Come sta cambiando il K-pop? E in che senso il K-pop sta per morire?
PR | On 14, Dic 2023
Il K-pop sta cambiando, sta evolvendosi o sta morendo? Difficile dare una risposta adesso però è evidente che la situazione attuale è diversa da quella della pandemia, anno 2020, ma anche del 2010.
Stiamo assistendo a sempre più artisti Kpop che provano a fare il passaggio dalla Corea del Sud al mondo con quasi ogni gruppo abbastanza famoso che ha pubblicato una canzone in inglese o qualche collaborazione con un artista noto negli USA. Difficile trovare qualcuno esente da questo passaggio.
Questa migrazione sarà sempre maggiore perché il mercato interno coreano ha un limite e quel limite è ormai molto vicino. La presenza di così tante agenzie, grandi e piccole, e così tanti competitors, sta rendendo quasi obbligatorio rivolgersi altrove.
Nonostante la crescente influenza culturale delle star del K-pop che si moltiplicano, le esportazioni coreane di K-pop sono in realtà in calo dal 2020. C’era il 53% in meno di K-pop nella Billboard Hot 100 nel 2022 rispetto al 2021, e il consumo di K-pop si sta inspiegabilmente riducendo nel sud-est asiatico, tendenze che “sono allarmanti per chi è in prima linea” ha lamentato Bang Si Hyuk, CEO della HYBE, in un discorso di marzo a una conferenza di Seul in cui ha delineato un piano su tre fronti per rafforzare il futuro del K-pop.
Le esportazioni di musica coreana nel sud-est asiatico – uno dei mercati più cruciali per il K-pop – sono diminuite del 30% nel 2022, e in Indonesia, il quarto paese più popoloso del mondo, la quota del K-pop nelle classifiche di Spotify è scesa del 28%. Per Bang Su Hyuk la crescita del K-pop sta rallentando, perchè i BTS sono in pausa e per molti il binomio BTS / K-pop è indivisibile. Ovviamente a ciò, spiega il CEO, si collega anche forse un cambiamento nelle loro preferenze in termini di consumo della cultura pop.
Il CEO della HYBE sa che deve guardare altrove e, infatti, si sta concentrando sulla musica pop e latina, perchè ha notato che quella richiesta è alta. Infatti, a livello glovale, la percentuale nel mercato occupata dal Kpop non è alta, anzi, e la musica latina e l’afrobeat stanno crescendo parecchio.
Ciò non vuol dire che il Kpop è finito ma che non può restare fermo.
“Ecco perché l’obiettivo era quello di concentrarci sul mercato statunitense, il più grande mercato musicale del mondo, e sul resto del mercato globale per cercare di aumentare la nostra quota di mercato e aumentare il numero di fan sia attraverso l’espansione interna che esterna” spiega Bang.
“È vero che il K-pop ha visto una crescita drammatica negli Stati Uniti, ma in altri mercati non lo stiamo vedendo così tanto”, ha detto. “Ad esempio, nel sud-est asiatico, i numeri… stanno diminuendo. Nel mercato giapponese, il K-pop è in crescita, ma l’industria giapponese musicale nel suo complesso non è cresciuta negli ultimi 10 anni. Quindi abbiamo pensato che per la continua crescita del K-pop la risposta sta negli Stati Uniti… Certo, non sono qui solo per perseguire la crescita del K-pop. Fondamentalmente, gli Stati Uniti sono il mercato musicale più grande e importante del mondo. E uno dei compiti primari di un’azienda o di un’impresa è crescere e continuare a crescere. Quindi siamo qui [per] perseguire un mercato più ampio e cercare opportunità sempre più grandi nel nostro tentativo di creare, ancora una volta, maggiori opportunità per la comunità musicale e l’industria musicale nel suo complesso”.
Purtroppo l’immensa Cina non è un mercato in cui si entra facilmente dopo il 2018 e comunque non è un investimento sicuro: se hai successo, superando le barriere e i ban, fai tanti soldi, ma al primo errore vieni cacciato senza alcuna possibilità di rientro. Quindi bisogna orientarsi a ovest, agli USA.
Gli obiettivi della HYBE sembrano simili a quelli dell’SM; con il primo album in inglese delle aespa e quell’idea degli NCT Hollywood (poi accantonata), ma anche di altre agenzie, come le canzoni in inglese delle TWICE o delle (G)-Idle.
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