Bullismo fra idol: una triste storia senza fine
Giuliana | On 19, Mar 2017
Chi di noi non ha mai sentito parlare di bullismo, bisognerebbe letteralmente vivere dentro una caverna. E’ uno spiacevole argomento spesso all’ordine del giorno in telegiornali e giornali, media e social media, protagonista di molte campagne pubblicitarie volte a sensibilizzare giovani e adulti sulla spinosa questione. Si parla ovviamente di atti di violenza fisica e psicologica associati per lo più ad ambienti scolastici. Ma a pensarci bene nemmeno gli ambienti lavorativi possono definirsi del tutto esenti. Che dire infatti del termine mobbing? Non è forse un concetto familiare?
Anche la scena musicale sudcoreana non riesce a fare eccezione. Forse non si può parlare di una vera e propria scuola, e nemmeno di un ambiente di lavoro paragonabile ad un ufficio, ma di certo si tratta di bullismo vero e proprio.
Il caso recentemente rispolverato (e con grande scalpore!) dai giornali, è un perfetto esempio di questa spiacevole consuetudine. Parliamo ovviamente dello scandalo che ha coinvolto le T-ARA, il famoso gruppo femminile della MBK Entertainment.
L’inizio
Per analizzare la questione è bene partire dai famosi “tweet della discordia” postati e retweetati diversi anni fa dalla maggior parte dei membri del gruppo. Il tema comune è quanto sia importante essere “rispettosi” e “ligi al dovere”. I tweet furono pubblicati subito dopo un concerto delle ragazze a Budakon, un’importante tappa giapponese del gruppo. In quell’occasione Hwayoung si fece male alla caviglia, si esibì solo con una canzone e poi lasciò il palco. I fan intuirono immediatamente che i messaggi erano indirizzati a lei, soprattutto perché una delle cantanti, Jiyeon, nel suo tweet fece riferimento ad “una geniale attrice”, suggerendo che Hwayoung stesse solamente fingendo e fosse invece in grado di continuare l’esibizione.
In tempo record si formarono sul social due fronti contrapposti, le T-ARA da una parte e Hwayoung, sua sorella (al tempo membro di un altro gruppo) e Taerae (l’insegnante di Hwayoung) dall’altra.
Le presunte prove
Per quanto la questione adesso possa sembrare di poco conto, ai tempi scatenò un vero e proprio putiferio. Come anche oggi siamo abituati a vedere, fan e netizens in generale divennero dei veri e propri investigatori privati. Cominciarono ad esaminare le ragazze nel dettaglio, cercando minuziosamente le prove che Hwayoung fosse vittima di bullismo da parte delle T-ARA.
Durante uno show televisivo giapponese, ad Eunjung fu chiesto di imboccare una delle altre ragazze con una grossa torta di riso, come penitenza per il gioco appena concluso. Lei si diresse verso Hwayoung e le infilò tutta la torta in bocca, “forzandola” a mandarla giù tutta in un colpo. Ciò che scatenò la rabbia dei fan, è stata la mancanza di considerazione di Eunjung della “cattiva fama” della torta, incredibilmente conosciuta in corea come torta-killer, avendo procurato diverse morti per soffocamento per via della pasta molto appiccicosa.
Dalle prove, la ragazza risultava la vittima preferita del gruppo, presa in giro perché leggeva o perché arrivata ultima in una gara di popolarità tra le componenti delle T-ARA, sempre messa in disparte dalle altre e ridicolizzata davanti al pubblico.
La situazione andò avanti a lungo, finché Hwayoung decise (o fu costretta) a lasciare il gruppo. La popolarità delle T-ARA a quel punto calò a picco, i fan protestarono con gli sponsor delle T-ARA affinché cancellassero i propri contratti con le ragazze, le iscrizioni al fanclub diminuirono vertiginosamente e i biglietti sembrarono impossibili da vendere.
Questo triste capitolo potrebbe sembrare chiuso. Ma diversi anni dopo, precisamente qualche mese fa, un giornalista e un ex membro dello staff hanno dato alla luce nuove informazioni, secondo le quali la ragazza avrebbe le sue colpe. Hwayoung viene definita svogliata e falsa, avrebbe effettivamente esasperato il famoso incidente della caduta dal palco, inscenando una sorta di teatrino per i fotografi. E’ stata addirittura tirata fuori una chat tra la sorella gemella di Hwayoung e un’altro membro delle T-ARA, Ahreum, dove la prima a minaccia di violenza fisica la seconda, se questa non si fosse dimostrata “più grata alle persone che si prendono cura di lei” e non avesse smesso di propagare “gossip e dicerie”. Ovviamente, Hyoyoung, la “bulla” in questione, ha prontamente affermato di aver scritto quelle parole solo per difendere la sorella, a sua volta vittima di bullismo da parte di tutto il gruppo.
E’ da notare che sono state le T-ARA stesse, in un’intervista, a confessare di non aver tenuto un comportamento esemplare, di aver commesso diversi errori di gioventù e di valutazione riguardo a tutta la questione, agendo in modo sconsiderato con azioni che al tempo consideravano normali. Ammettono anche che avrebbero voluto scusarsi immediatamente, ma che la politica scelta dalla compagnia fu quella del silenzio, per cercare di non fomentare le dispute. Politica che ovviamente non funzionò.
Nel mese di febbraio è poi arrivata la stessa compagnia delle ragazze, la MBK Entertainment, a commentare questi ultimi risvolti: “Anche se c’erano aspetti che pensammo fossero ingiusti cinque anni fa, nel luglio del 2012, ai tempi dell’accaduto non spiegammo la situazione. A quel tempo, infatti, il pubblico aveva già voltato le spalle alle T-ARA, quindi nessuno ci avrebbe creduto se avessimo detto qualcosa. La verità di cinque anni fa è ora venuta alla luce, ma ad essere onesti, per noi non è la benvenuta. L’incomprensione è stata chiarita, ma dal punto di vista delle T-ARA è frustrante che questa sia diventata di nuovo una grossa questione. E’ difficile gestirla anche dal punto di vista della nostra compagnia”.
Parte della verità è dunque venuta alla luce, dissotterrata da entrambe le parti, ma non è di grande consolazione per nessuna delle due.
Gli altri casi
Jennie delle BLACKPINK
Passiamo ora a una controversia decisamente più recente, che riguarda Jennie, membro del celebre gruppo rookie della YG Entertainment, le BLACKPINK.
Il polverone nacque da un post pubblicato su Pann, famoso sito di gossip sudcoreano, post apparso subito dopo la partecipazione della ragazza ad un video di G-Dragon dei BIGBANG.
La scrittrice affermava di essere stata una compagna di scuola della ragazza, vittima di bullismo proprio per mano della idol, perseguitata in modo così pesante da averla portata a pensare al suicidio. Il mittente del messaggio avrebbe pubblicato come prova una sorta di foto tessera di Jennie scattata durante quegli anni.
Venuti a conoscenza della notizia, i netizens si sono divisi in due schieramenti: i difensori della ragazza, che affermavano di conoscere altri suoi compagni di corso, i quali affermavano a loro volta che Jennie è sempre stata una ragazza e un’alunna modello, e chi invece la voleva fuori dalla YG, facendo pressioni perché non debuttasse (prima) e perché lasciasse il gruppo (dopo). Sono addirittura venute fuori alcune teorie complottiste secondo le quali sarebbe stata la stessa casa di produzione a mettere in giro queste voci per “pubblicizzare” il debutto della ragazza e del gruppo stesso.
Kim Eun Joo di K-pop Star 3
Nel 2013, una concorrente del famoso programma “K-pop Star 3”, Kim Eun Joo, fu accusata di bullismo da parte di ex-compagni di classe, che preferirono rimanere anonimi. Secondo le accuse, la ragazza era solita mettersi dei biscotti in bocca e poi sputarli in faccia alle compagne, rubando poi soldi e altri beni, motivo per cui sarebbe stata espulsa dalla scuola e costretta a trasferirsi. La scuola in seguito confermò il trasferimento, ma per questioni di privacy si rifiutò di rivelarne le vere motivazioni.
Jiyoung, Jihye e gli S#arp
Questo è un incidente piuttosto vecchio, che la maggior parte dei lettori non ricorderà, che colpisce però per modalità e persone coinvolte.
Si tratta di un caso con protagonista l’allora famoso gruppo S#arp. Per via della rivalità tra due componenti del gruppo, una delle due, Jihye, veniva costantemente bullizzata dall’altra, Jiyoung, apparentemente invidiosa delle impressionanti doti canore della collega. Insieme al fidanzato del tempo, Jiyoung schiaffeggiava e minacciava giorno dopo giorno Jihye, cercando di convincerla ad abbandonare il gruppo, per sostituirla con una cantante di suo gradimento. Anche la madre di Jiyoung si intromise nella questione, purtroppo ancora una volta a sfavore della vittima, arrivando a tirarle i capelli ad ogni occasione buona e chiamandola con epiteti poco cortesi.
Tutto ciò andò avanti fino all’incidente che portò allo scioglimento del gruppo. Nel 2002, dopo un’intervista per la radio KBS, Jiyoung cominciò come suo solito ad insultare l’altra cantante. Che però stavolta reagì con uno spintone. I genitori di Jiyoung a quel punto intervengono “a favore” della figlia, la madre malmenando ripetutamente Jihye e il padre cancellando tutti gli impegni del gruppo affermando, ironia della sorte, che Jihye aveva picchiato sua figlia.
I giornalisti a questo punto cominciarono ad indagare, e fu convocata una conferenza stampa per chiarire la situazione. La famiglia di Jiyoung provò ad intimidire e corrompere il manager perché mentisse a favore della ragazza. Ma con un colpo di scena il manager decise di raccontare tutta la verità ai giornalisti. Fu la fine del gruppo.
Sembrerebbe che la maggior parte del bullismo avvenga in un ambiente “femminile”. Ma ecco altri due casi controversi, stavolta con protagonisti maschili.
EXO, NCT e SM Entertainment
Entrambi vedono, nella triste qualità di vittime, un membro e un ex membro del popolarissimo gruppo EXO, entrambi di nazionalità cinese. Poco prima, durante, e dopo il debutto del gruppo, circolarono numerosissime voci secondo le quali, all’interno della SM Entertainment, i trainees provenienti da paesi diversi (prevalentemente la Cina), fossero vittime costanti di bullismo da parte di altri trainees.
Lo scandalo coinvolse il rapper Tao, che secondo alcuni netizens avrebbe addirittura, anni dopo, lasciato il gruppo per lo stesso motivo, vittima di presunti attacchi di bullismo da parte dei componenti coreani degli EXO.
Se questo caso lascia numerosi dubbi, più improbabile ancora sembrerebbe il secondo, che vede invece protagonista il cantante Lay. Si tratta di un rumor piuttosto recente, venuto a galla con il debutto di un altro gruppo della SM, gli NCT. Ebbene si, sarebbe stato Johnny, un membro del giovanissimo gruppo, l’aguzzino di Lay ai tempi in cui si “addestravano” insieme. C’è però da considerare che lo stesso Johnny a quell’epoca era poco più che un bambino, più piccolo di Lay e appena trasferito in Corea.
Quest’ultimo caso sembrerebbe quindi frutto della fantasia dei fan, ma basta pensare agli sguardi di diffidenza rivolti agli studenti stranieri nelle scuole di tutto il mondo, per poter immaginare quale possa essere la situazione delle nuove reclute cinesi in una società coreana come la SM.
Nel corso degli anni, sono venuti fuori diversi nomi, ma senza alcuna evidenza concreta: le After School contro E-Young, le Girls’ Day contro Jihae e il tanto chiacchierato caso delle Miss A contro Suzy. In molti ricorderanno come dopo il debutto da solista di Suzy, molti netizens pensarono che lei si stesse lentamente distaccando dalle altre ragazze: niente più foto insieme, atteggiamenti freddi e distaccati da una parte e dall’altra, Suzy che alla compagnia delle Miss A preferiva quella di altri artisti. Atteggiamenti “sospetti”, almeno dal punto di vista dei netizens più attenti, che sfociarono in accuse di bullismo quando sembrò che la ragazza fosse stata volutamente esclusa dalla festa di compleanno di un altro membro del gruppo, Jia. La classica goccia che fa traboccare il vaso.
Una situazione simile a quella di Hyuna e delle 4Minute, i netizens che accusano il gruppo di essere invidioso del successo della solista, di escluderla e isolarla, sospetti rafforzati allo scioglimento del gruppo, quando le ragazze smisero in blocco di seguire Hyuna su Instagram. Quasi una dichiarazione formale di voler tagliare ogni forma di rapporto da quel momento in poi. O almeno così fu interpretata da molti.
E le compagnie?
Il caso di Jennie è un ottimo spunto d’osservazione per analizzare le strategie adottate dalle compagnie. Nel caso della giovane cantante delle BLACKPINK, molti netizens hanno suggerito che il polverone fosse stato creato ad hoc dalla stessa YG Entertainment per puntare i riflettori sul gruppo. Come dice il vecchio detto: “non esiste pubblicità negativa, solo pubblicità”.
Forse non ha tutti i torti. Su questo detto le compagnie sembrano aver strutturato gran parte delle loro tecniche di gestione degli artisti. I giovani trainees sono buttati fin dal primo giorno in una vera e propria arena, spinti a competere tra di loro per superare i propri compagni in esami di valutazione settimanali e mensili. D’altronde sanno bene che non tutti potranno arrivare al debutto. La competizione è alta anche solo per entrare in una di queste agenzie, ma la situazione peggiora quando si diventa trainee a tutti gli effetti. E (se possibile) peggiora ancora dopo il debutto: con decine di gruppi e di solisti non è certo facile ritagliarsi un posto all’interno dello “showbiz” sud-coreano. Anche all’interno di uno stesso gruppo nascono invidie e risentimenti, magari fomentate dalla stessa compagnia, che sguazza nell’attenzione che nasce dalle famose “fan-wars”, ovvero guerre tra fan, sempre agguerriti nel supportare l’uno o l’altro idol anche contro i suoi stessi compagni.
Un esempio concreto? I più attenti avranno notato l’ondata di rabbia che ha generato l’ultimo rumor riguardante sempre la YG Entertainment: il debutto di un nuovo, giovanissimo gruppo al maschile, entro il 2017. Questo ha ovviamente infiammato gli animi dei fan di WINNER e iKON, altri due gruppi della stessa compagnia che, secondo i fan, sono stati da questa sempre svantaggiati (pochi, pochissimi comeback e poca promozione) e messi in competizione fra loro dalla stessa compagnia. Come dimenticare i survival show che questi due gruppi hanno dovuto affrontare per debuttare (uno dei quali, gli uni contro gli altri)… la quintessenza della competizione. E come non citare la polemica nata dalla scelta della compagnia di scegliere due date troppo vicine per i comeback dopo un anno e mezzo circa di assenza da parte di entrambi i gruppi? Da manuale!
La tecnica è sempre la stessa: sfruttare i fan, i quali per far prevalere l’uno o l’altro gruppo saranno ben felici di spendere quantità enormi di denaro, facendo così levitare le vendite. E sfruttare la competizione fra idol per costringerli a dar fondo a tutte le loro energie, lavorando non-stop per il bene del gruppo e della compagnia, o più semplicemente per non cadere nel dimenticatoio.
Non male come strategia, eh? Non c’è da stupirsi che fenomeni di bullismo avvengano così spesso, anche all’interno dei gruppi più insospettabili.
Qualche dato
Ma quanto è diffuso questo fenomeno? E da dove parte?
Sicuramente le scuole sono la culla del bullismo.
Uno studio sulla questione, svolto in quelle che noi chiameremmo scuole medie e superiori sudcoreane, ha portato a dati preoccupanti: più del 40% degli studenti partecipa ad attività di bullismo. Le forme più comuni di vittimizzazione sono esclusione (23%), abusi verbali (22%), abusi fisici (16%) e coercizione (20%).
Fa molto riflettere una frase tratta da un articolo pubblicato dalla CNN, nel quale uno psicologo parla delle motivazioni che portano a questi gesti: “ In queste scuole, gli studenti non vedono i loro pari come amici, ma come concorrenti che devono battere per poter andare avanti”.
Si tratta di una nazione dove il bullismo è reso ancora più insopportabile dalle numerose ore che gli studenti sudcoreani passano a scuola, spesso fino a pomeriggio inoltrato, per non parlare poi di chi è costretto a condividere un dormitorio con il proprio carnefice.
La situazione è così pesante (soprattutto in determinate scuole dove la percentuale di violenza fisica sale vertiginosamente), che qualche anno fa, il governo sudcoreano ha deciso di instituire un vero e proprio servizio di guardie del corpo a difesa degli alunni vittime di bullismo, guardie che avrebbero accompagnato gli studenti del tragitto da casa a scuola e viceversa. Un rimedio estremo per una situazione estrema.
E’ ora di giungere alle conclusioni. Purtroppo è difficile chiudere con una nota positiva o con una speranza per il futuro. Non ci si può certo aspettare che in una società competitiva, a volte retrograda e dagli stretti equilibri come quella sudcoerana, il mondo della musica possa spiccare come esempio di moralità. Episodi come questi continueranno ad esistere e a venire coperti anche dalle stesse società di entertainment, il cui interesse principale è proteggere i propri guadagni. Ci si può solo augurare che ognuno di noi, nel proprio piccolo, apra anche di poco gli occhi e non aggiunga, con internet, social o altro, un ulteriore carico sulle spalle già molto pesanti di diversi idol. A noi la scelta.
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Argomentto ben trattato.essendo fan delle t-ara ho seguito l’argomento. Grazie a loro ho scoperto il kpop, e visto che era inevitabile, scoprì dell”incidente”. Mi informai, e decisi di non fermarmi alle apparenze. Nom sbagliavo… sentivo che non erano carnefici, che qualcosa di strano c’era. Non sapevo del resto, e bello farsi una.. “culura” chiamiamoa cosi xD le scuole coreane sono molto rigide, mi sono informata giusto qualche giorno fa… hanno molto coraggio per affrontale! Sperando che si sistemi nel meglio ogni cosa… grazie mille per la lettura! Ciao! 🙂
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