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‘The Devil Judge’: una distopia spaventosa e coinvolgente

‘The Devil Judge’ viene presentato come una drama legale in un mondo distopico dove si è creato un reality per risolvere alcuni casi più complicati dove sarà il pubblico, tramite il voto, a giudicare l’imputato colpevole o innocente. In un mondo in cui, causa una pandemia terribile e l’economia al collasso, la gente non ha più fiducia nella giustizia e nei suoi rappresentati, la risposta è stato un Forum unito al Grande Fratello con un tocco di drammaticità alla Report, una cosa incredibile.

Il drama è maestoso, teatrale, oscuro, morboso, a tratti distorto e contorto. Tutto è molto esagerato e lo diventa ancora di più. La storia non è semplice e si sceglie il modo più ansiogino per raccontarlo. Non capisci tutto mentre lo vedi, ti senti male mentre osservi determinati personaggi fare alcune scelte, alla fine si arriva a odiare anche i protagonisti prima di comprendere quelle scelte.

‘The Devil Judge’ è un drama che fa fare un percorso. E’ da provare.

Di cosa parla questo drama?
La serie è ambientata in una versione distopica della Corea del Sud, dove le persone nutrono odio verso i loro leader e vivono nel caos. Un giudice trasforma la corte in un reality show e punisce senza pietà le persone malvagie tramite il voto del pubblico: perché lo fa?

Piccole cose bellissime:
La lunghezza del drama non è irrilevante: sebbene siano le solite 16 puntate, ogni episodio dura 1 ora e un quarto, 1 ora e venti, rendendoli dei piccoli film, in pratica.

Eppure volano che è una bellezza, grazie a una sceneggiatura solida, a dei personaggi interessanti, a dei misteri da risolvere e a dei cattivi che sono degni di questo nome. GRAZIE.

E’ un viaggio duro, ma non è noioso.

Cosa affronta il drama?
‘I mostri non sono creati, sono solo risvegliati’
E’ una frase del drama e il concetto di mostro viene molto affrontato in questo drama, soprattutto nella figura dell’antieroe e del cattivo principale, così come tutti gli altri cattivi.

‘Vendetta’
Stare col Giudice Yo Han è entrare in un vortice di vendetta che porta a isolazione e menefreghismo, la perdita di tutto e di tutti, oltre che di se stessi. Lui lo chiama gioco, la chiama guerra, mai vendetta, eppure ‘The Devil Judge’ è tutta vendetta.

‘L’idea di una giustizia brutale piace a tanti’
E’ l’idea di porta avanti Yo Han e che spiega con una verità terrorizzante: le persone sono arrabbiate perché sono stanche di vedere i cattivi fare tutto, ferirli e attaccarli nel mentre coloro che dovrebbero proteggerli non fanno bene il loro lavoro. E’ così che nasce e si diffonde l’idea della giustizia personale, della violenza, dell’alternativa, della vendetta.

‘Chi è il vero colpevole?’
In un programma in cui il pubblico, con il click, sceglie se uccidere o no un criminale, quanto si è responsabili di quell’azione? Quanto siamo complici in un sistema che non funziona? Se restiamo a guardare, mentre cose brutte accadano davanti a noi o intorno a noi, siamo spettatori passivi comunque colpevoli? Tutto il drama continua a mettere lo spettatore a disagio, portandolo a chiedere: tu cosa avresti fatto? Cosa avresti votato? Come avresti agito? Se avresti agito?

Davvero molto interessante:
Il primo episodio visivamente è GRANDIOSO, con transizioni assurde e un aspetto da film hollywoodiano. Ovviamente non riesco a reggere quello standard altissimo per tutto il drama, ma comunque anche i successivi episodi sono di un buon livello.

Visivamente è tanta roba. Esplosivo, esagerato e grande.

Punti di forza:
Un buon prodotto parte da buoni personaggi e qui ce ne sono tanti di belli e degni di nota.

Il protagonista, il giudice Kim Yo Han, viene presentato come un villain, a tratti ricorda quasi Batman nel suo essere riccone, tormentato e vivere in una villa in stile europeo. Scopriamo i suoi motivi e il suo passato tramite gli occhi del buono del drama, il giudice Kim Yo Han. Ji Sung, ottimo attore, fa un lavoro incredibile e l’ho amato e l’ho odiato e l’ho disprezzato e ho avuto pietà per lui, mi ha fatto provare 1000 emozioni per il suo Ga-On e perché questo personaggio se l’è divorato.

Cià che fa il giudice Kim Yo Han è sbagliato, lui è l’antagonista, però il carisma e magnetismo del suo personaggio, fanno oscillare la bussola morale e alla fine ti ritroverai a tifare per lui quando no, non è mai nella parte giusta della storia.

L’opposto è il giovane giudice Kim Ga-On, piedi per terra, ragazzo onesto con una precisa moralità. Lui è la voce della ragione e ne esce bene, ma ovviamente depotenziato accanto a una cattiva coi controcoglioni e un antieroe magnetico. Jin Young si porta a casa bene il suo personaggio, che ha delle scene molto forti, ma ha accanto due mostri incredibili e ne risente un po’.

Kang Yo-Han e Kim Ga-On hanno un rapporto interessante, soprattutto all’inizio. Il giovane entra come spia nella vita di Yo Han e inizia una relazione bromance che ha dei tratti da relazione sugar daddy e suo innamorato, il tutto davvero strano.

I cattivi sono tutti molto belli e davvero cattivi, con motivazioni e un background credibile.

Jung Sun-A è, quindi, un personaggione (grazie anche alla incredibile Kim Min Jung). Sembra innocente e malvagia, dolce e crudele, debole e distruttiva. Vero volto dietro la Social Responsibility Foundation, quindi vero boss, è tanto spietata quanto attiva su determinate cose. La vediamo agire, con più o meno forza, davanti a molestie sessuali e violenze su donne/bambine/ragazzine perchè, come prevedibile, le ha subiti lei violenze in passato, e perché è in fondo odia il genere maschile e spesso le sentiamo paragonare gli uomini a bestie e scarafaggi o generalizzare con ‘tutti gli uomini fanno così’. Il personaggio, sebbene si capisce abbia subito davvero diverse tipi di violenza, da quella fisica a quella sessuale, non è affatto caratterizzato come positivo, anzi, ogni suo aspetto mette in evidenza come lei scelga di fare cose sbagliate e illegali.

Il suo punto clou è la chiacchierata con le orfane, dove parla dei suoi furti per sopravvivere, dell’importanza dei soli soldi, delle violenze di uomini bestie e consiglia di subire le molestie, registrarle e torturare la persona che le ha inflitte, rubandogli tutto. Sun-A è diventata cattiva e non si fa scripoli a rubare, maltrattare, far rotolare giù dalle scale chiunque le dia noia.

Ancora: lei sceglie di fare quelle cose cattive… ma chi l’ha posta in quella posizione? Sola con una madre ubriacona, ancora più sola dopo i 12 anni, poi molestata e violentata in un mondo che l’ha sempre maltrattata (perchè povera) e non l’ha mai creduta. Alla fine ha trovato il suo modo per sopravvivere in un mondo del genere, sbagliato purtroppo, ma aveva altra scelta?

Punti di debolezza:
L’inizio pone più carne al fuoco di quanto arrivi alla fine: si parte da un mondo distopico e alternativo in seguito a una pandemia che ha cambiato tutto, alla fine, però, tutto si riduce a dinamiche di potere nei palazzi dei ricconi, a giochi di case farmaceutiche e scaramucce tra i potenti.

Un po’ un peccato perché si poteva approfondire più l’umano, senza banalizzare il discorso su X o Y che genera tutto per guadagnarci dei soldi, ecco.

Ci sono momenti davvero forti e molto problematici, ossia le punizioni scelte dal Forum coreano. Passiamo dalla fustigazione pubblica, esecuzione capitale in live, fino all’evitare la castrazione per suggerire uno stupro in carcere. Se i primi due punti sono una evoluzione che possiamo aspettarci se lasciamo che sia il popolo (la pancia) a scegliere la punizione dei criminali, il terzo punto è inquietante: è inquietante che il giudice eviti la castrazione e poi fa capire che il criminale, nel mentre sconterà la sua pena in carcere, sarà violentato da altri uomini per ‘punirlo’ un po’ di più.

Tutto questo poteva essere trattato un po’ meglio.

Conclusione:
‘The Devil Judge’ è una cosa tosta, ma è davvero molto interessante per gli spunti che sbatte in faccia allo spettatore, i dilemmi morali che fa venire e le riflessioni che genera. Un vero e proprio percorso.

Lascia un cuore per questo articolo 🙂
PR

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