Jisoo delle Blackpink e Jung Hae-in recitano in una controversa storia d’amore che rischia di essere cancellata a causa di contenuti politici: il drama ‘Snowdrop’ è ambientato sullo sfondo del movimento democratico di giugno 1987 della Corea del Sud ed è stato accusato di distorsione storica, oltre di aver aggiunto agenti nordcoreani alla storia.
Dopo aver analizzato in un precedente articolo (che trovate di seguito) la trama, il contesto storico, le intenzioni del regista e dell’emittente e le percezioni degli spettatori (molte date anche prima della visione del drama), siamo qui a scrivere le nostre impressioni dopo aver visto i primi due episodi.
Ancora una volta la domande è: la polemica è giusta oppure è basata su pregiudizi?
Premesse: ovviamente il nostro è un punto di vista che è comunque condizionato da una visione diversa, da una formazione diversa e dalla provenienza da un paese diverso. La nostra sensibilità è diversa dalla sensibilità di una persona che ha vissuto quei giorni o di qualcuno i cui genitori gli hanno raccontato in prima persona della dittatura militare e di quelle terribili repressioni di giovani protestanti che volevano solo più diritti e democrazia.
Prima di tutto, prima delle riflessioni, delle polemiche: il drama è carino?
‘Snowdrop’ in queste prime due puntate è davvero interessante e pone le basi per un vero e proprio ottovolante di emozioni e Jisoo delle BLACKPINK è davvero credibile nella sua recitazione. Il drama brilla quando si occupa della vita nel dormitorio universitario, dell’inizio della storia d’amore, con leggerezza e divertimento, così come nell’ambientazione. Infatti le vibrazioni degli anni ’80, dai set, agli oggetti di scena, le tavolozze dei colori, la musica e la moda vintage con berretti e motivi a quadri, sono forti ma non imbarazzanti o forzati: ‘Snowdrop’ è come un viaggio nel tempo agli anni ’80. Eppure le parti politiche del drama sono già pesanti e lo stile, in quei momenti, è molto tendente al melodramma, con colori prevalenti che subito diventano più verdi e scuri.
Inoltre, senza conoscere la storia, gli spettatori internazionali che vedono Snowdrop, non avendo alcun contesto del clima socio-politico della Corea del Sud nel 1987, in questi 2 episodi non ci capiscono quasi nulla o comunque pochissimo. Gli vengono presentati i protagonisti storici, tutti ritratti come ambigui o cattivi, senza dare background o spiegazioni (per ora, ovviamente).
Partiamo dalle cose “storiche” citate nel drama per capire cosa è realmente esistito e cosa invece no:
– Aemin Party, il partito al governo
Non è conosciuto con questo nome, quello realmente a capo della dittatura era il Democratic Justice Party – 민주정의당 – Minju Jeonguidang.
– Il presidente/uomo senza capelli che intravediamo alla celebrazione per i 30 anni della Dongsim Society, capo dell’Aemin Party e presidente
E’ palesemente Chun Doo-hwan, il reale e veramente esistito dittatore di quell’anno della Corea del Sud, non viene fatto il suo nome nel drama, ma sono preossocché identici.
– Dongsim Society
Non si hanno collegamenti con la storia, questa società non sembra esistere.
– ANSP – Agency for National Security Planning
Agenzia realmente operativa in Corea del Sud dal 1981 che si occupava della sicurezza nazionale, ordine indipendente ma simile ai servizi segreti. In passato gli agenti del servizio nazionale hanno agito anche in Germania, fatti noti avvenuti nel 1968. Uno dei compiti principali del National Intelligence Service è quello di raccogliere informazioni sulla Corea del Nord. Sono tristemente noti per essersi macchiati di atrocità verso i manifestanti, inseguiti e cercati in una vera e propria caccia alla strega.
– Nam Tae-il, numero 2 del partito – segretario generale del partito AEMIN
Personaggio non esistito con questo nome
– Eun Chang-Su, numero 3 del partito – direttore dell’ANSP
Personaggio non esistito con questo nome
– Park Mu-yeol – Capo del partito ARMIN
Personaggio non esistito con questo nome
– Professore Han I-seop, il cervello dietro il partito di opposizione
Personaggio non esistito con questo nome
Come potete notare si mischiano cose realmente accadute, personaggi realmente esistiti a persone e nomi fittizi. Questa scelta unita alla presentazione in stile documentario delle figure pseudio-storiche crea l’illusione di una ricostruzione storica studiata. Ma di questo parleremo meglio dopo.
Analizziamo e rispondiamo, quindi, alle varie critiche mosse:
1) Non è giusto che questo periodo complesso e duro di repressione e dittatura sia da sfondo a una commedia romantica.
Sicuramente l’eccezione più stupida al drama. Io posso raccontare di temi seri con generi meno seri e comunque il messaggio resta forte e chiaro. Per fare esempi hollywoodiani: posso parlare di problemi ambientali e di relazioni umani con un film di satira e black humor (Don’t Look Up), posso parlare di nazismo con una fiaba dai tratti ingenui e confortevoli (Jojo Rabit), posso parlare di discriminazione e razzismo con qualsiasi film fanstasy (tipo Il Signore degli Anelli, The Witcher ecc). Il genere non delegittima in automatico il messaggio e la scelta di una storia d’amore con sfondo un fatto storico non è il motivo per cui quella serie TV sia di scarso valore. Posso raccontare una bella storia d’amore nel mentre faccio vedere agli spettatori determinati fatti storici, in fondo è quello che hanno fatto moltissimi drama coreani, come Chicago Typewriter, Bridal Mask, Capital Scandal, Mr. Sunshine, The Hymn of Death e tantissimi altri. Eccepire questo a Snowdrop è semplicemente stupido.
2) La narrazione dei manifestanti
Altro punto semplice da snocciolare che ci togliamo prima del dente avvelenato.
I manifestanti che lottano per la libertà e democrazia ci vengono presentati subito, già nel primo episodio al minuto 7 abbiamo la compagna di stanza della protagonista che legge un libro al tempo vietato, ‘La verità sul Socialismo’. Più tardi lei verrà vista in lotte contro la polizia e gli agenti di sicurezza nazionale proprio nel mentre di una manifestazione che prende una piega violenta per colpa dei rappresentanti dello stato.
Dal drama non abbiamo mai la percezione che i protestanti siano nel torto, anzi si comprende bene che i cattivi sono i politici e anche gli agenti della sicurezza nazionale che usano torture e sangue in abbondanza.
Nel secondo episodio, inoltre, i protagonisti parlano dei protestanti e danno due opinioni diverse del fenomeno, entrambe reali e credibili: mentre lei, in quanto sorella di un ragazzo arrestato per le proteste che è stato costretto ad arruolarsi per non subire conseguenze peggiori, afferma di volere la tranquillità perché i protestanti fanno preoccupare tantissimo le famiglie e chi li ama (punto di vista più che comprensibile dal punto di vista di una sorella, madre, padre o fratello data la crudeltà e cattiveria degli agenti di sicurezza che ci hanno già fatto vedere e che quindi sappiamo già anche come spettatori), mentre lui afferma che invece trovi bello e figo qualcuno che lotta per i propri diritti.
La questione è stata trattata bene per ora ed è chiaro che nessun giudizio negativo c’è verso i manifestanti del tempo, anzi anche un senso di orgoglio per quello che hanno fatto.
3) Distorsione storica – introduzione di fatti mai confermati nella narrazione
Qui il discorso si fa più complicato.
La riflessione è lunga e conta di più passaggi, quindi arriviamo alla fine insieme.
La narrazione tende a dare per scontato molti fatti storici di sfondo, che è una scelta non proprio intelligente. Infatti nella presentazione delle figure politiche nella prima stagione si limitano a inserire il loro nome e il loro ruolo, in uno stile che ricorda molto i documentari storici.
Sta allo spettatore sapere cosa quella sigla o quel nome significhi perché il drama non lo spiega, così come non fa vedere il presidente della Corea del Sud e capo del partito che, però, per narrazione, capelli, aspetto e modi sembra palesemente il dittatore davvero esistito Chun Doo-hwan.
Non viene scelta la strada di creare una distopia e spiegare bene le nuove regole e la nuova struttura del mondo ‘Snowdrop’, per rendere chiaro che stiamo parlando di fatti mai davvero avvenuti e un ambientazione che non segue la realtà storica. Ma nemmeno si scegliere di seguire precisamente la storia, prendendosi invece molte libertà artistiche, basate su dicerie e pettegolezzi del tempo, mai supportate da prove (parliamo dell’introduzione delle spie nordcoreane nella trama che, nella storia reale, sono state la scusa per il governo e l’ANSP per arrestare e torturare molti protestanti di quel periodo, coinvolgimento della Corea del Nord mai storicamente confermato).
Proprio su queste dicerie, ancora una volta in modo ambiguo, il drama ci porta dentro a ‘incontri segreti’ avvenuti a novembre 1987 a Pechino tra le figure pseudo-storiche già presentate e altre figure esistenti ma non con quei nomi/volti legati alla Corea del Nord, come il generale della DPRK (Democratic People’s Republic of Korea ossia la Corea del Nord) o il vicedirettore del MSS (Ministro della Sicurezza Statale) della DPRR. Ancora una volta cariche reali ma nomi fittizi in una rappresentazione realistica, ma mai storicamente confermata. L’effetto per chi non sa, con le premesse non ben definite che sono state date, può portare confusione nello spettatore e fargli pensare che tutta sia molto vero.
Questo è un problema se sei uno spettatore straniero che non sa molto della storia coreana: sapendo che c’è stato un dittatore, il tipo di narrazione scelto dal drama potrebbe trarti in inganno e farti pensare che lo sfondo è tutto davvero accaduto.
Anche se sei un coreano medio, però, la situazione non è tanto diversa perché le differenze rispetto alla storia introdotte dal drama o sono dei dettagli o sono basate su dicerie e pettegolezzi molto diffusi nella nazione. Facciamo un esempio per rendere questa riflessioni più chiara. Tutti in Italia conoscono il periodo storico fascista e conoscono bene Mussolini. Quanti di noi sanno il nome del suo braccio destro o il capo dei servizi segreti? Se andasse in onda un film dove abbiamo un palese Mussolini, mai nominato e visto di sfuggita, circondato dal braccio destra Pinco Panco e il capo dei servizi segreti Pinco Palla e nel mentre facciamo vedere che i treni arrivavano sempre in orario e che per la prima volta distribuiscono pensioni, come reagireste? Una parte sarebbe portata a credere che è un racconto basato su fatti storici, senza sapere che i due personaggi nominati non sono davvero esistiti e i fatti riportati sono falsi storici. Perché, news of the day, i treni con Mussolini arrivavano comunque in ritardo e le pensioni sono state introdotte in Italia circa 50 anni prima, quindi due falsi storici made in Italy che tutt’ora moltissimi italiani credono veri.
Quindi, anche se “tranne il regime militare e le elezioni presidenziali, tutti i personaggi, le ambientazioni e le agenzie sono fittizi” e all’inizio del drama ci sta la scritta gigante che sono fatti inventati, va davvero bene questa precisazione (dietro cui si protegge la produzione) se in pochissimi capiscono davvero che è solo finzione?
E’ questo il problema che molti coreani stanno affrontando: questa ambiguità tra fatti realmente accaduti, cose inventate e falsi storici ha creato una narrazione che può essere fraintesa e quindi essere diseducativa.
E qui, però, è il caso di introdurre un altro quesito: chi deve insegnare cose a un popolo, l’arte o la scuola? L’arte deve essere sempre educativa o, in quanto arte, deve viaggiare su altri binari? I fatti storici chi ce li deve insegnare, un libro di storia o una serie TV?
Perché è ovvio che una serie TV è sempre una storia raccontata da alcune persone con determinati punti di vista, visioni politiche e sociali che traspariranno sempre da quel prodotto artistico. Se anche cose “oggettive” come documentari e docu-serie sono comunque vincolati ai montatori/registi/produttori (già solo nella scelta delle cose da mostrare rispetto alle cose da eliminare), come possiamo pretendere che una serie TV sia oggettiva e storicamente accurata? Perché vogliamo pretendere che un prodotto d’intrattenimento ci insegni quello che dovrebbe essere affrontato a scuola?
Il discorso fatto nel precedente punto deve per forza essere rivisto con questa ultima riflessione perché pretendere che ‘Snowdrop’ insegni la storia agli spettatori internazionali o ai coreani disinteressati al proprio passato, è voler affidare all’arte un compito che non deve per forza avere. ‘Snowdrop’ non è un libro di storia, è una serie TV romantica che utilizza una specifica ambientazione, nulla di più.
Quindi la conclusione…
L’errore di fondo c’è perché il drama avrebbe dovuto scegliere più precisamente la sua strada (distopia storica o racconto preciso dei fatti storici) anche perché essendo una storia recente e una ferita ancora aperta, c’è molta sensibilità, oltre che testimoni diretti che potrebbero essere feriti dall’utilizzo di falsi storici in questo modo. Questo errore è ancora più evidente se pensiamo al pubblico a cui è rivolto la serie: dati i protagonisti giovani, storia di fondo ambientato all’università, la presenza di Jisoo delle BLACKPINK, (solo Jung Hae-in dovrebbe attirare le persone intorno ai 30 anni data la sua popolarità in quella fascia), il drama è palesemente rivolto a un pubblico giovane che questa storia non l’ha vissuta e forse non l’ha nemmeno studiata bene, quindi era necessaria maggiore chiarezza.
Anche perché fino ad adesso non capiamo il motivo di introdurre la spia nordcoreana e, di conseguenza, il coinvolgimento della Corea del Nord nella narrazione. Probabilmente tutto ci sarà chiaro nel futuro, ma anche raccontare questa storia con lui come manifestante (magari più estremo) avrebbe funzionato benissimo. In pratica, ad ora, anche tutta la storia senza la Corea del Nord reggeva benissimo.
Sicuramente resta ancora un grande punto interrogativo per gli agenti di sicurezza nazionale, per ora raccontati come agenti segreti non proprio bravi e trasparenti. Però la frase del produttore sull’obiettivo del drama, ‘mostrare che ci sono brave persone anche nei gruppi pieni di cattive persone’, potrebbe far sperare in redenzioni difficili da digerire. Ma qui, ovviamente, siamo nel mondo delle ipotesi perché non abbiamo ancora vista alcun miglioramento.
Una cosa è certe: questa polemica enorme ha portato molti a interessarsi e studiare la dittatura della Corea del Sud e a conoscere di più della lotta degli studenti per la democrazia, quindi tutte le perplessità sono comunque state spazzate via in chi, in seguito a queste polemiche, ha iniziato a studiare di più per capire le criticità. Ovviamente se questa polemica porterà alla cancellazione del drama sarebbe davvero una grande perdita perché ‘Snowdrop’ sembra davvero qualcosa di molto piacevole.
Lascia un cuore per questo articolo 🙂Jisoo delle BLACKPINK non tornerà come solista nel 2024, come confermato dalla sua etichetta BLISSOO.…
Seunghan, ex membro dei RIIZE, si sta preparando per il suo debutto da solista nella…
Gli EPEX hanno rilasciato il loro video musicale per "Universe". "Universe" è la canzone del…
Doyoung degli NCT ha pubblicato il suo video musicale per "The Story", terzo digital single…
Heize ha pubblicato il suo video musicale per "FALLIN'". "FALLIN'" è la title track del…
Gli EVNNE hanno lanciato il loro ultimo singolo digitale giapponese "景色 (KESHIKI)". "景色 (KESHIKI)" è…