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Un commento

Analisi approfondita dietro i BTS: quali sono i punti di forza della Big Hit? (Parte 1)

Analisi approfondita dietro i BTS: quali sono i punti di forza della Big Hit? (Parte 1)

| On 19, Dic 2020

Il potere dei BTS è sicuramente legato al gruppo stesso ma anche a tutto ciò che è dietro di loro, all’agenzia e al genio del loro creatore, Bang Si-hyuk: artista, fondatore e co-CEO di Big Hit Entertainment, è meglio conosciuto come la mente dietro i BTS. Bang ha iniziato nell’industria K-pop come compositore (soprannome: “Hitman”) lavorando con la JYP, lasciandolo per fondare la sua compagnia nel 2005.

Iniziamo ad analizzare tutto quello che c’è dietro i BTS, dalle idee di Bang Si-hyuk, emerse nell’intervista al TIME di fine 2019, e anche alla complessa struttura aziendale della Big Hit Entertainment che la rende una delle compagnia più futuristiche, tesa all’informatica, e interessanti nell’industria musicale mondiale.

Bang Si-hyuk si è aperto sulla genesi dei BTS, la differenza tra gli artisti occidentali e il modello K-pop e le sorprese che ha incontrato nell’industria del K-pop. “È difficile per me dire cose come A ha portato a B. Ma quello che posso dire è che il successo dei BTS nel mercato statunitense è stato ottenuto con una formula diversa dalla formula mainstream americana. La lealtà costruita attraverso il contatto diretto con i fan ha molto a che fare con questo”. Ha citato Disney e Apple come esempi di marchi che hanno costruito fanbase impegnate in modo simile, ma ha sottolineato che per lui il prodotto -la musica stessa- è fondamentale.

Umile riguardo alla sua influenza e desideroso di rendere chiaro il suo ruolo, Bang ha sottolineato la sua fortuna e il suo tempismo e ha cercato di definire ciò che rende i BTS unici.

Il fattore distintivo dei BTS “era la loro sincerità, coerenza e capacità di incarnare lo spirito dei tempi. Quando si sono solidificati come un gruppo idol, ho promesso loro che sarebbero stati in grado di seguire la musica che volevano incluso l’hip-hop. Poiché era hip-hop, potevano esprimere i loro pensieri e noi non ci intromettevamo. Ho mantenuto quella promessa e credo che abbia avuto un impatto. Personalmente ritengo che non sia sempre necessario che un artista esprima la propria opinione. Ma credo che all’epoca i BTS abbiano toccato qualcosa che i giovani di tutto il mondo stavano cercando. Fin dal debutto dei BTS, non hanno mai cambiato improvvisamente marcia o cambiato ritmo. Erano coerenti. Penso che abbia convinto il pubblico. Non esitano a parlare del dolore provato dalla generazione di oggi. Rispettano la diversità e la giustizia, i diritti dei giovani e delle persone emarginate. Penso che tutti questi fattori abbiano funzionato a loro favore.”

In un mondo musicale in cui gli album vengono venduti sempre di meno, sostituiti dallo streaming, le vendite dei BTS sono sempre altissime. Bang Si-hyuk commenta: “Il caso dei BTS è molto ironico per me. Avevo previsto un calo costante delle vendite fisiche e un modello basato sulla fedeltà sarebbe stata una soluzione. Detto questo, poiché sono un produttore musicale old school, attribuisco molta importanza alla qualità dell’album. Quindi ho guidato una produzione incentrata sull’album. Con buona musica e comunicazione, le vendite possono seguire. L’industria del K-pop nel suo complesso ha visto aumentare le vendite di album, contrariamente alle tendenze del mercato globale. Non posso spiegare personalmente perché. Non credo che durerà per sempre.”

Parlando del successo negli USA, il CEO parla di fortuna: “Fondamentalmente credo che il successo dei BTS negli Stati Uniti abbia molto a che fare con la fortuna. Non era la mia brillante strategia o il fatto che i BTS si adattassero perfettamente al mercato statunitense, piuttosto, il loro messaggio ha risuonato con una certa richiesta e attraverso i media digitali si è diffuso rapidamente. I BTS hanno toccato qualcosa che non era stato affrontato negli Stati Uniti in quel momento, quindi i giovani americani hanno reagito, e questo è stato dimostrato attraverso i numeri.”

Uno degli impulsi della Big Hit, anche tramite altre società succursali alla princilape, è rafforzare gli “universi” intorno a ogni gruppo, collegando i fan agli artisti al di là degli spettacoli dal vivo e degli album, il tutto radicato nella musica. “I fan degli idol K-pop vogliono sentirsi vicini ai loro idol. I BTS sono l’unica squadra che ha un considerevole potere di vendita in tutto il mondo, in quasi tutti i paesi. Di conseguenza, lavorare con il fandom dei BTS è uno dei più grandi servizi forniti da Big Hit.” spiega il CEO.

Per i social, da sempre molto controllati nel Kpop, la Big Hit ha avuto un’impostazione diversa: “Ho sempre creduto che i trainee dovessero essere ben presenti sui social. Quando i membri dei BTS erano trainee, c’erano molti conflitti interni con il mio staff riguardo ai social media; volevano prendere la strada sicura perché i social lasciano tracce, alcune delle quali potrebbero essere dannose per loro in futuro. È anche difficile per i giovani seguire le regole. Quindi ci sono stati un po’ di problemi, ma poiché credevo fosse giusto fare errori e imparare da essi, ho costruito un sistema di trainee relativamente liberale.” ha detto Bang Si-hyuk. “Nella nostra azienda investiamo molto tempo nell’educare i trainee alla vita come artista, inclusi i social media. Dopo aver fornito una guida, scegliamo di lasciare che gli artisti siano quello che vogliono e lasciamo una finestra aperta per qualsiasi richiesta.” Come ben noto, i BTS hanno un solo account per il gruppo, per promuoverlo appunto nell’insieme, ma lasciando a ogni membro la possibilità di aggiornarlo come vogliono. Anche i TXT hanno due account ufficiali, uno del gruppo (@TXT_bighit) e uno gestito dai cinque membri (@TXT_members).

Rispondendo alla una percezione comune che nel K-pop la musica sia prodotta dallo staff o che sia un sistema dall’alto verso il basso di adulti che danno materiale a giovani artisti, Bang Si-hyuk esprime la sua dura opinione: “In primo luogo, credo che in occidente ci sia questa fantasia profondamente radicata della rock star: una rock star agisce fedele alla propria anima e tutti devono accettarla come parte della propria individualità e solo attraverso questo arriva la buona musica. Ma in realtà, dedicare molto tempo all’affinamento e all’allenamento delle abilità legate alla musica è una tattica utilizzata in molti mondi artistici professionali. Le ballerine trascorrono molto tempo in isolamento concentrandosi solo sul balletto, ma non si sente dire che il balletto manca di anima o non è arte. Quindi penso che sia una questione di prospettiva. Un altro punto importo è che negli Stati Uniti un artista lavora nella scena underground per molti anni prima di firmare con una major. In Corea, quel tempo è trascorso come apprendista/trainee. Penso che sia discutibile quale sistema produca l’artista migliore. Inoltre, credo che l’affermazione che un artista debba cantare le proprie canzoni per avere buoni risultati non è sempre vera. Un cantante è prima di tutto un artista e una buona performance può convincere il pubblico. Penso, però, che quando un trainee trascorre troppo tempo concentrandosi solo sulle abilità e non sulle esperienze di vita, è lecito chiedersi se possa diventare un musicista con una complessa comprensione del mondo. […] Che tu voglia o meno parlare di una questione sociale è una scelta dell’individuo. Quello che voglio è che siano sinceri. Inventarsi problemi è qualcosa che non posso accettare. Ma né l’azienda né io possiamo obbligare un artista a parlare o non parlare di una questione sociale. Personalmente, credo che l’arte sia uno dei mezzi più forti per la rivoluzione e voglio che l’artista parli di questioni sociali. Parlano quando vogliono e io non dico cosa dovrebbero o non dovrebbero fare. Penso che questa sia una delle idee sbagliate che le persone hanno sull’industria K-pop: che un produttore possa avere quel livello di controllo sui propri artisti. Non possiamo. Quando l’artista vuole esprimere qualcosa, credo che il mio ruolo sia quello di affinare il messaggio in un modo che esprima la loro sincerità e abbia valore commerciale.”

Approfittando del riferimento alla “rock star”, spesso applauditi per essere ribelli, sembra che la Corea del Sud preferisca immagini opposte ad essa: “Penso che la cultura asiatica e la cultura occidentale siano certamente diverse. Ma se vogliamo parlare di come ciò influenzi l’espressione della ribellione verso la società – la Corea del Sud ha avuto molte rivoluzioni, ma in termini di relazioni personali, soprattutto nel rapporto con le generazioni più adulte. In generale, soprattutto per gli artisti K-pop, le compagnie cercano di correre meno rischi. Eppure anche molti artisti americani stanno cambiando: sempre meno musicisti occidentali parlano di questioni sociali rispetto al passato.” dice il CEO della Big Hit.

“Proprio come con la Disney – animazioni, film per famiglie, che ha acquistato anche Marvel e Star Wars – sto cercando di avvicinarmi alla segmentazione del mercato pur mantenendo le virtù del K-pop”, la compagnia si sta ampliando sempre di più seguendo un piano ben delineato e propenso al futuro, dallo sviluppo di Weverse (un’app per fan) e Weply (una piattaforma di e-commerce) ai film.

Questo punto verrà approfondito nella seconda parte dell’articolo.

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Comments

  1. DIEGO

    La Big Hit e i BTS non hanno nessun segreto in particolare.

    Quando un gruppo riesce a farsi notare con quelle due o tre canzoni giuste il resto è via via sempre più facile e in discesa: li conoscono sempre di più, li chiamano tutti, aumentano gli ingaggi etc. La loro “bravura” è stata “Blood Sweat & Tears”; da lì in poi è normale avere tutti gli occhi addosso e se non sei uno stupido investi e mantieni viva la fiamma.

    Non dimentichiamoci l’effetto novità che è stato determinante, nel loro caso elevato al cubo: un gruppo pop mainstream dagli occhi a mandorla (mai visto prima), con uno stile visual non omologato, che ha aperto i portoni di un mondo sommerso, il K-Pop, che nessuno conosceva… probabilmente l’occidentale medio prima di loro non sapeva neanche che esistesse la Corea del Sud.

    Ecco qual’è stato il punto di forza della Big Hit, senza contare la fortuna (quella sempre) di venir fuori nell’era di internet. Se fossero usciti 20 anni prima non saremmo qui a parlarne.

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