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"1° TROFEO ASIAN CONTEST - Dance Edition": il post contest

“1° TROFEO ASIAN CONTEST – Dance Edition”: il post contest

| On 26, Apr 2016

Avete presente le fan chart, le urla, i cartelloni e tutte quelle cose tipiche degli show musicali che siamo soliti seguire? Ecco, il clima che questo innovativo e ricco evento ci ha offerto è stato proprio quello. E come dicevamo nell’articolo che vi presentava questo contest, “1° Trofeo Asian Contest – Dance Edition: l’oriente è sempre più vicino”, non scherziamo quando vi diciamo che ci sembrava realmente di essere in Corea.

A fare gli onori di casa è la gentilissima Layla che ci accompagna all’interno del teatro in direzione del palco, in quel momento adibito a “sala prove”, dove abbiamo trovato ad esercitarsi i gruppi che di li a breve si sarebbero esibiti. Siamo rimaste colpite da quelle prove, per l’intensità, la grinta e la coesione che legava, non solo le crew, ma tutti i “piccoli artisti” su e attorno a quel palco. Ci siamo dunque chieste come questi ragazzi e ragazze dessero vita alle loro, da molti definite, “seconde famiglie”. Purtroppo abbiamo dovuto momentaneamente placare la nostra curiosità per far si che avesse iniziato il vero e proprio spettacolo.

Arrivati i Risin’ Crew, gli attesissimi ospiti del contest, le porte del Teatro Menotti di Milano si sono aperte ai sostenitori, parenti, amici delle crew e a tutti gli altri amanti del K-Pop. Il “1° TROFEO ASIAN CONTEST – Dance Edition” ci viene presentato dal simpaticissimo Jacopo, uno dei ragazzi dell’efficiente staff di Asian Dance&Voice Contest, che ha immediatamente -e letteralmente- dato inizio alle danze. Partendo dalle crew e le coppie, per poi passare ai solisti, vi presentiamo (in ordine di esibizione) tutti i concorrenti del 1° TROFEO ASIAN CONTEST – Dance Edition.
Le domande da noi sottoposte ai gruppi e le coppie sono state:
1) Come è nata la vostra crew?
2) Pre & Post esibizione: le sensazioni provate?
3) Come vi organizzate per imparare le coreografie?
F4F
Da soli due iniziali membri le F4F si sono poi arricchite portando la loro formazione attuale a cinque componenti. Non solo il K-Pop ma anche altre passioni comuni hanno fatto si che nascesse questa variopinta crew. Durante il pre esibizione ci dicono di aver provato molta agitazione, nonostante per alcune di loro non fosse la prima volta su un palco. Il post è stato un po’ autocritico. Non si sono piaciute al 100% ma considerato il fatto che era la loro prima esibizione come gruppo ci dicono che faranno tesoro di questa esperienza. Ci dicono di essere tutte di Milano e provincia ma nonostante la vicinanza per loro è stato difficile trovarsi spesso per provare poter provare assieme il brano e credono che la non perfetta riuscita della loro esibizione sia in parte dovuta anche anche a questo fattore. Nelle F4F c’è una coreografa ufficiale che imparare le coreografie, a volte supportata da una seconda co-coreografa, e le insegna alle compagne durante i loro allenamenti. Da poco nate non hanno ancora una loro pagina ma “A breve daremo vita ad un canale YouTube, ci confessa Silvia.
Y.NOT
Le Y.NOT sono una crew nata da pochissimo composta da Alessia, Giogia, Lisa, Sofia, Sharon e Valentina, leader del gruppo, ‘omma’ ed allenatrice. Tra le componenti delle YNOT si è instaurato da subito un legame profondo, definito dall’intero gruppo un “Innamoramento a prima vista”. Provengono da Milano, Brescia e Piacenza. Alla prima parte della seconda domanda ci rispondono così: “Ansia tremenda!”. Una parola che che si potrebbe definire il denominatore comune per quasi tutti i partecipanti del contest“Il post è esaltante, quando sei sul palco balli e basta non ti interessa altro. Quando però senti poi la gente che ti riempe di complimenti e ti dice quei ‘Brave, in poco tempo avete fatto dei grandissimi miglioramenti’ è qualcosa di indescrivibile. Sono state parole inaspettate, parole che hanno dato al gruppo una carica, una soddisfazione pazzesca tale da volerci spronare a far ancora di più”, ci spiega Valentina. Alla terza ed ultima domanda le ragazze ci dicono che: “Io (Valentina) e Giorgia abitiamo nello stesso paese e abbiamo la possibilità di lavorare assieme sulla coreografia mentre le altre ragazze si imparano le rispettive parti da sole. Al primo ritrovo di gruppo la coreografia viene provata e aggiustata”. “Essere lontane non aiuta per niente – prosegue Giorgia – ma la passione è così tanta da sormontare qualsiasi ostacolo”. Tant’è che nell’ultimo periodo pre contest le ragazze si sono imposte due allenamenti obbligatori settimanali e una giornata intera a brevissima distanza dalla loro prima esibizione che le ha portate a lavorare sulla coreografia per più di sei ore. Le YNOT definiscono questa loro debutto sul palco con una metafora automobilistica, da me molto apprezzata: “Questo contest è stato un rodaggio”.
M2B
“To be or no to be, M2B”, ed è così shakespirianamente che si presentano gli M2B. La crew nasce nel 2014 grazie ad Elisabetta e Angela, un membro del gruppo non presente a questo contest. Una ragazza di Brescia ed una di Bari che di li a poco avrebbero potuto condividere la stessa aria, grazie al trasferimento di Angela. La coppia ha partecipato alla sua prima competizione nel maggio 2014. Da li in poi sono stati aggiunti nuovi componenti fino ad arrivare ad un totale di 9 [Elisabetta, Sonia, Giuliana, Micah, Joas (i membri presenti al 1° TROFEO ASIAN CONTEST – Dance Edition) e Giulia, Elisa, Valentina, Marco, Angela, Sara i rimanenti compagni di ballo]. Giuliana, entrata nel gruppo un anno dopo la creazione, ci dice che il pre esibizione dipende molto dal livello di preparazione raggiunto dalla crew. “Se siamo sicuri di conoscere bene il ballo che andremo ad esibire, non è che l’ansia sparisce ma diciamo che è più sopportabile. Se invece siamo meno sicuri e di conseguenza più agitati cerchiamo di scaricare quella tensione aiutandoci l’uno con l’altro e di pensare solo a fare del nostro meglio”, è quanto ci spiega nel dettaglio Elisabetta. Il post esibizione degli M2B è molto autocritico. Analizzano per bene quanto eseguito per capire dove hanno sbagliato (nulla a parere degli spettatori). La maggior parte di loro abita a Milano tranne Sonia, che risiede a Varese. La portavoce del gruppo ci spiega che si imparano un minuto abbondante di coreografia singolarmente e alla prima prova di gruppo si aggiustano e si incastrano pian piano tutti i pezzi. Riusciamo a strappare qualche parola anche al timido Joas, maknae ed unico uomo di questa sotto crew degli M2B, che nonostante sia in netta minoranza numerica alle sue ‘noona’ ne combina di tutti i colori.
– Random Age
Per generalizzare Elle (Laura), Nadh (Nadia), Buby (Nicolò), Mikk (Michela), Jey-Vi (Gianvito), Giort (Giorgia), Luna (Lisa) e Hesel (Noemi) si dicono veneti, anche se, più precisamente, qualcuno di loro proviene da Vicenza e molti da Padova (NON PIACENZA!). L’amica ANSIA per loro non arriva solo poco prima dell’esibizione ma li tortura fin dalla settimana precedente ai contest (anche se a vederli su di un placo non si direbbe proprio..). Crew non per niente creatasi a random. Partiti inizialmente con solo tre componenti pian piano hanno iniziato ad attrarre a se nuovi elementi. “Ci sono compagni di hip hip e amici d’amici di amici” ci dice Laura, leader del gruppo. Chiunque voglia legarsi ai Random Age sarà benvenuto e benvoluto perché, a dir loro, purtroppo, in Veneto le K-Pop crew sono davvero difficili da scovare.
“AHH”, è la risposta soddisfatta che ci danno quando chiediamo loro del post esibizione. “Paradiso” è quella che segue subito dopo e “Realtà”, è invece l’ultima parola che pronunciano i ragazzi. Una parola che suona un po’ come una sentenza ma che nel loro caso è un fermo punto che li riporta su un terreno che li apprezza e che li loda per l’ottimo lavoro eseguito sul palco da poco abbandonato.
Passiamo a l’ultima domanda: la fatidica organizzazione coreografie. I ragazzi se la ridono e ci dicono che “NON ESISTE ORGANIZZAZIONE!” e dalla regia qualcuno suggerisce anche un: “Non sappiamo cosa sia la parola organizzazione”. Università e lavori, nonostante ci siano più o meno incontri quasi fissi, rendono davvero difficile permettergli di incontrarsi proprio tutti tutti. “Si lavora a casa e poi si sistema assieme”, spiega Laura.
I Random Age sono stati l’unico coraggioso gruppo a sperimentare la specialissima Dance Style (Challenge, potremmo aggiungere), figlia legittima di Asian Dance&Voice Contest. Un mese di lavoro per dare vita ad una spettacolare coreografia. “Da molta soddisfazione creare una coreografia da zero. È una cosa tua – a parlare è Laura coreografa della crew-. È una cosa nostra e vedere su questa esibizione in particolare una certa reazione del pubblico, è stata una sensazione davvero indescrivibile. E, davvero, dovrebbero esserci più sessioni come la Dance Style, perché meritano!”, conclude Laura. I Random Age ci salutano con il loro saluto, un urlato: “Cribbio”.
Borneater
Se le altre crew nascono grazie all’amore per il ballo loro sono un esuberante eccezione che deve la loro unione ad un altro genere d’amore, uno sfegatato amore per il cibo. Questo gruppo di affamati ballerini è una bella insalata di crew. I Borneater sono composti da un elevatissima componente di Poison Ivy [Debora (Didi), Sabrina (Sabb), Chiara (Kibi), Arianna (Arye), Vanessa (Nessie)], un pizzico di Nabifly [Sara (Sara)] e una punta di eLeMeNT [Noè (Enne)]. Al secondo quesito ritorna lei, L’ANSIA. “Asia, e perenne” è quanto hanno provato i Borneater prima di esibirsi sul palco del 1° TROFEO ASIAN CONTEST – Dance Edition. Varese, Bologna, Garbagnate, Milano e Verano Brianza sono tutte le città da cui provengono i membri di questo gruppo. L’esibizione al contest era la seconda prova per la crew. La prima prova veniva fatta per la registrazione video necessaria per accedere al contest. Anche per loro, ognuno impara singolarmente la coreografia nella propria stanzetta e poi “si puliscono i passi tutti assieme, quelle poche volte che ci becchiamo”, aggiunge Noè. I Borneater ci salutano con un simpatico “Vodka”. Un inusuale saluto di cui non ci danno spiegazione..
Nabifly
Worlmy
Sunkie
“Siamo un gruppo ancora in fase embrionale, ancora da definire”, ci dice Elisa. “Abbiamo subito qualche perdita durante il nostro percorso ma siamo in fase di recupero”, conclude la fanciulla.
“Ansia, ansia, ansia, ansia e l’abbiamo già detto Ansia? (ridono) E anche un po’ di stanchezza. Durante le prove il palco ci sembrava in bilico, in pendenza. Eravamo davvero terrorizzate”, ci dicono le due Sunkie. E considerando poi il fatto che si esibivano su dei trampoli, più comunemente conosciuti con il nome di tacchi, come biasimarle. Abitano entrambe a Verona, “attaccate”. Irene ci dice di aver creato a casa della nonna una piccola sala da ballo con tatto di specchio, al limte del professionale. Uno spazio dove le due ragazze si radunano per le loro prove. La fortuna d’essere vicine permette ad Elisa e Irene di poter studiarsi assieme le coreografie per i contest: “Ci mettiamo lì, prendiamo il computer e rallentimo i video, li giriamo (mirror version), per imparare per bene i passi delle coreografie e poco per volta li riportiamo alla velocità corretta. Ci vuole tanta costanza ed impegno ma è così che apprendiamo le coreografie”. “Crazy” delle 4Minute, il brano portato da loro al contest, a causa della perdita subita dal duo di cui all’inizio parlava Elisa, è stata riadattata nel giro di sole 4 ore.

Per i solisti abbiamo apportato qualche piccola variazione ai quesiti:
1) È stata la danza a portarti al K-Pop o viceversa?;
2) Pre & Post esibizione: le sensazioni;
3) I tuoi segreti per imparare le coreografie (se è possibile svelarli)?
Nadia Bravo
“Ballare da soli è un’esperienza che consiglio a tutti. È terrificante ed emozionante allo stesso tempo; riuscire a riempire un palco con da soli è difficile e sapere che tutta l’attenzione è puntata su di te è stressante. Ma nel momento in cui parte la musica tutto cambia; ci sei solo tu e il pubblico è lì per te a fare il tifo (o fischiare?) ma niente è paragonabile alla sensazione di libertà assoluta che si prova”, è la grintosa risposta che ci da Nadia. “Il pre contest è delirio puro! L’ansia si fa sentire come non mai, la paura di dimenticare un pezzo, di cadere o fare figuracce è paralizzante. Spesso e volentieri vado in crisi ma l’importante è ricordarsi del percorso compiuto; tutti gli sforzi fatti nei mesi precedenti si concentrano in quell’unico momento e la soddisfazione di quando scendi dal palco sapendo di aver fatto del tuo meglio è impagabile. Sentire il pubblico applaudire, ricevere gli abbracci di amici e compagni.. Si sente anche tanta stanchezza ma la soddisfazione che si prova è nettamente maggiore. Nel post contest capisci che ne è valsa davvero la pena aver fatto tutti quegli sforzi”. Alla terza domanda la giovane mantiene alta la disorganizzante fama della crew a cui appartiene: “La mia organizzazione è pari a zero. Per questo credo d’essermi trovata subito bene con la mia crew, i Random Age (ride)! Di solito scelgo una canzone in base alle emozioni del momento e cerco di imparare i passi guardando le dance practice. Puntualmente mi ritrovo a imparare gli ultimi passi la sera prima del contest e questo mi manda sempre nel panico (ri-ride)”.
Laura Mazzucato
“Nel mio caso è viceversa (ride). La danza mi ha portato al K-Pop. Sono stati dei miei allievi – Laura è un insegnate di hip hop- di una scuola superiore in cui insegnavo. Due di loro mi hanno preso e mi hanno detto: ‘Laura, ti vogliamo far vedere un video di questi coreani che ballano’. Mi hanno fatto vedere “Good Luck” dei B2ST, una canzone che per me è diventata davvero importante, e niente, da li è partito tutto!”. Laura a questo contest ha partecipato sia come solista che come componente dei Random Age e ci spiega che: “Nel pre del gruppo c’è agitazione ma anche tanta coesione. Ci facciamo forza l’uno con l’altro. Il pre da solista è decisamente più ansioso. Sei consapevole che su quel palco dovrai contare solo su te stessa e non è una situazione facile. Sono tutti li a guardare te c’è più paura di cadere in errore. Quindi si, ansia, c’è tantissima ansia durante il pre contest da solista.
Il post è veramente una cosa meravigliosa. Essere consapevole di essere arrivata lì, da sola, aver ottenuto un risultato contando sulle tue forze, è qualcosa di davvero stupendo. Però
– si c’è un però – io preferisco il post contest di gruppo. È nella sua semplicità più bello”. Non ci sono segreti. Laura impara così i suoi pezzi: “Ovviamente ci vuole tanto allenamento. Io personalmente preferisco impararmi i passi non fissandomi sul video. Metterci tanto del mio, non andando in paranoia se il passo non è identico a quello eseguito dall’Idol!”.
Nura Emam
“La danza è la mia passione da sempre, nonostante non sia mai andata a scuola di danza. Sin da piccola cercavo di imparare coreografie da film come ad esempio High School Musical (ride). È pero con il K-Pop che ho iniziato ufficialmente a ballare. Ormai sono passati tre anni da questa preziosa scoperta e spero con il passare del tempo di migliorami sempre di più” ci scrive Nura. “Prima dell’esibizione ero davvero in ansia. Dopo più di un anno (dal l’ultimo suo contest) stavo portando sul quel palco il recente comeback del mio ultimate bias (l’idol preferito in assoluto). Ero davvero preoccupatissima, per tutto. Terminata l’esibizione non avevo la sensazione di aver fatto errori (errori che in realtà ci sono stati) ed è stato in quel momento che ho capito di aver vissuto il palco come volevo”. “In realtà segreti non ce ne sono, imparare le coreografie è la parte che mi piace di meno nel preparare una cover (ride)”, è come risponde la giovane all’ultima nostra domanda.
Shari
“Ballo da quando ho 4 anni – ci dice Shari-. E sono state delle buone amicizie che mi hanno permesso di conoscere il K-Pop. K-Pop che mi ha a sua volta portato a conoscere molti altri amici”. “Allora, il pre e post esibizione.. Durante il pre esibizione ero davvero tranquilla. Ho provato davvero pochissimo il mio pezzo a causa di un esame (scolastico) a cui mi sono sottoposta pochi giorni fa e sfortuna vuole che mi sia anche fatta male ad una mano poco tempo prima del contest, sono arrivata mezza morta, quindi ero abbastanza tranquilla. Ho dato il mio massimo e sono tutt’ora soddisfatta di come sia andata la mia esibizione” ci racconta la fanciulla. “Il mio segreto per imparare le coreografie? In questo frangente vi direi di provare poco (ride). Dare tutto te stesso quando sei sul palco. Senza riserve”.
Alessandro Colore
“Diciamo che il K-Pop mi ha aiutato ad entrare ancora di più nel mondo della danza. Prima di scoprire il pop coreano ballavo, ma solo quando non avevo niente da fare. La danza era irrilevante per me. Ora, invece, ballo per uno scopo ma sopratutto per passione”. Alla seconda domanda Alessandro ci rispondeva così: “Il ‘pre-contest’ è stato traumatico, tanto traumatico! Non credo di essere mai stato così agitato per un contest.. Il ‘post-contest’ è stato veramente bello! Sopratutto l’esibizione delle ragazze dei Risin’ Crew con ‘You Think’ delle Girls’ Generation!”.
“In realtà non ho segreti. Ascolto la canzone mille e mille volte, poi incomincio ad imparare i vari pezzi della coreografia, prima al rallentatore e poi alla velocità normale”, conclude il ragazzo.
Lisa Hu
Ilen Lin
Francesca Francesca De Filippis
“Ballo da prima di conoscere il K-Pop, dunque diciamo che prima ancora di conoscere il mondo delle cover ho conosciuto quello della danza. Fino a uno o due annetti fa ero totalmente ignara del fatto che ad ogni canzone K-Pop vi fosse una coreografia fino a che delle amiche non me l’han fatto notare, amiche che poi sono diventate il mio primissimo gruppo di ‘K-Pop dance cover’ con le quali ho ballato per la prima volta sul palco del Romics e poi su quello dell’Elfo Puccini di Milano. Da qualche tempo ballo come solista e sto scoprendo a poco a poco questo nuovo mondo, appassionandomene davvero molto. È qui che ho incontrato alcuni tra i miei più cari amici di adesso. La danza ci unisce, tutti, indipendentemente da chi balla solo nel mondo delle cover o anche semplicemente in quello della danza in generale. Il pre é stato un po’ difficile per me, come tutti i ‘pre’ di gare, contest e qualsiasi cosa; per me é davvero difficile gestire l’ansia di qualsiasi genere e spesso mi capita di stare davvero molto male finché non riesco a rilassarmi. Ció, per ora, non mi ha impedito di esibirmi e divertirmi sebbene mi piacerebbe davvero stare bene per tutta la durata del contest, pre e post. Ecco, parliamo del post. Dopo essermi esibita mi sono rilassata un po’ di più – la danza é sempre stata anche un mio efficace sfogo per ansia e nervosismo e ballare fino a perdere il fiato mi ha consentito di allentare la tensione. Sono stata sommersa dai miei amici e sorprendentemente anche da alcuni membri dei Risin’ Crew, che mi han fatto dei complimenti che ho apprezzato tantissimo e penso sia stata la prima volta che ho capito mezza parola di francese”, se la ride Francesca. “Per il resto: il post contest mi piace sempre e solo se sono soddisfatta della mia performance ma soprattutto se chi mi ha guardato si é divertito e non si é annoiato nel farlo. E se così non fosse, croce infinita pure per quello!!”. All’ultima domanda Francesca ci confessa che è stato davvero difficile trovare le giuste parole da dire: “Mi piace parlare delle mie ‘piccole pillole’ per imparare una coreografia, perché per me non sono mai stati dei segreti e se a qualcuno possono essere utili sono solo felice ed onorata di dispensarne. Imparare una coreografia K-Pop è ben diverso da una qualsiasi coreografia, perché si è più ‘indipendenti’ nell’impararla e perché, almeno per quanto mi riguarda, non si limita ai passi fatti bene o fatti male ma a una serie di fattori, fra cui il più importante é la presenza scenica e l’immedesimazione nella stessa. Ho interpretato vari Idol da quando faccio cover K-Pop e a chi vuole conoscere il mio segreto dico solo che sta tutto nell’interpretazione: bisogna mirare a far percepire al pubblico di avere di fronte il proprio Idol preferito, cogliendo le sfumature di movimento, di espressione, immedesimandosi nei modi di fare (come un sorriso particolare o un sopracciglio alzato, etc) e soprattutto capendo il senso di ciò che si balla. Se è una canzone triste, l’espressione sarà più intensa, se è più allegra, un bel sorriso è il miglior modo per trasmettere qualcosa a chi ti guarda, per esempio. Il mondo del K-Pop è terribilmente pieno di sfumature!! Quel che posso dirvi è: non sentite solamente la musica, non ripetete i passi a memoria su di essa ma liberate la vostra personalità e metteteci quel tocco tutto vostro che vi permetterà di avere una marcia in più”.

Prima delle premiazioni è stato il moneto di godersi gli attesissimi ballerini della Risin’ Crew. Il corpo di ballo, proveniente dalla Francia, è composto da ragazzi e ragazze che vanno da un età compresa tra i 16 e i 22 anni.  Queste 25 forze della natura si sono esibite sul palco del Menotti per circa trenta minuti lasciando a bocca aperta tutto l’auditorium.

Dopo la loro spettacolare esibizione era giunto il momento di premiare i talenti che si sono esibiti sul palco del Teatro Menotti.

CATEGORIA SOLISTI:
1. Francesca De Filippis
2. Nura Emam
3. Lisa Hu
CATEGORIA COPPIE:
1. Sunkie
2. Nabifly
3. Worlmy
CATEGORIA GRUPPI:
1. M2B
2. BornEater
3. Random Age
PREMIO SPECIALE JK Dance Studio:
1. Francesca De Filippis
2. Joas Klem
3. Laura Mazzucato
PREMIO ASSOLUTO MIGLIOR ESIBIZIONE:
– Random Age

Ma per i ballerini di questo contest c’è stata un’altra inaspettata e apprezzatissima sorpresa. Andrea Attila Felice, uno degli specialissimi giudici presenti all’evento, ha voluto offrire la possibilità a 10 di questi giovanissimi artisti di partecipare, con una borsa di studio (al 50%), ad uno suo stage di danza che il ballerino terrà a Milano nel mese di maggio. Ad alcuni dei bravissimi ragazze e ragazzi selezionati da Attila abbiamo voluto chiedere: “Come ci si sente a ricevere una borsa di studio (per ora al 50%) da parte di Andrea Attila Felice?”
Nadia Bravo
“Vincere la borsa di studio di Attila è stata una sorpresa enorme. Non avendo mai studiato danza sinceramente non pensavo di essere notata. A parer mio c’erano altre persone che l’avrebbero meritata più di me. Averla ricevuta è stato un onore immenso, non me ne capacito ancora (sorride)”.
Laura Mazzucato con una voce emozionatissima ci risponde così alla quarta domanda: “Non ci credo. Sapere che c’è qualcuno che vede qualcosa in me è una cosa che ancora non concepisco. Oddio! Questa domanda è difficile! È stato bello, bellissimo. Il mio nome è stato il primo ad essere pronunciato e non lo so, è stato un evento davvero inaspettato. Non posso che ringraziare tantissimo Attila per aver creduto in me e aver fatto di me una persona davvero felice”.
Nura Emam
“Ero totalmente incredula – ci dice Nura –, è davvero un grande onore per me”.
Elisabetta Caminati
“Sono molto felice ed entusiasta per questa opportunità! Non ho mai avuto modo di partecipare a workshop con insegnanti famosi, quindi sono molto emozionata perché è una grandissima opportunità per crescere e migliorare sempre di più!”.
Joas Klem Gutierrez
“Beh, io direi che è un grande privilegio essere stati scelti per partecipare al suo workshop, visto poi l’elevato numero di talenti presenti al contest del 2 Aprile è stato veramente un onore (ricevere la borsa di studio). Questa è una grande opportunità che mi permetterà di imparare tante cose nuove”.
Nicolò De Caprio
“Quello che ho provato quando sono stato premiato? È stato un sentimento indescrivibile. Vedendo poi negli occhi degli altri una felicità ancora più grande di quella che provavo io per me stesso, è stato qualcosa di ancora più indescrivibile. La soddisfazione di fare qualcosa che mi piace con persone con cui ho un fortissimo legame, mostrare i nostri miglioramenti ma soprattutto il nostro inscendibile rapporto, è stata un emozione unica. Vincere la borsa di studio poi è stata la ciliegina sulla torta, una ricompensa per tutto il sudore versato e i sacrifici fatti. La mia reazione a tutto questo è stato un pianto, un pianto di quelli felici, liberatori, il mio modo per scaricare tensione e felicità”.
Alessandro Colore
Quando abbiamo chiesto ad Alessandro come ci si sentiva ad essere stato premiato con la borsa di studio offerta da Attila ci ha risposto così: “Se non mi ricordo male non ho vinto la borsa di studio!”. Perplessi abbiamo lui chiesto se era certo della sua affermazione. Il giovane ci ha confessato che: “A dire il vero, potrei anche sbagliarmi. Quando siamo risaliti sul palco per la premiazione non mi trovavo sul vostro stesso pianeta e metà degli annunci fatti non li ho sentiti (ride)”. Abbiamo dunque atteso l’uscita delle classifiche ufficiali per confermare la sua presenza tra i ballerini selezionati da Attila per poi ri-sottoporgli il nostro quesito: “Wow…Non me lo aspettavo…Sono davvero felice che l’energia e la passione che ho messo nella coreografia siano state notate…Mi ha fatto molto piacere ricevere la borsa di studio!”.
Lisa Hu
Elisa Roncarà
Francesca De Filippis
“Ringrazio Andrea Attila Felice per avermi assegnato questa borsa di studio di cui terrò assolutamente conto sebbene io viva molto lontana da Milano -Francesca è di Roma-, e lo ringrazio per aver riconosciuto del potenziale in me, come ringrazio gli altri giudici per gli altri preziosi premi e per avermi scelta per il primo posto. Nelle piccole grandi vittorie che raggiungo c’è molto più che uno o due premi, c’è un pieno di carica, un pieno di fiducia nelle mie capacità, e la completa ‘sazietà’ nel mio cuore, perché so di aver trasmesso qualcosa a chi mi ha guardato e posso tornare a casa sapendo di aver regalato qualcosa in più a qualcuno durante la mia esibizione. Colgo l’occasione per ringraziare chiunque abbia creduto e creda in me, chi mi supporta (e sopporta) sia direttamente che scrivendomi messaggi a cui ho sempre piacere di rispondere. Tutte queste cose mi rendono felice e serena. Voglio continuare a lavorare sempre più duramente per regalare loro, ad ogni occasione, una performance sempre migliore”.

Siamo riusciti a rubare un paio di secondi anche al presentatore dell’evento, Jacopo, che ci ha spiegato brevemente ma con molta passione qual’e l’onorevole scopo di Asian Dance&Voice Contest: “Com’è andato il contest? Che dirvi, ci sono stati tanti talenti, i francesi (i Risin’ Crew) e dei giudici davvero molto qualificati”. Ci confessa poi che anche lui ha un passato (ed un presente) da ballerino. Solo sedicenne ricorda sorridendo di avere avuto l’opportunità di esibirsi con Andrea Attila Felice. Ballerino ed anche cantante ci dice che ci farà una sorpresina al prossimo contest (quindi pubblico, non dovrete assolutamente mancare al prossimo evento di Asian Dance&Voice). Non solo per Jacopo ma anche perché il giovane presentatore ci svela che al prossimo evento che Asian Dance&Voice ha intenzione di organizzare non ci sarà solo la ormai consuetudinaria sezione ballo ma anche un sezione dedicato ai talenti canori che il nostro paese ospita. “Questo è il primo contest di danza, ed è bene sottolinearlo – ci dice Jacopo –. Molti di noi sono ballerini, o comunque sia, c’è un elevata componente artistica tra i nostri ranghi. Non ci interessa del cosplay ma del talento di questi ragazzi. Vogliamo investire, vogliamo sfamarli, alimentare i sani interessi e le passioni di questi giovani ed è per questo che tra i nostri premi ci sono moltissime borse di studio”. “Alle K-Pop night da noi organizzate abbiamo questi ‘Open Stage’, dove chiunque voglia ballare o cantare ha la possibilità di farlo. Capiamo che nei contest c’è una componente agonistica che può ostacolare i più timidi ed impacciati. Ecco il perché della creazione di questi ‘Open Stage’. In quelle serate la componente agonistica si azzera e l’unico scopo che ci imponiamo è quello di vedere dei ragazzi che si divertono con dei sani e puri divertimenti, che fanno amicizia, che legati dall’amore per il K-Pop, e non solo, coreani poi nuove crew”, purtroppo la passione che Jacopo trasudava nel parlarci dei progetti della sua famiglia non è trascrivibile su “carta”. Spero però di essere riuscita a rendere giustizia alle sue parole. Conclusa la micro intervista audio il tenero Jacopo ci saluta urlando: “Ciao CiaoKpop!!”.

[Intervista ai Risin’ Crew]
1) Da dove vengono i componenti della Risin’ Crew e cosa vi ha unito?
“Siamo tutti di Parigi e zone limitrofe, l’amore per la danza ha inizialmente legato solo cinque di noi, è stato il K-Pop a far si che diventassimo questa grande famiglia”, a risponderci è la dolcissima Kassandra Safin, portavoce in questa occasione della suo grande famiglia.
2) Siete una crew davvero numerosa, come fate a gestire lo spazio sui palchi dove vi esibite? “Abbiamo dei bravissimi manager che sanno organizzarci bene sul palco. Sono degli ottimi architetti”;
3) Avete una crew di riferimento?
“Apprezziamo molto gli St.319 Entertainment, una crew vietnamita. Vogliamo ricreare quelle sensazionali esibizioni ma donando gli un raffinato tocco francese”;
4) Sogni e progetti futuri?
Kassandra punta il dito verso il soffitto e ci dice: “Rise (Ascendere)”.
Come dargli torto, non per niente si chiamano Risin’ Crew!

[Interview aux «Risin Crew»]
1) D’où ils viennent les membres du groupe «Risin Crew» et qu’est-ce que vous a unis?
“Nous sommes tous de Paris et alentours, au début l’amour pour la dance a lié cinq d’entre nous, d’après c’est le K-Pop qui nous a fait devenir une grande famille”, à répondre aux questions c’est la douce Kassandra Safin, porte-parole de son groupe pour cette occasion.
2) Vous êtes une «crew» nombreuse, comment faites-vous à gérer l’espace sur la scène pendant vôtres exhibitions?
“Nous avons des managers formidables qui nous suivent et qu’ils savent nous placer sur la scène. Ils sont des vrais architectes!”;
3) Est-ce que il y a une «crew» qui vous inspire?
“Nous apprécions beaucoup les St.319 Entertainment, une «crew» Vietnamienne. Nous voulons récréer leur sensationnelles exhibitions mais en leur donnant une raffinée marque française”;
4) Rêves et projets pour le futur?
Kassandra nous indique le plafond et elle dit: “Rise (monter)”. Comment la contredire, le groupe s’appelle «Risin Crew» pas pour rien.

Potrete trovare tutte le foto del 1° TROFEO ASIAN CONTEST – Dance Edition sulla pagina Facebook ufficiale Asian Dance&Voice Contest nell’album “02/04/2016 Asian Dance Contest 1st Edition”.

Ed ora è giunto il momento che più apprezzo, il momento ringraziamenti. Un particolare ringraziamento va alla Soul Arts Company che, in collaborazione con Asian Studies Group di Milano e la scusa di danza JK Dance Studio di HyunJoo Kang, ha reso possibile la nostra partecipazione a questo sorprendente evento. A Sara Lee ed Andrea Ferrari per le splendide foto messe a disposizione. Alla nostra collega di Mugunghwa DREAM BLOG, la simpaticissima Veronica Croce. Ad Alessia Zurru, la mia infiltrata in trincea. Josette Chenevier, la mia socina, che ha tradotto in un perfetto francese la breve intervista fatta ai Risin’ Crew. A Marzia Chiesa, la mia fan numero uno. Ed ultima, ma non per minor importanza, il mio infallibile braccio destro, Viviana Ferrari.

Nota dolente, mia personale, a causa della confusione post contest non sono riuscita a intercettare tutti i giovani talenti che, per svariati motivi, hanno dovuto abbandonare il teatro nel giro di brevissimo tempo, una volta terminatosi l’evento. Nella speranza che Simona ci rivoglia, ci auguriamo di vedervi, più numerosi che mai, nei prossimi contest organizzati da Asian Dance&Voice Contest.

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