione ha cancellato la domanda numero 5 e ha dato la seguente risposta alla domanda numero 4:
Non dovrebbe esser preso nessun provvedimento. L’omosessualità è una preferenza personale con cui la scuola non deve e non può interferire. Mi sconvolge e mi fa arrabbiare che esista un sondaggio del genere, pensato per punire l’omosessualità.
Si tratta dello stesso principio secondo cui una persona timida si crea più faticosamente delle amicizie o qualcuno che è molto ordinato ci impiega più tempo per pulire. Anche l’omosessualità è una tendenza personale.
Prima di cercare di creare un ambiente unito a scuola, questo posto, che dovrebbe essere un luogo di apprendimento, dovrebbe pensare ad accrescere la maturità del suo pensiero.
Con l’idea di progredire, la scuola ha creato nuove aree verdi e ha comprato nuove lavagne per le classi. Inoltre, questa stessa scuola ha criticato chi ha presentato saggi con argomenti discriminatori ai concorsi di scrittura e ha promosso insegnamenti sull’uguaglianza dei nostri diritti durante le lezioni.
Tuttavia questo sondaggio, che personalmente penso debba essere buttato nella spazzatura, è molto conservativo e discriminatorio. Questa è una contraddizione bella e buona con ciò che ci insegnate. Davvero.
Le risposte sveglie e decise del ragazzo (o della ragazza, non ci è dato sapere con precisione) hanno lasciato tutti a bocca aperta e qualcuno è anche arrivato a dire che questa persona andrà lontano nella vita.
Un’idea su come sia vissuta l’omosessualità nelle scuole, la può dare “Night Flight” (2014). Il film vede protagonista un ragazzo omosessuale che si destreggia tra un gruppo di bulli e la totale indifferenza degli insegnanti. Quando la situazione degenera e avvenimenti estremamente tragici lo spingono a denunciare i suoi aggressori, il professore gli domanda come mai non abbia parlato prima. La disarmante risposta del ragazzo è: “A cosa sarebbe servito?”. Ad aggravare l’impotenza di questa affermazione c’è il fatto che proprio uno dei professori, con le sue parole dure e idee piene d’odio, è spesso l’ignaro promotore degli atti di bullismo tra gli studenti. Nel momento in cui il protagonista si è rivolto al professore in cerca di aiuto dicendo: “Professore, cosa dovrei fare se un mio amico fosse vittima di bullismo?”, l’agghiacciante risposta, che si ripete per tutto il film, è: “Pensate ad andare al college, quello è importante.”
IL MONDO DEGLI IDOL
Nel luccicante mondo del K-Pop le cose non sono poi così diverse.
Per quanto ogni idol “pecchi” di fan service, quasi nessuno si esprime mai apertamente sulla faccenda. Infatti sono pochi gli idol di cui conosciamo le opinioni in merito, forse perché chi rilascia dichiarazioni finisce puntualmente in un vortice di critiche.
Due esempi fra tutti, posti su due linee di pensiero opposte, sono quelli di Siwon dei Super Junior e di Jonghyun degli SHINee.
Siwon è famoso per la sua grande fede, che lo ha portato ad esprimere opinioni poco solidali nei confronti dell’omosessualità e che di conseguenza gli hanno attirato addosso l’accusa di omofobia.
Nel settembre 2015, Siwon ha ritwittato il messaggio di John Piper, un teologo statunitense che si era espresso in supporto di Kim Davis. L’impiegata comunale del Kentucky era stata arrestata per essersi rifiutata di firmare la licenza matrimoniale alle coppie dello stesso sesso in seguito alle sue personali credenze religiose, dopo che la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva dichiarato legali i matrimoni omosessuali.
Il membro dei Super Junior ha espresso la sua opinione in un’intervista: “Rispetto entrambi i sessi ma non me la sento di accettare l’omosessualità. Mi è stato insegnato che Dio ha creato l’uomo e la donna con specifiche caratteristiche e obblighi ben precisi”.
Alcuni netizen hanno subito additato Siwon come omofobo e ipocrita, data la sua famosa tendenza al contatto fisico con gli altri membri dei Super Junior. Invece, altri netizen hanno difeso il suo diritto ad esprimere la propria opinione liberamente, così come è concesso a chi si dichiara a favore delle unioni omosessuali.
Dato il grande scalpore suscitato dalla sua affermazione, Siwon ha risposto con un messaggio su Twitter per spiegare la sua posizione.
“Mi scuso per la mia scelta sconsiderata di ritwittare il messaggio del reverendo Piper.
Il motivo per cui l’ho fatto è perchè volevo dar voce a una pluralità di opinioni.
Comunque, ora mi rendo conto che i miei commenti hanno ferito le persone a me più care: i miei fan, i loro amici e le loro famiglie.
Sono sinceramente dispiaciuto. La mia opinione era insensibile, avventata e inadatta. Farò del mio meglio per imparare dai miei errori e rifletterò sulla mia fede. Ringrazio tutti per il supporto e la comprensione”.
Tra gli idol che, in questa stessa occasione, si sono espressi in favore dei diritti della comunità LGBT ricordiamo le GLAM, Jonghyun degli SHINee e Rap Monster dei BTS.
Jonghyun, in particolare, verso la fine del 2013 ha dimostrato solidarietà ad un utente indignato di Twitter. Questa ragazza, che prima era un ragazzo, si dichiarava una transgender bisessuale e aveva condannato l’ostilità delle persone nei confronti delle minoranze sessuali e il cinismo della società coreana nei confronti dei suoi stessi componenti (donne, studenti, lavoratori). Kim Eun Ha aveva deciso di sfogarsi perché il regista e suo amico Kim Jho Kwang Soo si era sposato pubblicamente con il suo compagno ma la cerimonia era stata disturbata da vandali omofobi. In più, alla coppia era stata negata la possibilità di registrare legalmente il matrimonio.
Jonghyun ha risposto inviando un messaggio alla ragazza: “Come uomo di spettacolo, facendo parte anch’io di una minoranza, mi sento sconfitto da un mondo che non accetta le differenze. Ovviamente non è paragonabile a quello che stai passando tu. Ti appoggio perché hai spiegato che diverso non significa sbagliato. Non penso tu abbia bisogno della mia consolazione. Sei una persona forte. Ti auguro una buona salute e un buon fine anno”.
Anche in questo caso, le parole di un idol hanno scatenato i fan che si sono divisi tra chi vedeva in questo messaggio un coming out di Jonghyun e ne chiedeva l’espulsione dal gruppo e chi, invece, si reputava fiero di essere suo fan.
COMING OUT E CONSEGUENZE
Gli idol “sospettati” di essere omosessuali sono tanti, tra questi ricordiamo appunto Jonghyun (SHINee) per le sue affermazioni, ma anche Heechul (Super Junior), Key (SHINee), Jo Kwon (2AM) e Sung Jong (Infinite) per i loro atteggiamenti femminili o Jaejoong (JYJ) e l’attore Yoo Ah In per presunti avvistamenti in locali per omosessuali.
Le vittime di accuse sempre più esplicite sono costrette a difendersi negando la situazione, per salvare la propria immagine pubblica.
Questo è quello che è accaduto a Yoo Ah In. L’attore è stato avvistato in un locale per omosessuali a Itaewon e questo ha portato alla diffusione di voci sulla sua presunta omosessualità. Yoo Ah In, che aveva sempre ignorato i pettegolezzi, ha rotto il silenzio durante un’intervista in cui ha affermato che se avesse voluto avrebbe potuto impedire ai pettegolezzi di diffondersi ulteriormente cancellando la foto incriminante. Non l’aveva fatto perché voleva che chi lo aveva ingiustamente accusato si vergognasse di sé stesso. L’attore, infatti, ha dichiarato di essersi sentito molto offeso dalle accuse, non perché fossero qualcosa di cui vergognarsi ma perché non sopportava l’idea di essere diventato un giocattolo nelle mani di qualcuno.
I suoi fan, stanchi dei continui pettegolezzi che perseguitano l’attore da anni, hanno deciso di denunciare i diffamatori. L’indignazione dei fan per un “insulto” del genere è indicativa di quanto l’omosessualità non sia ancora benaccetta nella comunità coreana.
Di altra natura sono state le risposte date da Jo Kwon, ex membro dei 2AM. Nel 2014 l’idol è diventato il protagonista del musical “Priscilla”, interpretando il ruolo di un travestito. Le critiche e le polemiche, sorte in seguito alla natura poco ortodossa dello spettacolo, l’hanno travolto come un fiume in piena e non sono mancate le prese in giro e le offese. Jo Kwon non si è fatto scoraggiare e in un post molto diretto ha risposto ai commenti maliziosi: “Ok. Priscilla è un musical sensazionale e come tutti saprete sto interpretando il ruolo di un ragazzo omosessuale. Mi rattrista vedere l’ignoranza in alcuni commenti che persone dalle vedute ristrette hanno lasciato sulla pagina del mio account ma sono innamorato di questo ruolo, mi sto impegnando molto e sono orgoglioso di far parte di questo progetto meraviglioso! Ci vediamo in teatro ragazzi!”
Jo Kwon nella locandina di “Priscilla”
Jo Kwon in “Priscilla”
Sulla questione non manca la pluralità di opinioni e in un mondo in cui ognuno si sente in diritto di dire ciò che pensa senza mostrare la minima cortesia, la vita dei personaggi pubblici non è facile.
Forse per questo le celebrità che hanno ufficialmente fatto coming out sono poche e purtroppo da allora non hanno avuto vita facile.
Tra loro ricordiamo l’attore Hong Seok Cheon che in seguito al suo coming out è stato costretto a interrompere la sua carriera per tre anni. La sua popolarità ha subito un duro colpo ma l’attore non si è dato per vinto e da allora compare in molti programmi che trattano il tema dell’omosessualità e si esprime apertamente a favore dei diritti della comunità LGBT.
Il transgender Harisu, che dopo il suo cambiamento è riuscita a diventare una modella e attrice e al momento è felicemente sposata.
Il regista Kim Jho Kwang Soo, che si è sposato con il suo partner Kim Seung Hwan ma che non è riuscito a rendere legale il matrimonio. I due sono la prima coppia omosessuale coreana che si è sposata pubblicamente.
Kim Jho Kwang Soo e il marito Kim Seung Hwan
Purtroppo, qualcuno non è riuscito a reggere l’ostilità incontrata dopo il coming out e questo è risultato in atti estremi, come nel caso dell’attore Kim Ji Hoo che nel 2008 si è impiccato. L’attore, infatti, dopo aver rivelato al mondo la sua omosessualità aveva perso molti incarichi e non era più riuscito a risollevarsi.
Un altro destino poco piacevole, seppur meno tragico, è quello toccato alla boyband “K-Pop”. Il gruppo aveva debuttato nel 2001 ma è rimasto in attività solo per due anni prima di sciogliersi. Alcune voci vogliono che la causa della rottura sia la relazione amorosa finita male tra due membri del gruppo.
VERSO UN MONDO MIGLIORE
Quello che traspare da questa pluralità di opinioni e testimonianze è che la Corea ha ancora tanta strada da fare, ma sembra che negli ultimi anni il popolo coreano stia facendo passi avanti. I piccoli miglioramenti sono visibili nelle nuove generazioni che per definizione sono quelle più propense al cambiamento. Il fatto che sui canali televisivi coreani venga dato sempre più spazio a storie di coppie omosessuali, per quanto fittizie, è indice che si stanno facendo sforzi per aprire la mente e accettare quello che prima sembrava così distante e diverso.
Le opinioni contrastanti ci sono e ci saranno sempre, ma siamo fiduciosi che tutti i Paesi del mondo, incluso il nostro, capiscano che negare a qualcuno la possibilità di amare liberamente è crudele.
Non ci resta che aspettare e vedere come si evolverà questa umanità.
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Interessante ed esaustivo. Proprio nel momento in cui i Italia si discute faticosamente del riconoscimento di alcuni diritti alle coppie gay, è consolante vedere che un paese, annoverato fra le massime potenze economiche mondiali, su queste tematiche è messo peggio di noi, il che è tutto dire! Sul tema matrimonio gay c'è poi un film coreano del 2012 "Two weddings and a funeral" (tradotto anche in italiano), commedia che mette in mostra le contraddizioni di una società ancora molto arretrata sul piano dei diritti civili. In ogni caso negli ultimi anni si è sviluppato un movimento LGBT che sta conducendo una lotta sempre più aperta per migliorare la situazione degli omosessuali e trans in Corea.
Sono contenta che l'articolo sia stato esaustivo. Documentandomi per scriverlo ho scoperto molte cose che noi fan del k-pop spesso ignoriamo!
Non ho mai visto "Two weddings and a funeral" ma penso che lo farò.
Grazie per il tuo commento!